Al termine…-Lettera di Babbo Natale alla sorella che vive in Lapponia -GRAZIE DI CUORE! -Le pallide giornate di dicembre – Darsi la zappa sui piedi. -L’abete nano di Natale.. – La vita senza sorrisi e umana comprensione è simile ad una lampada senza olio. -Ciao 2015 -VOTAZIONI ADSP -FIDAS Gruppo Comunale L.Tarizzo – D. Chiarabaglio di Favria . le pagine di Giorgio Cortese

Al termine…
Al termine delle strade non c’è la strada ma il traguardo. Al termine della scalata non c’è la scalata ma la sommità. Al termine della notte non c’è la notte ma l’aurora. Al termine dell’inverno non c’è l’inverno ma la primavera. Al termine della morte non c’è la morte ma la vita. Al termine dell’umanità non c’è l’uomo ma l’Uomo-Dio. Al termine dell’avvento non c’è l’avvento ma il Natale. Joseph Folliet (1903-1972)poeta francese

Il mio animo è simile al vestito del povero perché dove è stato rappezzato più volte che è più forte di prima.

Lettera di Babbo Natale alla sorella che vive in Lapponia
Anche quest’anno sono state scritte molte lettere a Babbo Natale. Lui non le ha neppure lette perché ha passato tutto il tempo appeso ai balconi o messo a tremolare davanti ai negozi come un rimbambito, non ne ha avuto l’occasione. Alcune lettere, i giornali le hanno pubblicate con la stessa delicatezza con cui pubblicano le intercettazioni telefoniche, e i lettori, pensando che fossero appunto atti giudiziari, hanno girato pagina perché anche loro non ne possono più. Invece di lettere “a Babbo Natale”, pubblico in esclusiva una lettera “di Babbo Natale”, indirizzata alla sorella che vive in Lapponia, nella valle ghiacciata dove scorre, talvolta, se non è a sua volta ghiacciato, il Tuloma-Kola. La lettera mi è giunta casualmente e misteriosamente, trovata questa mattina nella buca delle lettere, nel giorno di Natale! “Carissima, fra pochi giorni torno a casa, ma ti dico subito che ho chiuso con l’Italia. Ricordi? Anche tu mi suggerivi questo Paese: Vai lì. Si mangia bene, puoi fare quello che ti pare, nessuno ti controlla, il clima è buono ed è cambiato anche il governo!. Ma le cose non stanno esattamente così. Me ne sono accorto appena sono arrivato. I lavori più umili e rischiosi li hanno riservati a noi stranieri. Siamo stati costretti ad adattarci, ma sapessi con quanta fatica, nella speranza di ottenere il permesso di soggiorno. Da oltre quindici giorni, sono rimasto appeso al quarto piano di un palazzo del centro. Con una mano mi sono aggrappato a un cornicione, con l’altra tenevo stretta la corda. Tu sai che soffro di vertigini, e alla mia età e con il pancione che mi ritrovo, dovrei starmene tranquillo in poltrona accanto al fuoco. “Oh – mi dirai – ma non ci pensi ai bambini? Chi glieli porta i regali?” Ma chi se ne importa. I bambini oggi fanno tutto con internet: scaricano musica, film, scrivono i blog e mandano in rete i loro filmini. Non possono scegliersi da soli anche i regali su eBay e lasciare in pace noi?Il palazzo dove mi hanno appeso sta proprio in centro: una confusione che non hai idea. Traffico impazzito e nuvole di smog. Per respirare un po’ bisogna aspettare la domenica ecologica. Fai così il pieno dei polmoni che però non ti basta per l’intera settimana. Sapessi le polveri sottili come mi hanno ridotto la pelliccetta! Dubito che riuscirai a farla ritornare bianca quando torno a casa. Ieri è capitata una cosa molto curiosa. Ho visto arrampicarsi affianco a me un Babbo Natale che non credo sia delle nostre parti. Saliva lesto, anche perché il suo sacco era vuoto. Arrivato al davanzale ha rotto il vetro con una gomitata ed è entrato nell’appartamento. Dopo un quarto d’ora l’ho visto ridiscendere con il sacco pieno che l’appesantiva. Lentamente è calato sul marciapiede ed è scomparso nella metropolitana. Alcuni gli hanno anche dato qualche centesimo e hanno voluto che facesse una foto insieme a loro. Nostro cugino non se l’è passata meglio. Anche lui ha deciso che in Italia non ci metterà più piede. Da quando è qui l’hanno messo davanti a un supermercato se ne sta tutto il giorno a scampanellare e a tremolare come un crème caramel scosso dal vento. Dovrebbe riposare: il suo Parkinson peggiora ogni giorno di più. Poi gli hanno detto che scampanellare non basta e che doveva cantare Jingle bells. Cara, lo sai che Jingle bells ha deliziato anche noi, ma, credimi, dopo due ore filate di Jingle bells rimpiangi perfino un cantante stonato. Ma fosse niente. Ieri pomeriggio, due giovani che uscivano di corsa da un negozio hanno cominciato a sparare. Passava di lì una pattuglia di agenti che hanno risposto al fuoco.”Staranno girando un reality show sui negozi, – ha pensato nostro cugino – o forse una fiction, “ perché qui in Italia – devi sapere – fanno ormai reality su tutto. Macché: facevano sul serio, e poco c’è mancato che si beccasse una pallottola. Capisci che Natale abbiamo passato? L’anno prossimo, il Natale lo faccio ai Caraibi. A presto. Babbo Natale”
Favria, 25.12.2015 Giorgio Cortese

GRAZIE DI CUORE!
Immaginate di trovarvi nella sera di Natale in chiesa, tutta gremita, preso dalla liturgia quando quasi verso la fine della funzione venite assaliti da un calore, che porta copiose gocce di sudore. La prima umana reazione è quella di sbottonarsi il pesante giaccone, pensando di essersi vestiti troppo pesanti. Ma silenzioso nell’animo si insinua il malore che cerca di farti piegare le gambe, vieni poi anche assalito da un senso di nausea e di ricercare aria fresca che accarezzi il viso, ma che sia molto di più di una semplice carezza. Cerchi allora di uscire, ma sei impacciato, solo dopo quando è tutto finito, rivolgi un sincero grazie a chi ti ha aiutato, perché forse con le tue gambe non andavi molto lontano e per terra saresti miseramente rotolato. Fuori senti voci di persone che ti chiedono come stai, ma Ti arrivano come un eco lontano, sembra che l’audio funzioni ad intermittenza, l’unica cosa che comprendi e che di li non ti muovi, ci sono loro ad aiutarti. Questi amici, donne e uomini che scrivono la storia vera, quella di tutti i giorni, inventando la speranza e portando salvezza. di persone umane che agiscono come persone normali ma che, nell’insieme del loro agire, sono angeli, perché il messaggio che essi ci mandano è un lieve brusio di Dio e il loro esempio mi aiuta a vivere. Grazie perché con stupore sorpresoo, chi mi ha prestato una spalla, chi mi ha teso una mano, chi cercando di farmi parlare, chi corre a casa ad avvisare i miei famigliari, chi ha teso una mano e messo a disposizione un automobile. Adesso che tutto è passato Grazie per avermi saputo sorprendere della Vostra profonda umanità che non avete solo nella notte di Natale ma per 365 giorni all’anno. Grazie dei vostri sorrisi, del vostro calore umano che fate sentire il mio animo in una oasi di serenità per le emozioni che trasmettete ogni volta che Vi incontro. Grazie a tutti Voi che ogni giorno incontrandoVi colorate i miei giorni di sole e le mie notti di stelle. Ritengo che aiutare, amare, voler bene è un dono che Dio ha dato ad ognuno di noi. Dovremmo sfruttare sempre questo dono meraviglioso. Basterebbe guardarsi intorno, tutti abbiamo bisogno di dolcezza. GRAZIE! Giorgio Cortese

I creativi, sono quelle persone che ogni giorno sognano cose mai esistite e allora si dicono: “Perché no?”

Le pallide giornate di dicembre
Al mattino mentre e mi lavo il viso, già nello specchio mi sembra già di vedere l’ombra dell’inverno con il suo pallido sole che scotta. A dicembre, nelle fredde e monotone giornate senza neve, il sole sembra che scotti come se avesse la febbre e fa starnutire. Il pallido sole di dicembre mi accompagna una domenica mattina nella mia settimanale visita al cimitero, illumina l’erba bagnata e la facciata rosa di una casa. Dopo una starnuto trovo che tutto sia gioviale e saluto con un caloroso buongiorno, il raffreddore frutto di questa stagione. Queste giornate così opache sono simili a quando il niente mi invoglia a non pensare e, non ho voglia che di briciole di pensieri in fondo all’animo. In queste giornata dal pallido sole invernale amo camminare molto la domenica mattina per sentire sotto le suole delle scarpe lo scricchiolare dei miei pensieri persi su ragionamenti fangosi e pieni di rigidi steccati. Ma il silenzio che mi circonda mi aiuta a liberami dei pensieri appannati di ricordi sbiaditi che divengono con il passare degli attimi di tempo sempre più nitidi. Mi fermo e rimango sospeso sul pensiero del mio quotidiano galleggiamento e sembra che le alte finestre del palazzo mi sorridano. Mi riprendo, e continuo il mio cammino dipanando uno alla volta i miei pensieri che durante la settimana si erano raggomitolati nell’animo. Verso sera nel breve respiro della notte mentre lente ed anonime nell’inverno vengono scandite le ore lascio scivolare i miei pensieri sulla scia di un’invisibile cometa dei desideri e prima di chiudere gli occhi, ho la certa speranza che anche la luna mi sorride…e chiudo gli occhi
Favria, 26.12.2015 Giorgio Cortese

Purtroppo per loro certe persone sono ignoranti superbi e arroganti non ascoltano mai e parlano sempre. Hanno delle piccole menti con idee nane ma la loro presunzione è più grande delle montagne.

Darsi la zappa sui piedi.
Data la conformazione dell’attrezzo xostituito generalmente da una lama a forma di trapezio e inastata quasi un obliquio su di un manico di legno, è si umanamente possibile ma abbastanza inprobabile, salvo essere totalmente disattenti ed incauti. Per estensione nel linguaggio comune, darsi la zappa sui piedi equivale in senso figurato a produrre del danno a noi stessi, comw quando certe persone cadono in contraddiuzione promettendo la luna e poi non salendo nenache sopra il livello del mare. Questo avviene perché queste persone portano in campo argomenti che sono in contraddizione di quando paffermato tempo prima. L’immediatezza espressiva di questo modo di dire ben richiama il senso delle conseguenze negative di un’azione incauta.
Favria 27.12.2015 Giorgio Cortese

Mi rendo conto sempre di più che è nella semplicità dei gesti che trovo la serenità.

L’abete nano di Natale.
Una sera uscendo tardi dal lavoro e lungo la via incrocio dei bellissimi alberi di Natale addobbati con delle scintillanti luci, ed avviandomi verso il parcheggio trovo al bordo della strada frequentata dal traffico e dai pedoni un’ albero di Natale solitario. Preso dai mei pensieri sento una vocina che sussurrava:” Hoi! Hoi! Mi fanno il solletico!” alla mia domanda del perché aveva solletico con la sua esile vocina mi diceva: “sono i bei addobbi che mi hanno messo, verso sera con l’abbassarsi della temperatura e l’accendersi delle luci, ho un simpatico solletico e trattengo a stento la voglia di ridire per la felicità di trovarmi qui!” Gli ho chiesto se non aveva paura di essere portato via di notte e lui mi dice: “Non mi preoccupo che mi rubino, perché sono piccolo, sono ancora un abete nano”, Con incredulità gli ho chiesto perché parlava e lui di rimando: “O bella sono un’ albero parlante. Molti di noi parlano, ma solo di sera quando voi umani siete a dormire nel caldo delle Vostre case e non c’è più nessuno! Ma se qualche umano si avvicina smettiamo subito per non spaventarlo” Prendo coraggio mi presento e gli chiedo da quale paese proviene e lui: “I miei avi, centinaia di boschi fa, gli alberi misurano il tempo così, provengono dal nord Europa dove l’inverno è rigido, io sono nato orfano in un vivaio e adesso mi trovo qui in questo bel vaso”. A questo punto l’abete diventa chiacchierone e mi dice che gli hanno narrato degli abeti più anziani che a loro volta lo hanno saputo da altri abeti anziani di decine di boschi, che i primi suoi antenati sono stati addobbati nel 1605 quando a un signore tedesco in visita a Strasburgo, che vide in quella città, per la prima volta, un albero decorato a festa per il Natale, con abbellimenti fatti con la carta, con la frutta e con dolcetti e da li hanno iniziato anno dopo anno ad essere addobbati per il S. Natale. Prendo ulteriore confidenza ed incuriosito gli chiedo se è contento di stare qui lungo la via e lui con la voce flebile mi risponde di si e spera che dopo le feste di Natale venga messo a dimora nella terra per continuare a vivere. Gli prometto che farò in modo che questo accada e lui mi risponde che per gratitudine in cambio mi offrirà più verde e ossigeno” Ecco mi sveglio avevo sognato. Ma penso che nella vita di ogni giorno per fare del bene non ci voglio dei grani gesti ma delle piccole azioni che unite a molte altre possono contribuire a salvare il nostro pianeta, la nostra tanto amata e maltratta Terra, il pianeta blu.
Favria, 28.12.2015 Giorgio Cortese.

Sembra che a volte le parole non servano. Non è vero, credetemi, le parole dette al momento giusto hanno un valore enorme.

La spazzatura
La spazzatura oggi è un problema, per chi gestisce le città e anche per noi cittadini che paghiamo caro e salato. L’immondizia puzza è difficile da smaltire e quando si decompone rilascia gas metano, un gas serra che potrebbe essere una risorsa energetica. In certi paese, a Durban in Sud Africa si cattura il metano prodotto dai rifiuti urbani e lo si converte in elettricità, un sistema che combatte il problema del cambiamento cliematico evitando il rilascio di metano nell’atmposfera e riducendo la diperndenza da alttre fotni di energia inquinanti. Oppure la gestione dei rifiuti a monte con il riciclio e qui da noi?
Favria 29.12.2015 Giorgio Cortese

Nel mondo ci sono persone che si muovono col cuore e trasmettono dai loro occhi occhi una serena felicità e altri solo per freddo calcolo opportunistico e vedo nei loro occhi la tristezza della bramosia che pena.

La vita senza sorrisi e umana comprensione è simile ad una lampada senza olio.
Il mese scorso, un sabato mattina l’amico Pietro, fonte di continua conoscenza, mi spiegava che aveva effettuato la raccolta delle olive che poi aveva portato al frantoio per ricavare dell’ottimo olio. Pensando al suo racconto, alla cura impiegata nel dividere le foglie dalle olive, nell’osservare attraverso lo smarphone i vari passaggi video filmati non ho potuto non pensare all’importanza che riveste ancora adesso l’olio di oliva nella nostra società post industriale ed internauta digitale. L’albero di ulivo è una pianta dalla straordinaria longevità e resistenza, persino dopo le estati più secche e gli inverni più rigidi continua a crescere forte e regalare frutti. Questo spiega il motivo per cui si riteneva anticamente che l’olio di oliva conferisse forza e giovinezza a chi lo consumasse. In effetti le prime civiltà mediorientali facevano affidamento sull’olio di oliva per curare qualunque disturbo e ancora oggi molti continuano a berlo quotidianamente per mantenersi in salute. In passato, l’olio di oliva era ampiamente utilizzato nell’ambito di cerimonie religiose e rituali come i battesimi o all’interno di templi, così come per consacrare il capo di re, nobili e persino condottieri vittoriosi. Noè sull’arca, per sapere se era cessato il Diluvio Universale, attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall’arca e la colomba tornò a lui sul far della sera e aveva nel becco un ramoscello d’olivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra da allora l’albero dell’ulivo diventa simbolo del popolo di Israele. Nella Bibbia i re d’Israele venivano unti con olio di oliva sul capo nel momento della loro consacrazione., l’olio era l’unguento prezioso degli atleti olimpici, serviva agli Egizi per la mummificazione e ai Babilonesi per divinizzazione. Inoltre nell’antica Grecia i vincitori dei Giochi olimpici e i coraggiosi vincitori di battaglie venivano onorati con ghirlande di rami di ulivo. Gli Spartani seppellivano i loro defunti su un letto di ramoscelli di ulivo per proteggerne le anime, mentre coloro che assistevano ai funerali indossavano corone di rami di ulivo per proteggere se stessi dal male. La leggenda narra di come il dio del mare Poseidone e la dea della saggezza Atena facessero a gara per trovare il dono più prezioso da fare all’umanità. Poseidone offrì un cavallo, mentre Atena regalò un albero di ulivo. Si dice che proprio ai piedi di tale pianta siano venuti alla luce tutti gli dei dell’antica Grecia. In virtù dei suoi molteplici utilizzi, fonte di riscaldamento, alimento, medicinale e profumo, fu l’ulivo a essere scelto come il regalo più prezioso. In ringraziamento ad Atena per questo suo dono, la principale città della Grecia venne chiamata in suo onore Atene. All’olio è anche legato l’aneddoto dei frantoi di Talete. Questo episodio è narrato da Aristotele, nel libro “La Politica”. Talete di Mileto, era un grande filosofo, ma non godeva di grande credito tra i suoi contemporanei nell’Antica Grecia, che lo prendevano in giro per la sua povertà, lampante dimostrazione della inutilità della sua filosofia. Ma questo filosofo, aveva una cultura vasta in moltissimi altri campi, anche scientifici ed in base alle sue conoscenze predisse, ancora in pieno inverno, un abbondante raccolto di olive. Allora avendo a disposizione una piccola somma di denaro prenotò l’utilizzo dei frantoi, pagando, poiché era in anticipo, un prezzo molto basso. Durante l’autunno, come, da lui previsto, arrivò l’abbondante raccolto, tutti avevano bisogno dei frantoi e Talete li diede in uso a prezzi molto alti, ricavandone una grande quantità di denaro. Insomma Talete aveva inventato i derivati e la relativa speculazione! Sicuramente l’alto prezzo dei frantoi avrebbe potuto invogliare nel frattempo degli industriosi concittadini ad investire del denaro per costruirne altri frantoi in tutta fretta. Col risultato che l’anno successivo, essendoci più frantoi attivi, se Talete avesse voluto ripetere l’investimento, avrebbe guadagnato molto meno a parità di raccolto. Quindi i cittadini di Mileto avrebbero iniziato a pagare meno per l’olio d’oliva. Oppure qualche ricco proprietario di uliveti, amico del politico di turno, avrebbe potuto chiedere, ed ottenere, un intervento pubblico per limitare la speculazione. Per esempio, un tetto massimo al prezzo di utilizzo dei frantoi. Talete, molto probabilmente, sarebbe morto povero. Ma non solo, siccome il buon politico che pensa ai poveri, mettendo un tetto al prezzo, ha fermato la “diabolica speculazione”, l’anno dopo l’olio d’oliva sarebbe costato esattamente la stessa cifra. Nel frattempo invece di Talete si sarebbe arricchito il proprietario del frantoio amico del politico demagogo, ed oggi questo succede spesso. Ma che cosa ha poi fatto Talete, ha sfruttato le sue conoscenze in agricoltura con l’evento positivo, insomma quando il caso incontra l’occasione. Ha tratto al massimo dai mezzi che aveva a disposizione. Questa è la bellezza della vita nel saper cogliere le sfumature di ogni singolo attimo. Ogni giorno ritengo che bisogna sapere cogliere l’attimo e vivere la vita assaporandone ogni momento, affrontando con pazienza e serenità i problemi che essa mi riserva. Sdrammatizzando e tollerando, vivendo ogni attimo con leggerezza e gioia. Ricordandomi sempre di portare sempre un sorriso con me nell’animo da regalare alle persone che incontro, perché con il mio sorriso posso rallegrarle e rassicurarle, perché la vita senza sorrisi e umana comprensione è simile ad una lampada senza olio di oliva
Favria, 30.12.2015 Giorgio Cortese

Kierkegaard diceva: “Quanto più forti e dinamiche le opposizioni, tanto più c’è bisogno di ironia per domare e dominare gli spiriti che vorrebbero farla da tiranni. Più c’è ironia, tanto maggiore è la libertà poetica…” Perché vivere non è solo respirare, senza sprecare un secondo della vita che ci è stata donata, vivere dura solo un attimo, un attimo fatto di gioia e di amarezza. Il cammino della vita è fatto di sconfitte e vittorie. Ognuno di noi ha la sua personale corazza per sopportare i colpi, perchè una felicità indenne da colpi non sopporta alcun colpo.

Ciao 2015
Tramonti già. E pensare che ieri, soltanto ieri sorridevi alle soglie della vita e nell’animo di tutti noi esseri umani facevi sbocciare i migliori proponimenti. Eri nato con sogni lusinghieri e portavi nei nostri animi la speranza di immensi desideri. Ma ecco che hai già finito il tuo cammino e adesso aspetto con ansia ed impazienza il nuovo anno nel quale ripongo di nuovo tutti i miei desideri. Ed allora auguri a noi che siamo caduti, ma ci siamo sempre rialzati. A noi che abbiamo sofferto, ma abbiamo imparato la lezione e ci siamo tenuti il dolore dentro con grande dignità. A noi che continuiamo a sorridere, malgrado tutto e tutti, e malgrado la sorte non troppo benevola. A noi che brindiamo al nuovo anno, non perché crediamo che da domani come d’incanto tutto si aggiusti, ma perché per oggi vogliamo mettere da parte i problemi e divertirci anche noi. A noi che da domani siam pronti di nuovo a rimboccarci le mani per tirare avanti nel migliore dei modi, giacché nessuno ci regala niente. A noi che contiamo solo su noi stessi e su quelle poche persone preziose che col tempo abbiamo imparato a riconoscere e tenerci strette.A noi che meriteremmo un po’ di felicità, perché anche nei momenti più difficili non abbiamo mai smesso di amare la vita.Un brindisi a noi e alle persone meravigliose che siamo. Auguri sinceri a tutti di felice 2016!
Favria, 31.12.2015 Giorgio Cortese

ADSP -FIDAS Gruppo Comunale L.Tarizzo – D. Chiarabaglio di Favria
Risultati elezioni Direttivo per il triennio 2016-2018 tenutesi il giorno 19 dicembre c.m:
Caboni Bartolomeo voti 15
Cortese Giorgio Domenico voti 84
Foresta Santa voti 9
Gazzetto Sandro voti 29
Giolitto Deina Giovanni voti 9
Lazzarano Carmela voti 24
Macri Nicodemo voti 67
Massaro Barbara voti 13
Ottino Irvin voti 6
Pretari Franco voti
Salvajre Maria Angela voti 34
Spaducci Antonello voti 27
Varrese Vincenzo voti 38
Zaccaro Morena voti 13
Grazie a tutti i donatori che hanno donato il sangue un semplice ma grande un atto di generosità nei confronti dell’altro e di noi stessi oltre che un atto di salvaguardia della salute. Vi ringrazio per il Vostro dono e dedico i miei pensieri di questo Natale a tutte le persone che sanno resistere, reinventarsi, riciclarsi, rinascere dalle proprie ceneri come l’araba fenice, più belli e forti di prima. Dedico i miei pensieri di questo Natale alle persone che sanno stringersi intorno a un albero con amore. Dedico tutti i pensieri di questo Natale alla Speranza. alla Calma, alla Perseveranza. Doti che si dovrebbe sempre provare a coltivare nella vita, perchè senza di esse saremmo perduti subito. Dedico questo Natale a chi, nonostante tutto, lascia entrare un po’ di aria di festa nel cuore, senza sollevare muri, e senza chiudere le porte del cuore. Grazie ancora, ci vediamo con il neo eletto Direttivo martedì 29 dicembre alle ore 21,00, in questi giorni prima del Natale sono giorni dedicati alla famiglia ed alla serenità. Ed io vi auguro i più sinceri auguri di Buon Natale e ancora un grande grazie di cuore a tutti i 380 donatori che anche nel 2015 hanno raggiunto le 530 sacche di sangue, numeri non ancora definitivi. GRAZIE del dono e per il 2016 il mio auspicio e di continuare a crescere!
Favria, 20.12.2015 Giorgio Cortese.