Valle Soana: punto a favore della nuova diga sulla soana a cura di Marino Pasqualone

LO STUDIO DEL POLITECNICO DI TORINO DA L’OK ALLA “PREFATTIBILITA’ TECNICA”

(da IL RISVEGLIO POPOLARE del 14 marzo 2024)

INGRIA – Il progetto della nuova grande diga sul torrente Soana continua lentamente, ma a quanto pare anche inesorabilmente, ad andare avanti: è infatti della scorsa settimana il comunicato stampa con cui Iren e l’Unione Montana Valli Orco e Soana hanno reso noto l’esito positivo dello studio del Politecnico di Torino sulla “pre-fattibilità tecnica” relativa alla possibile realizzazione del nuovo invaso ad uso plurimo, che andrebbe ad insistere sul territorio dei Comuni di Pont Canavese ed Ingria.

Grazie ad una ricerca affidata al Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture  del Politecnico di Torino è stata verificata la pre-fattibilità tecnica per la realizzazione di un nuovo invaso in Val Soana (sbarramento di Stroba) – si legge nel comunicato stampa – Il serbatoio ad uso plurimo, della capacità sino a 35 milioni di metri cubi , avrebbe un’ampia valenza per il territorio canavesano grazie all’utilizzo irriguo, idropotabile e idroelettrico, nonché per la laminazione delle piene e il servizio antincendio, senza trascurare il potenziale positivo contributo allo sviluppo del settore turistico”.

“Lo studio è stato commissionato da Iren Energia è dà concreta attuazione al Protocollo d’intesa siglato il 14 dicembre 2022 con l’Unione Montana Valli Orco e Soana per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio e delle sue risorse – prosegue il comunicato – prevedendo un’importante collaborazione su tematiche strategiche di interesse comune, riguardanti in particolare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’utilizzo plurimo di invasi e studi sul cambiamento climatico ed i relativi effetti”.

“L’accurato lavoro svolto dall’ateneo ha consentito di individuare la risorsa idrica disponibile e la sua ottimale gestione – conclude la nota congiunta di Iren e Unione Montana – e lo studio di pre-fattibilità non ha rilevato sostanziali criticità che ostino alla realizzazione dell’opera, rendendo ragionevole proseguire con approfondimenti di indagine e apre prospettive per ipotizzare futuri sviluppi progettuali”.

Per capirci stiamo parlando, nell’ipotesi più ardita (che è poi forse ormai l’unica rimasta in campo), di realizzare una diga alta 145 metri alle gole di Stroba nel comune di Pont Canavese, appena pochi metri più in basso della strada provinciale che sale a Ronco e Valprato, sbarramento che andrebbe a creare un bacino artificiale con le acque della Soana e della Verdassa e dei loro affluenti della capacità di circa 35 milioni di metri cubi (equivalente a quello della diga di Ceresole Reale) che si estenderebbe, al suo massimo sviluppo, fino al ponte pedonale per la frazione Mombianco sotto al Virèt di Ingria.

Un commento ai risultati di questo primo approfondimento tecnico è arrivato, tramite social, dall’amministrazione comunale di Ingria: “Riguardo al primo via libera scaturito dalla ricerca affidata al Politecnico di Torino relativo al nuovo invaso che potrebbe essere realizzato in Val Soana tra Ingria e Pont Canavese , pensiamo sia corretto evidenziare che eventuali pericoli o criticità di qualsiasi genere (quindi anche di sostenibilità economica e ambientale) dovranno certamente essere verificati da tecnici, ingegneri e professionisti del settore – si legge sul profilo Facebook del Comune di Ingria –  Considerando che siamo a circa un secolo dall’inaugurazione delle tante dighe che sono presenti ed attive per esempio proprio in Valle Orco, riteniamo sia più che lecito attenersi a tutte le verifiche che verranno eseguite in futuro per certificare la possibilità e l’utilità di costruzione di questa grande opera del territorio. Riteniamo che questa sia una risposta di buonsenso alle eventuali polemiche ed opinioni contrastanti: in questo caso la politica non c’entra nulla, conta solo lo sviluppo del territorio e il relativo benessere dei cittadini”.

Sull’argomento “diga in valle Soana”, che promette di diventare di stretta attualità in vista delle ormai imminenti elezioni comunali, è intervenuto anche l’ex primo cittadino di Pont Canavese Paolo Coppo, nel corso di una lunga intervista rilasciata a “Obiettivo news” in cui ha annunciato ufficialmente la sua ridiscesa in campo come candidato a sindaco del paese di fondovalle alle amministrative del prossimo mese di giugno, affermando tra l’altro che “L’eventuale costruzione della diga in valle Soana và vista come una risorsa”.

“Se il Comune di Pont, al di là che non ha titolo per decidere, non fosse d’accordo e potesse dare un diniego – ha aggiunto Coppo – questo muro della diga basta farlo 50 metri più indietro e ricadrebbe su un altro Comune che è d’accordo (Ingria, ndr) , con gravissime perdite economiche per il Comune di Pont. E poi questa risorsa và sfruttata perché porterà lavoro”.

Opinione quindi in sintonia con l’attuale presidente dell’Unione Montana Valli Orco e Soana, e sindaco di Frassinetto, Marco Bonatto Marchello: “Il presupposto di questo progetto è legato al cambiamento climatico in atto ed al progressivo scioglimento dei ghiacciai – sostiene il presidente Marco Bonatto, fin dall’inizio uno dei più accesi sostenitori della necessità di questa opera  – e lo stesso andrebbe ad inserirsi e ad integrare l’attuale sistema di invasi del bacino dell’Orco, con l’uso plurimo delle risorse idriche per produzione di energia idroelettrica ma anche a beneficio dell’agricoltura della pianura canavesana e per usi potabili”.

Intanto l’attesa del più volte promesso coinvolgimento diretto dei valligiani, per sentirne pareri ed umori, rischia per il momento di allungarsi: “Prima dovremo ancora far effettuare un ulteriore studio di verifica mirato sugli aspetti geologici e geotecnici del progetto – precisa ancora Bonatto – e solo dopo potremo confrontarci con tutti i dati in mano con i cittadini”.

Anche se, và detto, almeno per il momento la maggior parte degli abitanti di Pont e della valle Soana, a parte qualche isolato commento sui social, sembrano seguire con un certo distacco lo sviluppo dell’iter progettuale di questa gigantesca opera che, se realizzata, cambierà però per sempre, se non il destino, quantomeno il paesaggio della bassa e media valle Soana.

                                                                                   Marino  Pasqualone