Anduvinej! – La rava e la fava -Superlativo!- Res gestea favriesi. 21 gennaio 1972 la Biblioteca Comunale- Sono arrivato a 100…le pagine di GIORGIO CORTESE

Anduvinej!
Mia mare a l’ha fame e mi faso mia mare? Mia madre ha fatto me ed io faccio mia madre?
A l’è nen pì gròssa che la piota d’na galin-a ma guera tuta la cassin-a? non è più grossa della zampa di una gallina ma custodisce tutta la cascina?
a.i è quatr bote pien-e con la nata forà e virè a l’an-giu ch’as verso mai? Ci sono quattro bottiglie piene con il tappo forato e girate all’in giù che non si versano mai?
A-i è ‘n salot reusa con trentedoe poltron-e bianche e na balarin-a an mes ch’a bala? C’è un salotto con trentadue poltrone bianche e una ballerina in mezzo che balla?
Favria 18.01.2016 Giorgio Cortese

Oggi ho vissuto un giorno straordinario che non è ieri, e domani vivrò un giorno magnifico che non sarà oggi.

La rava e la fava
Ci sono modi di dire che hanno spiegazioni antiche, e altri che, non trovo spiegazione nemmeno sui testi più altisonanti. Alcuni giorni fa, mattina un amico mi ha detto questo modo di dire : la rava e la fava. Il mio amico non ha saputo spiegarmi l’origine di questo modo di dire, colto da un raptus, controllo su diversi vocabolari, non c’è nulla, non esiste rava, né lo si trova sotto, o collegato con, il lemma fava. Si può sapere perché parliamo in questo modo? Dopo una ricerca accurata sono arrivato alla seguente risultato. Parto da rava, che è un’espressione dialettale piemontese per indicare la rapa che deriva dal latino rapa , parola in uso dal XIV secolo. In piemontese si denomina rava, perché la parola dialettale deriva dal francese rave. Da questo ortaggio sono nati molti modi di dire come avere il cuore di rapa, per indicare una persona vile; testa di rapa per indicare una persona sciocca; spirito di rapa, battuta, motto molto sciocchi; valere una rapa, non valere nulla; cavar sangue da una rapa, voler ricavare da persona o cosa ciò che non può dare, perché ne è completamente priva; aver la testa come una rapa, completamente calva o rasata, ed infine confettare una rapa, per indicare di chi fa cortesie a chi non se le merita. Posso supporre che derivi dall’immagine di una pianticella descritta in ogni sua parte, dalla radice al frutto, da qui l’idea di partire dalle cose più importanti per arrivare alle minuzie, senza trascurare nemmeno le piccolezze. Per arrivare alla rima con fava si sarebbe trasformata in rava la voce dialettale “rama”, che in molte località sta per “rami”, quindi frasche e fogliame. Secondo altri pare che abbia a che fare con una ricetta di minestrone contadino dove si metteva di tutto. Al riguardo della fava non sto certo qui a raccontarti la rava e la fava.
Favria, 19.01.2016 Giorgio Cortese

La vita è un attimo dell’eternità

Superlativo!
I piatti gustati da Rosselli 77, Ristorante & Antiquariato a Salto di Cuorgnè possono essere definiti con questo aggettivo: superlativo! Perché sia il luogo, l’accoglienza, la cucina portano in alto il piacere non di mangiare ma di gustare dell’ottimo cibo. Già il luogo è fantastico e raccolto a misura familiare, ma poi i vari piatti sono di volta in volta eccellenti, eccezionali, fantastici non trovo aggettivi migliori per descriver che cosa ho mangiato e gustato. Posso solo dire che per avere un idea dovete assolutamente andare li a mangiare. Qui non parlerei di alta cucina, ma di cucina d’autore. La cucina d’autore punta sulla creatività e sulla qualità delle materie prime che sapientemente cucinate danno dei risultati mirabili sia come si presentano che al gusto quando si mangiano. Dicono che un buon piatto può cambiarci di umore, allora dopo aver mangiato in maniera così superlativa il mio umore è andato alle stelle, ma gli ottimi piatti rendono onore è gloria a chi li ha realizzati
Favria, 20.1.2016 Giorgio Cortese

Nella vita purtroppo non c’è bisogno di tanta matematica perché sono poche le persone su cui contare.

Res gestea favriesi. 21 gennaio 1972 la Biblioteca Comunale
Dalla Gazzetta del Canavese del 1972 ho trovato questa interessante notizia, uno spaccato della vita culturale favriese nel lontano 1972:”Alla Biblioteca popolare che ha sede nelle vecchie scuole elementari è avvenuto il cambio di libri, come di uso ogni tre mesi con altri buovi provenienti da Ivrea. La Biblioteca è attualmente frequentata soprattutto da ragazzi, mentra da circa due anni il pubblico adulto ha rallentato le letture. In conseguenza di tale cambiamento nella frequenza e nel gusto dei lettori sono stati sviluppati soprattutto incrementi di libri per ragazzi. Anche il lettore adulto può trovare però ottimi romanzi”, e qui vengono citati £Pratolini, Hemingway, Cronin, Steinbeck, Bulgakov. L’articolo prosegue cosi: “e saggi interessanti di geografia e viaggi, di storia, di scienze. Presso la Biblioteca è ancora possibile reperire enciclopedie o dizionari utili pe ricerche scolastiche da parte degli studenti delle scuole medie. Nei limiti delle possibilità della locale biblioterca ogni domenica il responsabile della biblioteca cerca di soddisfare il gusto e le le aspirazioni del pubblico. La biblioteca è aperta a tutti, ogni domenica dalle 10 a mezzogiono.”
Favria, 21.01.2016 Giorgio Cortese

Se nella vita quotidiana non affronto le avversità con la schiena dritta non saprò mai conoscere la mia forza interiore. Per misurare la forza dell’animo che possediamo non c’è un regolo, un metro, o una scala graduata in tutto l’intero mondo lunga abbastanza per calcolarla. Ma purtroppo possediamo una grande forza di cui facciamo buono o cattivo uso centinaia di volte al giorno.

Resoconto donazioni di martedì 13 gennaio
Donatori previsti 56- raccolta sacche sangue intero 49 + 6 donatori non idonei + 2 candidati + 1 nuovo e 3 esami

Sono arrivato a 100
Nella vita ognuno di noi può essere un donatore. Certo una donazione in se per se spaventa tutti, e infatti la maggior parte della popolazione si “nasconde” dietro questa paura per giustificarsi quando dice di non voler donare. Io sono convito che se solo ci fosse una informazione più divulgata, più approfondita, molte persone che ora sono indecise su una donazione, si convincerebbero che è la cosa più giusta da fare. Io sono un donatore Fidas, che credo nel volontariato vero, come la donazione del sangue un gesto generoso, umile e silenzioso. Dire che donare sangue sia da tutti considerato un gesto di alto valore civico e di altruismo, è cosa intuibile, al di là di ogni ragionevole dubbio e dopo 100 donazioni voglio fare un pubblico ringraziamento. Ringrazio le 50 persone che il 13 gennaio a Favria hanno donato, al Direttivo sempre operoso ed attivo, perché hanno fatto la, cosa giusta da fare per aiutare il prossimo. Ringrazio i dottori ed infermieri per le cento volte che mi hanno accolto con un sorriso in sede di prelievo, ringrazio per la loro competenza e per tutte le spiegazioni che mi hanno sempre dato. Non sono un eroe e ho paura dell’ago, una vera fobia che per 100 volto ho superato, girandomi dall’altra parte, trattenendo il respiro per un piccolo attimo, pensando che il donare il sangue può davvero salvare una vita o addirittura più vite. Pesando per tutte le 100 volte passate che se nessuno lo facesse, molti bambini malati di leucemia non potrebbero sopravvivere, così come le persone in gravi condizioni dopo un incidente o interventi chirurgici. Io sono un donatore ADSP FIDAS e posso assicurare che esco dal prelievo ogni volta più rinvigorito di prima per i pensieri positivi, sopra esposti che conservo nell’animo. Dopo 100 donazioni, apro nell’animo il film dei ricordi e la colonna sonora di questi bei momenti è la soddisfazione di aver fatto del bene facendolo bene. Perché donare: un piccolo gesto ma essenziale. Nel “Il piccolo principe”, c’è la frase “L’essenziale è invisibile agli occhi” Quello che per molti è poco, per altri è tanto, per questo apprezzo sempre di più le cose semplici come il buongiorno, un sorriso ed una piccola gentilezza. E di queste 100 donazioni, sono queste le cose speciali e che danno sapore di soddisfazione ai ricordi. Tutti cercano di realizzare grandi imprese, senza rendersi conto che la vita è fatta di piccole cose che lasciano nell’animo una grandissima felicità. Grazie
Favria, 22.01.2015 Giorgio Cortese

Ogni giorno il “perché“, ovvero la motivazione che mi spinge con sincera passione a perseguire un determinato traguardo, è molto più importante del “come“