SPARONE Ims, accordo raggiunto Salvi i 221 posti di lavoro di Ornella De Paoli

Dopo mesi di incertezza e di apprensione per i lavoratori, la vicenda della Ims, fallita lo scorso mese di marzo, si sta avviando verso la soluzione. Lunedì, all’Unione industriale di Torino, è stata raggiunta un’ipotesi di accordo tra Mtd – Tiberina, intenzionata ad acquisire la Ims dal fallimento, i sindacati Fiom Cgil e Fim Cisl e le Rsu degli stabilimenti di Druento e Sparone. Ipotesi che viene illustrata nelle assemblee in corso oggi, mercoledì, nei due siti di Ims e che i lavoratori voteranno venerdì con un referendum. Nessun licenziamento, continuità contrattuale per tutti i 221 dipendenti (168 dei quali dello stabilimento di Sparone), mantenimento dei tre settori di lavorazione (costruzione stampi, stampaggio e lastratura) nel sito sparonese (quello di Druento verrà chiuso e i 53 lavoratori spostati in altre fabbriche del gruppo Tiberina) sono i punti principali del documento.
La firma dell’accordo è la premessa necessaria per concludere il salvataggio dell’industria sparonese, un tempo Ilcas dei fratelli Ceresa, poi diventata Ims, specializzata nella lastratura di scocche per auto e storica fornitrice di Fiat. Con questo accordo in mano,infatti, Mtd, società facente parte del gruppo umbro Tiberina che dallo scorso giugno aveva in affitto impianti e lavoratori di Ims, potrà avanzare la sua proposta di acquisto al curatore fallimentare Fabrizio Torchio.
La trattativa tra i rappresentanti dei lavoratori e Mtd è stata lunga e non priva di difficoltà. Sono infatti stati necessari vari incontri, prima di arrivare al documento concordato lunedì, dopo una discussione protrattasi dalle due del pomeriggio fin quasi a mezzanotte. «È stata una trattativa complessa, sempre sul filo del rasoio tra conclusione e rottura – dichiara, infatti, Vito Bianchino della Fim -.La responsabilità era grande, di mezzo ci sono famiglie e territori che dovevamo tutelare, mantenendo il giusto equilibrio tra le richieste aziendali, quelle sindacali e la salvaguardia del lavoro in zone che non ne offrono più. Pensiamo, unitariamente di esserci riusciti».
«Alla fine ha prevalso il buon senso e si è arrivati ad un risultato importante – affermano Fabrizio Bellino e Pino Lo Gioco, responsabili Ims per la Fiom torinese – . È stato un accordo difficile, che comporta sacrifici non indifferenti per i lavoratori, ma che getta le basi per far ripartire l’azienda dal fallimento. Siamo riusciti a mettere in sicurezza l’occupazione e a salvaguardare la missione industriale del sito di Sparone nelle sue tre attività».
L’accordo, infatti, conferma l’attuale missione industriale dello stabilimento di Sparone e l’impegno, da parte di Mtd, di ricercare investimenti e nuove commesse. Per i lavoratori è
previsto il passaggio a Mtd con l’art.47 (ovvero, non come nuovi assunti), un anno di cassa integrazione senza previsione di esuberi, l’apertura di una procedura di mobilità volontaria e, inoltre, il mantenimento di alcune condizioni migliorative del contratto nazionale.

Ornella De Paoli