Svegliandomi – Tradire la fiducia – Pedìssequo! di Giorgio Cortese

Svegliandomi
Svegliandomi questa mattina, sorrido, ventiquattro ore nuove di zecca sono davanti a  me e penso che nessun giorno è uguale all’altro, ogni mattina porta con sé un particolare miracolo, il proprio momento lieto che sarà la chiave di violino per l’intera giornata. Al mattino nel momento in cui mi sveglio è il più bello delle ventiquattro ore. Non importa quanto stanco o triste o quanto lavoro devo affrontare nella giornata, in quei pochi attimi partono dalla mia mente sciami di pensieri che danno la certezza che, durante il giorno che trovo davanti a me, qualsiasi cosa può accadere e sara sempre comunque un successo, ma la cosa bella è che ogni giorno è carico di possibilità e opportunità. Partono dal mio animo miriadi di pensieri, l’unica cosa che devo badare è che i pensieri inutili hanno l’abilità di insinuarsi nel mio animo come della tenace gramigna, generandomi solo dubbi e mezze risposte. Poi durante la gionata gli stati d’animo cambiamo vorticosamente trovandomi dall’essere felice all’essere amareggiato a volte senza neanche sapere il perché. Sono questi istanti che cerco di fare alcuni attimi di silenzio intorno alla bolgia della giornata pwer riprendere in animo la mia vita, senza guardarmi indietro e continuare per lamia strada. Ma si sa che voltare la testa e ripensare al passato è umano ma non aiuta. In quei piccoli attimi di silenzio si rigenerano i pensieri che iniziano a riformare intenti propositivi portanto la luce nell’animo anche se la giornata intorno è grigia. Proseguo nel mio quotidiano cammino con una sacca piena fi passi nell’ignoto che mi attende. Oggi nei giardini, passeggiando sento aria di festa, cinguettano gli uccellini, volano qua e là, senza una direzione. Si rincorrono, salgono e poi scendono, allegri chiacchiericci e mi ricordano i miei primi giorni di scuola dopo l’esteta da bambino. Chissà gli uccellini quante cose dell’inverno avranno da raccontarsi, chissà. I primi germogli dei narcisi, i fiori bianchi e rosa del pesco, i primi getti del giglio, fiori selvatici spontanei sconosciuti che timidamente si affacciano miracolo della natura finora sonnecchiante e assente. La Natura in questo periodo dell’anno è simile a noi esseri umani. Certe persone che incontro e che hanno sempre l’inverno dell’animo, si sentono abbattuti, quasi sconfitti e restano lì, inermi con l’inverno nel cuore, cadono in un simbolico letargo, esattamente come in inverno la natura: vivi sì, ma dormienti in attesa di qualcosa, di un pungolo, della primavera forse, la primavera come sorta di rinnovamento, di nuova vita, di risveglio, di rinascita, la primavera come stagione di nuovi colori nuovi profumi nuovi sproni. Verso sera cerco di riannodare i vari pensieri della giornata in questo poche frasi e vado a dormire sereno in attesa di un nuovo mattino a Dio piacendo. Per essere pronto domani mattina ad incontrare il mio respiro pensando ad un proverbio francese che dice: “Non solo il giorno, ma tutte le cose hanno il loro mattino.”
Favria, 28.04.2015 Giorgio Cortese

Ritengo che la saggezza è la somma dell’ autocontrollo unito alla lungimiranza. A questi due elementi devo sempre sforzarmi di aggiungere: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza. Forse è solo un appagamento esistenziale ma credetemi ne vale la pena di cercare di vivere così ogni giorno

Tradire la fiducia
Tradire la fiducia è come tagliare un filo che lega, puoi anche riunirlo facendo un nodo, ma non sarà mai più unico. Si dice che ricordare fa bene, perché così non dimentichi, è come dire perdona e non dimenticare. Io personalmente perdono, ma vorrei anche dimenticare!
Favria, 29.04.2015 Giorgio Cortese

Nella vita ci sono incontri che arrivano attraverso strade incredibili, in circostanze che mai avrei immaginato, perché sono abituato a ragionare per esperienze concrete, ma la vita a volte va oltre la tangibilità e si nutre d’infinito.

Pedìssequo!
Lemma che deriva dalle parole latine pedis, piede e sequi, seguire. Nell’antica Roma, il servo pedissequo, era lo schiavo che aveva l’incarico di scortare a piedi il proprio padrone, successivamente durante l’Impero Romano, venivano così denominati i subalterni dai funzionari di rango superiore. Oggigiorno, questo lemma indica le persone che seguono passivamente un personaggio che si pensa importante ma in realtà non vale niente. Per loro viene voglia di dire che pedissequamente seguono le istruzioni eppure mi pare che proprio mai funzioni. Mi viene voglia di ricordare a questi personaggi simili a un gregge di pecore belanti, che solo esteriormente sono zelanti, che comportarsi da pedissequi quasi non sempre paga, un po’ come il plagio che dilaga nel loro limitato cervello c’è questa triste prospettiva, non hanno dell’inventiva!
Favria, 30.04.2015 Giorgio Cortese

Certe persone sono cosi ottuse che è perfettamente inutile spiegargli il problema, sono simili al granchio che non si può insegnare a camminare diritto.