Carnevale, carri, maschere e sfilate elettorali. – Il pane come pretesto. – La finanza della finanziera. – Il domani figlio delle scelte di adesso. – L’entusiasmo!….LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Carnevale, carri, maschere e sfilate elettorali.
Fu Giovenale a coniare questo sistema, meccanismo di potere influentissimo sulle masse romane. “Panem et Circenses”, letteralmente “pane e giochi” era la formula del benessere popolare e quindi politico: distribuzione di generi alimentari, bagni e terme pubbliche da un lato, gladiatori, belve esotiche, corse coi carri, competizioni sportive e rappresentazioni teatrali dall’altro lato. Un vero strumento in mano agli Imperatori per sedare i malumori popolari. Per Cesare i giochi erano una vera passione, oltre che un calcolo politico: la gente gli era grata e gli venivano procurati cariche e onori in quantità. Oggi certi governanti hanno capito, intelligenti loro, che non debbono dare nè pane, nè divertimenti ma solo illusioni, chiacchiere, comunicati stampa e false promesse. Per gli antichi romani, il bagno, era un’attività ricreativa che esaltava le qualità della vita, da noi le strade senza buche, le grandi opere promesse e altro devono rimanere un sogno. Ma, ad osservare attentamente la realtà dove vivo, trovo politicamente scarso quanto hanno fatto i nostri amministratori in questi cinque anni. Scriveva l’attuale Amministrazione cinque anni orsono: “Siamo fortemente convinti che lo sport sia parte essenziale per la società, ed occupi una posizione di tutto rilievo nella formazione dell’individuo, a maggior ragione se é un bambino….omissis… saranno mantenute le collaborazioni con tutte le associazioni sportive che quotidianamente svolgono attività all’interno delle varie strutture comunali messe a loro disposizione.” Aggiungevate : “ Qualora eletti, le direttrici che guideranno la nostra Amministrazione nel prossimo quinquenni, saranno due, che racchiudono il loro senso in due parole: Conservazione e Sviluppo. Conservazione significa mantenimento, anche con mirate migliorie, delle strutture sportive esistenti, quali il campo da calcio di via Busano e del Parco Bonaudo, in modo da garantire la continuità delle attività agonistiche. Sviluppo vuol dire dar seguito a quanto annunciato in sede di presentazione del centro polifunzionale “Acqua al Centro”, dove c’impegneremo a trovare gli strumenti giusti affinché quello che oggi è uno studio di fattibilità diventi un progetto esecutivo e poi una struttura fruibile da tutti i cittadini.” Invito i cittadini a confrontare quanto promesso dagli attuali governanti della nostra amata Comunità su quanto promesso per lo sport ma leggete anche quanto del programma elettorale è stato quanto realizzato, per trarre le proprie conclusioni e verificare se siano conformi o meno alle mie o non sia trattato politicamente di un buco nell’acqua. La vita di una Municipalità ritengo sia molto di più! Ma forse in questi cinque anni come ogni paese, ogni città, ogni regione, ogni nazione abbiamo avuto “i governanti” che sono stati scelti e ci siamo meritati!
Saluto con il ritornello una antica canzone di carnevale favriese del 1914, adattabile alla nostra attuale realtà politica: “a v’cherso la branda, sigale e tabach/ a nom ‘d la lege v’ lo buto ‘n tel frach/e peui per calmeve a v’arfilo ‘l chinin/ e noi j’ pagoma… e aria majin!”
Favria 6.02.2017 Giorgio Cortese

Ogni giorno su questa terra il cielo ed il mare sono come due specchi che di giorno si riflettono, di notte si ascoltano ed io con calma placida proseguo il mio quotidiano cammino.

Il pane come pretesto.
Se entro nella boulangerie a Favria in via San Pietro ad acquistare del buon pane, già pronunciando “bou-lange-rie” il suono di questa parola francese mi riempie la bocca, poi entrando una domenica mattina, aperto anche al mattino di quel giorno, la bocca nell’assaggiare quel pane si è misurata con le sue varie fragranze del pane. In questa La Boulangerie, così si chiama il negozio entriamo nel tempio della farina, dove la guest star è il burro e gli altri attori si chiamano lievito, sale e zucchero. Ero entrato per compare del pane ma poi ho acquistato diversi sfizi di dolci. Ritengo che il mestiere del panettiere sia una di quelle attività ipnotiche, come una danza di qualche antica cerimonia e quando entri nella panetteria, pardon La Boulangerie di Favria, l’olfatto si inebria dei più dolci profumi del mondo. L’odore della buona cottura del pane è per conto mio simile al suono dell’acqua che scorre con leggerezza, è indescrivibile nella sua evocazione di gioia e innocenza. Certo non si vive di solo pane, è vero, ci vuole anche il companatico ma l’arte di renderlo più economico, più sapido, più sano, lo dico e lo sostengo, questa si che è vera arte. La nostra stessa esistenza è come la macina di un mulino che trasforma i chicchi di grano in farina, e noi come novelli panettieri separiamo la crusca dalla farina e quest’ultima ogni giorno la impastiamo affinché diventi il pane della vita. In conclusione entrando nella Panetteria Pasticceria La Boulangerie di Kupriienko Iuliia a Favria in Via san Pietro 8 si acquista un pane e dei dolci che incorporano un’assordante varietà, come un universo in miniatura che svela le sue ramificazioni nel corso della degustazione. L’assalto, della fame, da subito si scontra con la croccante muraglia della crosta, dopo che ha superato questa barriera il mio animo resta sbalordito dalla remissività che gli riserva la mollica fresca. È quasi sconcertante l’abisso che c’è tra la scorza screpolata, a volte dura come pietra, a volte semplice manto che cede ben presto all’offensiva, e la morbidezza dell’interno che si raggomitola nelle guance con carezzevole docilità
Favria 7.02.2017 Giorgio Cortese

Donare il sangue un piccolo gesto può salvarla vita. Leggo sui social che siamo sempre pronti a criticare la casta ed i potenti di turno, ma anche noi miseri mortali possiamo far tanto. Doniamo generosità, doniamo sangue, noi non siamo come loro, Ti aspetto venerdì 10 febbraio cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20

La finanza della finanziera.
La finanziera è un tipico piatto piemontese, nato durante il medioevo, pensate che si ha traccia di questa ricetta già nel lontano 1450. È un piatto povero nato dal riutilizzo delle frattaglie, parti scartate durante la trasformazione dei galletti e di scarti di macellazione dei bovini. Frattaglie di carne come creste di pollo, fegato, animelle, rognoni, fesa eccetto il filetto di manzo. L’origine del nome è incerto, tuttavia pare che ad un certo punto della storia, la finanziera abbia abbandonato le tavole povere dei contadini e sia passato nell’ottocento nelle tavole ricche dei borghesi e secondo alcuni ha preso il nome dalla giacca da cerimonia, detta appunto finanziera, che era un soprabito maschile di tessuto pregiato, nero, lungo al ginocchio e a doppio petto. L’origine della parola deriva dal francese financière, da finance ‘finanza’, perché nell’ottocento era l’abito dei banchieri piemontesi. Dovete pensare alla Torino nella metà dell’Ottocento, in pieno Risorgimento quando verso circa le 13,00, nelle vie del centro, decine di uomini politici, banchieri e rappresentanti della finanza, abbigliati con questo abbigliamento detto finanziera alla piemontese e tuba, svuotano gli uffici per recarsi nei numerosi ristoranti della città per la loro “pausa pranzo”. Il piatto preferito, veloce ma nutriente, è un intingolo a base di frattaglie di pollo e vitello. Una seconda ipotesi fa risalire l’origine del nome al dazio pagato ai “finanzieri” alle porte della città dai contadini che si recavano a Torino per vendere i propri polli, finanza dal latino finis, ossia fine, del confine. Insomma i contadini pagavano il tributo per avere il passaggio libero con le rigaglie dei polli che speravano di vendere ai mercati torinesi, polli anche privi delle frattaglie e probabilmente neppure apprezzate dai cittadini. I doganieri si sarebbero ingegnati ad utilizzare i prodotti ottenuti, preparando il piatto conosciuto successivamente col nome di “finanziera. Al riguardo del lemma usato, rigaglia, la parola deriva dal tardo latino regalia, da regalis, da re, degno di un re, nel senso di di bocconi da re. Il segreto di questo piatto tipico piemontese si può riassumere in queste due parole la semplicità e l’umiltà, che sono sempre il segreto dei migliori nella vita sia a tavola che nei rapporti umani.
Favria 8.02.2017 Giorgio Cortese

Nella vita quotidiana in ogni situazione che vivo imparo qualcosa. A volte la vita è una grande maestra, perché ogni persona che entra a far parte nella mia vita mi lascia sempre un insegnamento

Il domani figlio delle scelte di adesso.
Quando si effettua una scelta, si cambia il futuro. Il domani sarà ciò quello che oggi ho scelto di essere . Certo le scelte si fanno in pochi secondi ma cambiano io mio umano percorso . Ogni giorno lungo i bivi della mia strada incontro le vite degli altri, amici ed avversari. Da come scelgo le posso conoscere o non conoscerle, viverle a fondo o lasciarle perdere dipende soltanto dalla scelta che faccio in un attimo. Molte volte non ne sono neanche consapevole tra proseguire dritto o deviare, ma sarò sempre giudicato dalle scelte. Non tanto da quelle giuste, ma da come sono venirne fuori da quelle sbagliate usando la prudentia che non e’ astuzia ma il buon senso di ponderare in pochi istanti , il kairos, di decidere e non fare decidere agli altri la mia umana esistenza e di quella di chi ti mi sta vicino
Favria 9.02.2017 Giorgio Cortese

Ogni giorno il futuro lo cambi io, con il mio modo di vivere e con le mie scelte anche le più insignificanti

L’entusiasmo!
Che bello l’entusiasmo parola che deriva dal greco greco: en dentro thèos dio. Il dio dentro. È una delle mie parole preferite in assoluto. Quello dell’entusiasmo non è uno stato d’animo che si riduce ad una semplice eccitazione partecipe. È qualcosa di estremamente più profondo, potente, massiccio. È il risvegliarsi dentro di me di una forza che mi conquistata tramite la quale non c’è meta che non mi sia a portata di mano, non ostacolo che non possa essere abbattuto. L’entusiasmo è lo stato d’animo attivo, positivo e centrato e sorridente che schiude l’infinita realizzabilità dei sogni. Senza entusiasmo non si è mai compiuto niente di grande.
Favria 10.02.2017 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno il valore di una persona non si misura in base alle cose che ha saputo conquistare, ma a quelle a cui ha saputo rinunciare.