Benvenuta Primavera!-Riflessione.-Una dolce tazza di caffè amaro.- Le due lune piene-Res gestae favriesi, iniziati i lavori di asfaltatura. LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Benvenuta Primavera!
Cantava De Andrè: “la primavera non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura, ha le labbra di carne e i capelli di grano, che paura, che voglia che ti prenda per mano, che paura, che voglia che ti porti lontano.”. Domani con il 21 Marzo arriva la: la primavera, era da tempo che l’aspettavo, da mesi attendevo l’allungarsi dei giorni, ne spiavo ogni giorno un piccolo segno. Da domani l’anno si mette a correre veloce, tutto prende ritmo, che bello corro verso l’estate, peccato che dopo il 21 giugno le giornate incominceranno poco a poco si accorciarsi. Con l’arrivo della primavera, la natura si tinge di colori accesi e vivaci e i paesaggi si riempiono di una nuova luce. Questa stagione per molti rappresenta anche una sorta di rinascita interiore dopo il letargo del lungo inverno, mi domando allora se le parole possono descrivere la fragranza del respiro della primavera? In Primavera si placa l’aria, i fiori rompono l’indugio aprendo le corolle, le gemme si dischiudono e offrono la loro gioia di rinascita a tutti noi. La primavera è il momento in cui nel mio animo nascono piani e progetti, si in questa stagione quando la natura riprende la sua bellezza, anche io sono pronto per rinascere dentro di me nel mio animo e caccio via la tristezza, basta a guardare il passato, la noia, la nostalgia, l’apatia. Certo nella vita delle persone mi deluderanno, e feriranno il mio animo, ma non per questo mi fermo e vado oltre. La vera felicità è simile ad una inebriante fragranza che vive racchiusa nell’ampolla più preziosa del mio animo. Essa è sempre presente in me, anche nei momenti più difficili, ma per poter sentire nuovamente il suo inconfondibile profumo devo aprire con forza la sua ampolla e smuovere il suo flusso assopito poiché la sua formula è la vivida mescolanza dei miei pensieri positivi mi appassioni come adesso, benvenuta Primavera.
Favria 20.03.2016 Giorgio Cortese

Ogni istante è eternità, perché l’eternità può sperimentarsi nell’attimo che vivo adesso. Ogni giorno e minuto vissuto con passione è una finestra attraverso la quale posso scorgere l’infinito orizzonte dell’eternità. E chi non sa approfittare dell’attimo, non saprebbe approfittare neppure dell’eternità. E’ nel presente il punto nel quale il tempo tocca l’eternità.

Ritengo che solo la luce che accendiamo a noi stessi, risplende in seguito anche per gli altri. Nella vita di ogni giorno bisogna volere sempre l’impossibile perché il meglio del possibile capiti.

Riflessione.
Purtroppo oggi la maleducazione è arrivata molto in alto. La nostra freddezza li ha lasciati lavorare. La noncuranza per l’ambiente in cui viviamo è il peggior gesto di maleducazione. Coinvolge tutti, persino quei figli che ancora non abbiamo Adesso la ribellione spetta a noi, la vera novità che non si è mai visto nella storia la rivoluzione degli educati, della gentilezza e del buonsenso. Iniziando a distinguerci usando sempre gentilezza, garbo e buonsenso
Favria, 21.03.2016 Giorgio Cortese

Per dirla con Calvino, ogni pagina di Bach è un classico, perché in un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.

Una dolce tazza di caffè amaro.
Il caffè è la bevanda preferita in tutto il mondo e viene assaporata in modo diverso in ogni paese. Si dice infatti che incontrarsi per un caffè è una scusa per dire ad un amico che lo si vuole bene, invitare per un caffè a casa un segno di amicizia e ospitalità. Non c’è nulla di più familiare e rassicurante del gorgoglio del caffè che “sale” sul fornello di casa, mentre il suo delizioso aroma pervade il soggiorno. Johann Sebastian Bach amava il caffè e anche Voltaire, Balzac e altre grandi menti. Si dice che Beethoven contasse con pignoleria teutonica i sessanta chicchi necessari alla preparazione di ogni tazza, in modo che il suo caffè risultasse sempre della stessa forza. Secondo un’antica leggenda il caffè venne scoperto in Etiopia intorno all’anno 850. Nel XVI secolo, attraverso l’Arabia, il caffè giunse al Cairo e a Istanbul, dove nel 1554 venne aperta la prima mescita di caffè. Solo nel 1615 i primi sacchi di caffè vennero portati in Europa. Oggi il caffè è apprezzato in tutto il mondo. Mi spiegava Marco della Gelateria Gallery di Cuorgnè che la tostatura influisce sull’aroma e potrebbe rendere sgradevole la bevanda, se non effettuata correttamente, come la manutenzione giornaliera mattino e sera della macchina con pignoleria svizzera. I chicchi di caffè, prodotti della nostra Madre Terra, dall’aroma eccellente, devono ricevere una tostatura in base al clima per evitare che si bruci, solo con una buona tostatura si permette all’aroma del caffè di emergere. Secondo un pensatore arabo del XVI secolo: “come con arte va preparato, così con arte va bevuto”. Il caffè va degustato, le labbra sono accostate alla tazza risveglia sulla lingua i gusti che inebriano la nostra mente. Degustare, infatti, significa gustare con consapevolezza, integrando piacere sensoriale e godimento intellettuale. Significa intercettare le sfumature dell’aroma e del gusto, viaggiando con memoria e fantasia. La prima ondata di aromi , pare che si sprigioni quando il caffè è attorno agli 80° e viene mescolato per permettere che il profumo, superando lo strato di crema, si diffonda nell’aria. Sono note fresche e leggere di fiori e frutti, dal gelsomino alla mandorla. Una seconda forte sensazione mi arriva dopo l’assaggio, quando la percezione retronasale restituisce aromi più decisi come il burro, il pane appena sfornato, il cioccolato, insomma quello che si intende come “sapore”. Al tatto, insieme all’aroma, è il “corpo” che mi offre una sensazione piacevole di cremosità e morbidezza, vellutata e carezzevole. Come udito, posso dire con un buon caffè potrei accostarlo, per allegoria, a un brano musicale, composto di note aromatiche. Personalmente quando mi trovo a gustare un buon caffè penso che la vita sia un bellissimo e interminabile viaggio alla ricerca della perfetta tazza di caffè. Perché la tazza di caffè è la metafora della vita, posso metterci tutto lo zucchero che voglio, ma se voglio che diventi dolce devo girare il cucchiaino, a stare fermi non succede niente. Una tazza di caffè può sembrare semplice, ma è la cosa più difficile del mondo. Il caffè è un micromondo, una Divina Commedia da leggere in 30 secondi, in un caleidoscopio sensoriale, il cui gusto rimane tutto il giorno in bocca. In conclusione a parte la filosofia non conosco un propellente del cervello migliore degli scacchi e del caffè.
Favria, 22.03.2016 Giorgio Cortese

Per essere davvero equilibrati e sereni è indispensabile che ciò che si fa sia realmente quello che si vuole e non quello che vogliono gli altri.

Le due lune piene.
Un sabato mattina conoscente si è auto paragonato con il sottoscritto come due lune piene, vuoi per la stazza di entrambi e la falsa lieve rotondità della figura. Pensando alla Luna Piena, appunto, tradizionalmente indicata nei calendari con un tondino bianco, per indicare la massima riflessione della luce solare da parte della Luna. La Luna del plenilunio, parola che deriva dal latino, sempre lui, plenilunium , composto da plenus, pieno e luna, ovvero luna piena. Esiste pure il fenomeno definito della SuperLuna si verifica quando la luna è più grande e luminosa della norma che avviene nel perigeo, nel momento in cui la Luna è più vicina si verifica anche la luna piena allora avremo il fenomeno della SuperLuna. La Luna piena è sempre opposta al sole, che la illumina. Questo fa sì che ad ogni plenilunio, luna e sole si trovino in due segni zodiacali opposti. Secondo gli astrologi la Luna piena crea quindi un ponte fra gli opposti, portandone in primo piano la dinamica, facce di una stessa medaglia, gli opposti aprono un asse energetico. Tralasciando queste discutibili interpretazioni anche se pare che la Luna piena è molto adatta alla accolta delle erbe medicinali, Fred Buscaglione cantava” Guarda che Luna”, molto probabilmente si riferiva a una Luna simile che ispirò a Debussy la musica “Guarda la Luna”. La poesia di Verlaine Claire de lune. Certo la Luna è da sempre amica di poeti e romantici sognatori, per gli antichi Greci la dea Luna era la sorella del dio Sole, figlia dei Titani, Tia e Iperione, mostrò da subito un carattere variabile e, ovviamente, “lunatico”. Si divise così in tre personalità distinte chiamandosi Selene da piena, placida e sensuale. Denominata Artemide in fase crescente, cacciatrice energica di prede con cui litigare ed infine, da “nuova” e quindi “nera”, divenne Ecate, malinconica, riflessiva, legata al regno di Ade. Per fortuna sua la Luna ha il senso del tempo e ogni cosa terrena in realtà non tange la Luna la quale “non si cura dell’abbaiar dei cani” ossia dei lamenti inutili e insensati, così come ignora chi vuol mostrar “la luna nel pozzo” illudendoci con false promesse e disprezza chi, presuntuoso e arrogante, si comporta come uno che “siede sul Sole e posa i piedi sulla Luna”. Penso che compatisca invece chi a causa i “chiari di luna”, è costretto a “sbarcare il lunario” magari dormendo all’ albergo della luna, ossia senza un tetto sulla testa e , così tenta di consolarlo con la sua luce chiara, per far le notti meno spaventose. E forse sorride vedendo chi come Mauro ed il sottoscritto hanno non la faccia ma le dimensioni falsamente da “faccia di luna”, tondi e gioviali a dimostrazione che per fare una cosa bene, bisogna esser tagliati a buona luna, perché come recita quell’antico adagio della saggezza popolare: “ se c’è la Luna piena, la giornata che verrà piena di benaccette novità”.
Favria 23.03.2016 Giorgio Cortese

Se voglio vivere a lungo, devo sforzarmi di prendere le giornate come vengono, perché una buona giornata più un’altra buona giornata uguale una

Res gestae favriesi, iniziati i lavori di asfaltatura.
Dalla ricca emeroteca di mio suocero, che ha raccolto negli anni articoli dei giornali locali riguardanti Favria. Per chi non conosce il lemma emeroteca deriva da due parole greche, emero, giorno e teca, custodia, anche se secondo i puristi si dovrebbe dire, più propriamente, efemeroteca, efemero, giornale e teca, custodia, ma il termine errato è ormai entrato nell’uso corrente. Da questa raccolta appunto, trovo un piccolo articolo che mi riguarda, parla infatti di quando hanno asfaltato la strada dove abito. Leggo dalla Gazzetta del Canavese del venerdì 21 luglio 1972: “Si sono iniziati o lavori per l’asfaltatura di alcune strade, deliberate da tempo dal Consiglio Comunale. Appaltatrice dei lavori la ditta Saracco. Tra le strade che Avranno un nuovo manto bituminoso via Lenin Sormano, /dove abito io adesso) che congiunge via Cernaia a via Busano. Un Consigliere liberale aveva proposto di acquistare o affittare la fognatura della conceria Romana e di rifarne il tratto sottostante prima di fare i lavori in superficie. In tal modo il Comune non avrebbe contribuito ad inquinare la roggia che porta acqua a Sant’Antonio ed alla Chiarabaglia, ma la sua proposta non è stata accolta”.
Favria, 24.03.2016 Giorgio Cortese

Certe persone maleducate riescono ad avere torto persino anche quando hanno ragione, la loro intelligenza finisce dove inizia la loro innata maleducazione.