Meminisse iuvabit, W gli Alpini!-Con un cerchio di amici-La linea di demarcazione tra buoni e cattivi.-Il primo pensiero-Chiamatele se volete emozioni! -Abbraccio!-FESTA SOCIALE 12 GIUGNO 2016-Da strabiuc a traboccare… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Meminisse iuvabit,W gli Alpini!
Sono stato al raduno alpino di Asti all’89 adunata nazionale con gli amici Alpini Aldo, Sergio, Valerio e Giovanni. Vedere una fiumana di penne nere, trovare la maggioranza dei dialetti della nostra amata Patria mi ha fatto pensare a questa frase latina, che significa “farà piacere ricordare”, tratta dal noto verso virgiliano “forsan et haec olim meminisse iuvabit, forse un giorno proveremo piacere nel ricordarci anche di queste cose”, con cui Enea rincuora i compagni dopo la tempesta che li ha gettati sulle spiagge libiche. Oggi ripenso a questa frase con l’emozione nell’animo, perché un giorno sarà piacevole ed utile, ricordare questa giornata. Ritengo che nell’animo si conserverà per sempre l’entusiasmo e la gioia che questa giornata memorabile mi ha dato arricchendomi di umanità. Della domenica trascorsa ad Asti ci sarebbero mille spunti e mille discorsi da poter fare, ma so anche che gli Alpini sono di poche parole. E’ il mio primo raduno nazionale e non avevo mai visto una così grande moltitudine di Alpini, un esercito straordinario e pacifico. Sfilando per Asti, ho notato come l’attenzione e l’entusiasmo di tutti alpini e dei cittadini ai bordi della strada non sono mai venuti meno, anzi ho avuto la senzazione da donatore si sangue di essere una piccola goccia di quel fiume umano in piena che scorreva. Una fiumana costituita dai valori sulla famiglia, solidarietà, coraggio, lavoro, partecipazione, fatica, disponibilità…che potrei raccogliere in un’unica parola: umanità! Quanta di questa straordinaria umanità ho visto dietro quei volti infiniti della moltitudine e del singolo. Volti di vecchi, giovani, meno vecchi, meno giovani. Quante storie dietro quei passi, dietro le mani, i sorrisi e gli sguardi. Grazie Alpini, mi associo ai tanti che lo gridavano, un grande abbraccio agli alpini, a questi sempre giovani avanti negli anni che non hanno rughe nell’animo ma sincera passione. W gli Alpini e i valori che rappresentano!
Favria, 21.05.2016 Giorgio Cortese
Nella vita di ogni giorno non posso essere ed apparire, devo scegliere.
La verità darà sempre fastidio a chi parla ed agisce con mille bugie.

Con un cerchio di amici
Domenica sera 15 maggio dal ritorno dal raduno nazionale Alpini ad Asti mi sono trovato a passare da Murisengo per una cena. Ci siamo fermati a mangiare al ristorante albergo S. Candido nell’omonima frazione. Indirizzo: Via Casale, 7, 15020 San Candido, Murisengo AL, telefono : 0141 993024. Cena piacevole, locale molto carino, ci siamo ritrovati in questo locale quasi per caso, dopo avere partecipato al raduno nazionale degli Alpini di Asti, e ne è valsa la pena. Antipasti soppraffini che mi hanno fatto ricordare sapori di un tempo. titolare molto cordiale, plauso a tutto il personale per la cortesia e la disponibilità, ottimi piatti. Buon vino, bagno pulito e profumato. Da provare quando si è in zona. Ho detto all’inizio con un cerchio di amici, perché secondo alcuni il toponimo Murisengo deriva dall’epoca alto medievale, evidenziando, nella desinenza germanica “eng”, il sostantivo di anello, qui inteso come cerchio, con esplicito riferimento alla tipica disposizione concentrica dei primi accampamenti longobardi; mentre, per altri etimologisti, Murisengo, stante la sua attuale citazione monferrina “Ambriseng”, lascerebbe trasparire le sue probabili origini romane collegate al patrominico Mauritius che, in vernacolo, si trasformò in “Morissi”, subendo poi la desinenza longobarda e le marcate influenze del dialetto monferrino. Insomma riprendendo la desinenza “eng”, cerchio, cenare con un cerchio di amici rende migliore la cena, ritengo che come esseri umani siamo imperfetti, angeli con un’ala soltanto e possiamo volare solo restando abbracciati. L’amicizia, quella vera, è molto rara, è una fortuna per chi la incontra. Io sono fortunato. Amicizia vuol dire: io per te ci sarò sempre. L’amicizia sincera mi aiuta a comprendere chi sono veramente, mi fa vivere con coerenza e gioire con gli altri e con me stesso. Insomma mi aiuta a capire l’armonia tra le persone e il creato. L’amicizia è una magia che mi aiuta a vivere e a capire il senso semplice della vita. Grazie a Sergio, Valerio, Giovanni e Aldo e ancora W gli alpini
Favria, 22.05.2016 Giorgio Cortese

L’amicizia non la devi comprare, l’amicizia non la devi vendere, l’amicizia… è. Quello che conta non è la quantità degli amici che ho scritto sulla rubrica del telefono, quello che vale davvero, sono quei pochi che potrò chiamare quando ne avrò bisogno e loro ci saranno sempre

La linea di demarcazione tra buoni e cattivi.
Viviamo un tempo che sembra dominato da bestie che costruiscono muri o manovrano coltelli e che sparano con il mitra su inermi innocenti in tutto il mondo. Manovrano ruspe iconoclaste, o si fanno esplodere in nome della loro pazzia di bestie. Ogni giorno i media ci inondano attorno al peggio che accade, certo. Questi recenti episodi terroristici mi fanno riflettere sul concetto tra buoni e cattivi. Scriveva Vittorio Buttafava, 1918-1983: “Tutti amano i buoni, ma li sfruttano. Tutti detestano i cattivi, ma li temono.” Il pensiero è limpido con la sua amara verità. Era ciò che già osservava Foscolo nelle Ultime Lettere di Jacopo Ortis, quando notava che “l’uomo dabbene in mezzo ai malvagi rovina sempre; e noi siamo soliti associarci al più forte, a calpestare chi giace, e a giudicare l’evento”. Nella frase di Buttafava vorrei mettere l’accento su un verbo applicato ai buoni, “sfruttare”. C’è il detto proverbiale secondo il quale se dai una mano, ti prendono il braccio. È un’esperienza, ahimè, quotidiana che colpisce proprio i buoni, i generosi. Ci si imbatte spesso in una spudoratezza che rasenta l’indecenza e l’arroganza: ci sono persone che esigono senza nessun diritto o titolo e non danno tregua fino alla meta raggiunta. Vittime sono di solito proprio i buoni, i miti, i mansueti, i caritatevoli. La sfrontatezza degli uni abusa della magnanimità degli altri. E purtroppo bisogna riconoscere che di fronte all’improntitudine, alla faccia tosta quasi insolente ci si ritrova molte volte impotenti e deboli. Ma forse è anche colpa nostra, sia degli imbelli. Si uso il lemma imbelle che deriva dal latino imbellis, da in e bellum. guerra, inetti non alla guerra ma fiacchi e deboli. Siamo divenuti talmente vili da giustificare tutto e tutti pur di stare tranquilli nel nostro piccolo orticello e non ci curiamo degli altri. Siamo dei buonisti, parola entrata recentemente nel vocabolario della lingua italiana, nel 1995, lemma che ha avuto un rapido successo assumendo con il passare del tempo significati diversi, lo Zingarelli lo definisce un “atteggiamento bonario e tollerante che ripudia i toni aspri del linguaggio politico”. Arthur Schopenhauer sovente si scagliò contro la presunta bontà e socievolezza dell’essere umano considerando i rapporti umani basati sul tentativo di sopraffazione reciproca, diceva che anche nelle civiltà più raffinate, basta un nonnulla perchè individui in apparenza mansueti si rivelino dei “felini rabbiosi”. “Vi è dunque, nel cuore di ogni uomo, una belva, che attende solo il momento propizio per scatenarsi ed infuriare contro gli altri”. Ed il pensare di essere circondato da falsi buoni è tanto triste da non volerlo vedere ma l’inconsapevolezza può costare un caro prezzo ed i risultati si vedono. Ormai si giustifica tutto e tutti, giustifichiamo chi uccide efferatamente dei famigliari, anziani e minori, poverino. Certe persone giustificano i terroristici dicendo che sono così perché non hanno lavoro e sono nati nei ghetti. Si giustifica tutto e tutti e poi di fronte ad atti efferati di fronte all’abominio verso gli esseri umani ecco i lugubri cori pietisti con atteggiamenti di pietà e commiserazione esibita, di facciata e spesso ipocrita. Non dico che dobbiamo essere tutti degli arditi ma almeno onesti nei pensieri, tenaci e fermi negli atteggiamenti. E’ ora di creare una netta linea di demarcazione tra buoni e cattivi tra esseri umani e bestie, tra chi crede nel rispetto degli altri esseri umani, della vita e del riguardo nel conservare la natura e la terra e gli altri che sono fuori dai confini del convivere civile.
Favria, 23.05.2016 Giorgio Cortese

Nella vita umana tre cose sono importanti. La prima è essere gentile, la seconda essere cortese e la terza cercare di rimanere sempre sereno nell’animo.

Il primo pensiero
Il primo atto che compio appena sveglio è pensare. Inizio a pensare positivamente alla mia vita. . Quali sono i pensieri che mi vengono ine mente per primi? Quali sono le immagini che affollano la mia mente appena sveglio?. Ogni mattina è un nuovo inizio ed io sono con i miei pensieri che dirigeranno le azioni e immagini la giornata. I pensieri sono la prima colazione della mente, se faccio una buona colazione sono carico di energia per tutta la giornata, lo stesso vale per la mia mente se il primo pensiero è di gratitudine per la vita che mi è stata donata e questo mi rende positivo e ben disposto verso la giornata che verrà.
Favria, 24.05.2016 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno ci sono attimi che ti inebriano la mente e mi fanno vivere momenti d’emozione unici.

Chiamatele se volete emozioni!
Oggigiorno esiste anche l’amicizia virtuale, così la chiamano! Ma le emozioni, le sensazioni, il capirsi tra le righe della chat o attraverso un link sono reali, come reale è l’affetto che si prova per questi amici così lontani ma che sento tanto tanto vicini. Le sensazioni sono le prime, mi fanno sentire il feeling e sono quelle che mi fanno scegliere un amico piuttosto che un altro. Le emozioni arrivano man mano che conosco la persona e mi rendo conto di condividere affinità, gusti, pensieri. Ed è così che inizio a capire, a captare gli stati d’animo la gioia, la tristezza, la malinconia o la felicità anche attraverso le parole non scritte, ma che avverto tra le righe. Ed è per tutto ciò che all’improvviso ci accorgo che è nato qualcosa di speciale, un affetto, un sentimento, un’amicizia, che chiamano virtuale ma è tanto tanto reale. Ritengo che l’emozioni dell’animo sia tutte delle delicate sensazioni che ci fan battere il cuore, con grande intensità e ardore. Le emozioni non si possono spiegare perché ogni giorno mi arrivano improvvise e a volte mi fanno sognare ad occhi aperti. Certo le emozioni possono essere gioiose o dolorose, ma le ritengo entrambe sono importanti perché senza di esse la vita non avrebbe senso e sarebbe vissuta senza passione. Quando arrivano le emozioni, in quei momenti le emozioni mi rimanfono impresse nell’animo ancora prima che nel cervello. Certi momenti provo delle emozioni di intensa serenità che mi sembra di riflettere il mio animo in un campo di papaveri che ondeggia mossi da una lieve brezza. Nella vita di ogni giorno un’istante svanisce nel nulla, ma l’emozione rimane scolpita per sempre nel profondo del mio animo. I quotidiani sogni e speranze esistono proprio per accogliere le emozioni una dopo l’altra.
Favria 25.05.2016 Giorgio Cortese

Alla sera cerco di andare a dormire con un sogno per alzarmi al mattino già con uno scopo per la giornata

Abbraccio!
Secondo la scienza l’abbraccio favorisce la produzione di ossitocina, l’ormone della felicità che allontana stress e favorisce la memoria. E allora Vi abbraccio virtualmente tutti per donare il mio affetto e calore umano. Perche l’abbraccio è il linguaggio più alto dell’anima e del corpo
Favria 26.05.2016 Giorgio Cortese

FESTA SOCIALE 12 GIUGNO 2016, PROGRAMMA ED ELENCO PREMIATI
Invito per tutti i 400 e più donatori per la festa sociale, Gruppo Comunale di Favria L. Tarizzo – D. Chiarabaglio 28 anno dalla fondazione del 12 giugno, domenica, biennio 2014- 2015. Programma; 0re 9,30 ritrovo pre4sso sede sociale, cortile interno del Comune a Favria- ore 10,00 avvio corteo e sfilata. Ore 11,00 SS Messa nella Chiesa parrocchiale dei SS Pietro e Paolo. Ore 12,00. Discorso delle autorità, relazione morale e premiazione dei donatori benemeriti. Ore 12,20 pranzo sociale presso Ristorante “Osteria di Campagna”, via Lusigliè, 23- Cortereggio- S. Giorgio C.se. Accompagnatore e alfiere dei gruppi invitati invitati saranno graditi ospiti. Per motivi organizzativi è strettamente necessaria la prenotazione telefonica entro il 30 maggio 2016, sino all’esaurimento dei posti disponibili ai seguenti numeri, ore serali: cell 3383608853 Zaccaro Morena, 0124 349509 Macrì Nicodemo, 347 9656671 Massaro Barbara ore 8-18, cell 3381236372 Varrese Vincenzo, cell 333 1714827 Cortese Giorgio. Per i non donatori, amici e simpatizzanti o donatorui nion aventi diritto, il costo del poranzo è di euro 25,00. Per tutti i Donatori che hanno effettuato almeno una donazione nel bienno 2014-2015 e i nuovi donatori del 2016 il costo del pranzo è di Euro 15,00-
Hanno diritto al pranzo GRATUITO tutte le medaglie d’oro, Re Rebaudengo ed i premiati.
Presterà servizio la Banda musicale di Favria. Si invitano Autorità, Enti ed Associazioni e Popolazione ad intervenire alla nostra Manifestazione.
Elenco donatori da premia
DIPLOMA:
Bertoldo Giancarlo, Cibrario Rossi Gabriele. Colacino Tommaso, Contarino Katia, Curcio Ilaria, Eggert Friedrich, Farinella Massimo, Feira Claudio Martino, Ferrara Alessandro, Forneris Pasolo, Furin Fabio, Giancola Simone, Leone Gianfranco, Mastri Carmine, Migliore Rosario, Obert Giovanni, Rocca Franco, Rositi Nicoletta, Sarboraria Elisa, Soria Roberta, Tarello Federica, Tocci Marco.
MEDAGLIA DI BRONZO:
Bacolla Dina Maria, Basile Alessia, Basso Giovanni, Bertone Antonella, Bonfatti Martina, Briscese Giuseppina, Bruatto Massimo, Campiglia Palmo Luca, Ciaglia Mario, Clingo Vincenzo, Colagrossi Antonio, Dantonia Massimo, Di Liberto Pietro, La Marmora Franco, Marchetto Maurizio, Mazzetto Anfrea, Motto Giorgio, Natoli Cristina, Pistis Gino, Sandretto Marco, Spaducci Stefania, Sandretto Locanin Graziano.
MEDAGLIA ARGENTO:
Appino Fulvio, Barletta Franco, Borghino Rosanna Margherita, Cantafio Antonio, Capozzielli Gianluca, Crovero Eugenio, Grindatto Lorenza, Larosa Domenico Antonio, Leonardi Salvatore, Mancusdo Paolo, Mattioda Silvia, Obert Andrea, Santoro Maurizio, Sciarillo Simone, Somma Antonio, Varrese Severina, Vitton Gomma Fabrizio.
PRIMA MEDAGLIA D’ORO
Brillante Oronzo, Brillante Rossana, Cartellà Antonio, Caboni Bartolomeo, Cerutti Francesco M., Fratto Salvatore, Giglio Vincenzo, Lonigro Matteo, Mannarimo Giuseppe
SECONDA MEDAGLIA ORO: Bertetto Giacinto Alessio
TERZA MEDAGLIA ORO, 100 DONAZIONI: Picheca Vincemzo
ONORIFICENZA RE REBAUDENGO: Gistaro Giuseppe

Da strabiuc a traboccare
Pare che la parola sopra indicare derivi dal francese: trebucher precipitare ed ha la stessa radice di “trabucco”, la macchina da assedio atta, col suo lungo braccio, a scagliare grandi massi. Infatti questa parola non pone l’attenzione sulla pienezza, sull’essere colmo fino all’orlo; sottolinea invece il precipitare. Il precipitare del braccio pesante del trabucco, il precipitare del vino oltre il bordo, lungo il vetro freddo, a terra. Questo lemma era anche, prima del sistema metrico decimale una antica unità di misura di lunghezza usata in Lombardia, Piemonte e Sardegna con valore variabile tra i m 2,6 e 3,2 ca.
Favria, 27.05.2016 Giorgio Cortese