Come l’oro brilla puro e lucente… – Sinfonia d’autunno – 30 primavere di attività! – Ungheresi, magiari e il paese dei vladi. – Voce del verbo vivere. – Senza lavoro quale democrazia! – Come una piccola candela nel buio…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Come l’oro brilla puro e lucente, nozze d’Oro!
Una coppia che arriva a festeggiare le Nozze d’Oro merita di essere omaggiata nel migliore dei modi. Mario e Domi, 50 anni sono volati via e l’amore dietro di Voi ha lasciato una lunga scia. Il vostro sogno di vita assieme si è potuto avverare e la vostra storia d’amore è la stella più bella in cielo notturno a brillare. Una festa perfetta, la belle ceremonia religiosa con lo sposo e la sposa e poi parenti ed amici a Belmonte a festeggiare. Ci hanno portato in questo incantevole luogo unico per la sua posizione e lo stupendo panorama, da cui si ammira la natura circostante vestita con i gioiosi colori dell’Autunno. Un pranzo eccellente con delle portate squisite, citare la migliore è dura, sono tutte buone! Se volete un posto da cui si gode da ogni angolo della struttura una slpendida vista, per le sue luminosissime sale e per l’accogliente allestimento, il Ristorante di Belmonte è il luogo in cui si può “respirare”, quello che da sempre cerchiamo: serenità e tranquillità. Ristorante Belmonte – Borgo Trucchi 16, adiacente al Santuario. Valperga, TO, 0124617205 @mail: rist.belmonte@live.it
Favria, 6.11.2016 Giorgio Cortese

Nella vita di ogni giorno devo reprimere l’Io pensare al Noi e ascoltare con attenzione il Tu!
Andare sempre avanti, continuare a camminare e raggiungere obiettivi è importante. Sapere dove mettere i piedi è essenziale, perché pestare per troppe volte quelli degli altri è controproducente!

Sinfonia d’autunno
Nei parchi di Favria gli alberi le foglie brillano con un ultimo sfarzo, brillano le foglie fossero d’oro e di rame. Che meraviglia vederli splendere di bronzo e di legno. Cammino per le strade silenzioso e in alcuni tratti i miei piedi calpestano delle foglie ed il loro crepitio mi ricorda la brevità della vita ed il giorno e’ subito breve in questa prima domenica con il ritorno all’ora solare
Favria, 7.11.2016 Giorgio Cortese

ATTENZIONE!!!! PER I NUOVI DONATORI
Dal 1 gennaio 2015, come da indicazioni del nostro Centro Trasfusionale di Riferimento (Banca del Sangue del Presidio Ospedaliero Molinette di Torino) verrà applicata la procedura della Donazione differita. In sintesi, ai “Candidati Donatori” che si presenteranno al prelievo del 12 febbraio a Favria ore 8-11,30 per la prima volta e che non hanno mai effettuato donazioni di sangue o emocomponenti, verranno effettuati esclusivamente degli esami. Successivamente, se sulla base degli esiti dei referti risulteranno idonei, potranno diventare “Donatori” e proseguire in questo importante percorso. Prelievo collettivo venerdì 11 novembre ore 8,00-11,20 Vi aspettiamo

Nella vita di ogni giorno è semplice rendere le cose complicate, ma è complicato renderle semplici

Per compiacersi del semplice ci vuole un grande animo ma è curioso a vedere che quasi tutti gli esseri umani che vogliono molto, hanno le maniere semplici e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore.

30 primavere di attività!
Sono stato invitato dal cugino acquisto ed amico Alberto che ha festeggiato domenica 9 ottobre i 30 anni dell’attività della FAR Tende di Alberto Tarizzo. Si tratta di una azienda che in tutti questi anni ha sempre proposto a chi cercava una soluzione per tende da sole, tende e persiane unh vasto assortimento ed una grande competenza. Pensate per dirvi la qualità del prodotto offerto che circa 27 anni fa mi ha installato due tende da sole, e queste sono ancora li sul balcone a fare il loro servizio dopo tutto questo tempo. Nella vita nulla accade per caso, tutti nascono con un budget ricco di predisposizioni e potenzialità spendibili nel percorso ma quello che fa la differenza è la capacità di trasformarle in quelle che si definiscono “qualità” e che fanno di una persona, una persona speciale! Dopo 30 anni di attività a Ozergna (TO) via Fratelli Berra 16/b tel: 0124 25409 con competenza hai sempre svolto e svolgerai con dedizione gli obiettivi che Ti sei prefissato. Raggiungere traguardi e superarli non è da tutti, riesce solo chi con tenacia e perseveranza si applica per scrivere pagine del suo futuro! Complimenti per i30 anni all’insegna delle soddisfazioni professionali e personali! Ed in bocca al lupo per il futuro
Ozegna, 8.11.2016 Giorgio Cortese

Diversi sono i motivi che spingono le persone a donare, ad esempio motivi di parentela,sapersi immedesimare nel dolore dell’altro e aiutarlo anche con un piccolo gesto di grande importanza. A volte dare è meglio che ricevere. La donazione è un modo per aiutare le persone che ne hanno bisogno. Ti aspettiamo venerdì 11 novembre ore 8-11,20 a Favria cortile interno del Comune prelievo collettivo del sangue
Io non sono un genio sono solo molto curioso. Faccio molte domande, e quando la risposta è semplice, allora Dio mi sta rispondendo. Purtroppo quello che è semplice e la cosa più difficile da comprendere
Ungheresi, magiari e il paese dei vladi.
In questo periodo per divergenze politiche comunitarie sono balzati agli onori della cronaca i Magiari o Ungheresi, ma chi sono e perché si chiamano cosi. Dovete sapere che i Magiari, o Ungheresi, di origine finnica, raggiunsero il Volga nell’VIII sec. e poi si diressero verso i Carpazi, stabilendosi, verso la fine del IX sec., nelle pianure del medio Danubio. Da lì partirono per compiere feroci incursioni in Germania, Francia e Italia. Verso la fine del X sec. gli Ungheresi, ripiegati in Pannonia, furono convertiti al Cristianesimo dai missionari tedeschi. Il re Vajk sposò una principessa bavarese e fu incoronato nell’anno 1000 col nome di Stefano. Circa l’origine della parola “Ungheria”, parola usata in gran parte delle lingue, deriva dal latino Hungaria, è opinione diffusa, ma poco attendibile, che derivi dal nome di una popolazione seminomade, gli Unni, che furono circa 400 anni prima in Pannonia e che avrebbero avuto alcune similitudini con lo stile di vita e il modo di guerreggiare dei Magiari. In passato era infatti molto diffusa, nella storia e nella letteratura, l’erronea identificazione degli Unni con gli Ungari. Altri invece pensano che il nome derivi da Ungur o Onogur, che nelle Lingue turche, come in proto-bulgaro o in turco, significa dieci frecce ovvero dieci tribù. Gli Onogur, da cui “Ungari”, quindi, erano tutte e dieci le tribù. Infatti, secondo alcuni storici, questo nome deriverebbe da un’alleanza tra dieci tribù ungare e turco-avaro-bulgare. Secondo lo storico Gyula László, questa denominazione dimostrerebbe il carattere “turco” dell’élite che governava gli ungari, ovvero il fatto che il territorio occupato dagli ungari fosse già abitato da popolazioni magiaro-turco-bulgare denominate onogur. Gli “ungari”, quindi, sarebbero i popoli sotto il dominio di tribù magiare, turche e bulgare. Questa teoria detta della “doppia conquista della patria”, da parte di turchi e di magiari cioè, dopo una certa fama durante i primi decenni del ‘900, in relazione alla diffusione di panturchismo, e anche durante il regime socialista, è stata notevolmente ridimensionata e quindi rigettata dagli studi più recenti. Da non trascurare è pure il fatto che la terra d’origine degli Ungari nelle steppe si chiama, nelle lingue locali, (e non in ungherese, Yugra, corrispondente all’omonima regione siberiana, parola che con evidenza contiene la stessa radice di “ungari” o “ugri”. “Ungheria”, quindi, verrebbe da “Yugra” passando per il latino “Hungaria”. Secondo la mitologia, il popolo magiaro deriverebbe da due mitici gemelli: Hunor e Magor. Come è facile notare, i due nomi contengono la radice l’uno di Ungaro, ma anche di unno, e l’altro di Magiaro. Infine i nomi come quelli dei sovrani unni “Attila” e “Ildikó”, abbreviazione del nome dell’ultima moglie di Attila, la gota Krimhilda, sono comuni tra gli ungheresi di oggi, nomi però entrambi di origine germanica. Ed infine arriviamo paese dei vladi. Che siamo noi! Si perché la parola “Italia” in ungherese si dice Olaszország. Quindi per deduzione l’Italia sarebbe “terra degli Olasz”. Ma chi sarebbero gli Olasz? L’origine della parola Olasz, che definisce l’Italia, secondo alcuni storici della lingua ungherese viene dal nome con cui le popolazioni germaniche chiamavano i Celti del Nord Italia, vlad o valloni,termine rimasto tuttora collegato al cantone svizzero di Vaud ed ad una parte del Belgio. Per meccanismi evolutivi linguistici particolari della lingua ungherese, da “vladi” si è passato a “olasz”, il paese dei vladi, cioè italiani.
Favria 9.11.2016 Giorgio Cortese

La vita di ogni giorno è simile ad un arazzo dove io sono l’ordito, gli angeli la trama, Dio il tessitore. Solo il Tessitore è in grado di vedere tutto il disegno.

Voce del verbo vivere.
Io dono, Tu doni, egli dona, Noi doniamo Voi donate, Essi vivono! Donare, voce del verbo Vivere. La mia, la Tua vita che mi leggi è un dono per gli altri. Vieni a donare il sangue venerdì 11 novembre cortile interno del Comune a Favria dalle ore 8 alle ore 11,20. Ti aspettiamo. Se sei lavoratore dipendente hai diritto alla giornata di riposo retribuita. La prima volta hai solo diritto a max 2 ore di permesso ma tu verranno fatti gli esami gratuiti di idoneità alle prossime donazioni. Che aspetti vieni anche tu a coniugare il verbo vivere, grazie!

Senza lavoro quale democrazia!
Democrazia è una parola che suona armoniosa quando la si pronuncia, il cui significato risuona ogni santo giorno nei rapporti sociali e nell’espressione dei diritti civili. Spesso la democrazia viene accostata ai modelli di governo più diffusi ma riguarda anche il modo in cui vengono prese le decisioni di una comunità di persone, governo o piccola associazione che sia. A prima vista, la democrazia appare trionfante all’alba del ventunesimo secolo. Repubbliche democratiche si sono sviluppate in Europa orientale, in America latina e in molte parti di Asia e Africa. Ma sotto le forme democratiche si possono mascherare realtà antidemocratiche. Il futuro delle esperienze democratiche nel mondo appare oscurato da molte linee di tendenza simultanee. In primis, vi è stata una certa atrofia degli elementi democratici negli Stati moderni. La centralizzazione dell’amministrazione ha allontanato il potere decisionale dai governi locali che una volta erano vere e proprie scuole di cittadinanza e davano al cittadino medio l’opportunità di partecipare alla vita pubblica. Il sistema democratico parla e si basa sulla Sovranità Popolare. Su quest’ultimo passaggio è bene chiarire come la democrazia si differenzia in Democrazia Diretta, dove il potere sovrano viene esercitato direttamente dal Popolo, un pò come avveniva nell’antica Grecia ad esempio, dove i cittadini si raccoglievo nelle piazze, agorà, per discutere attivamente su proposte e leggi. Poi c’è la Democrazia indiretta, dove il potere sovrano è invece esercitato dagli eletti del popolo che si riuniscono nel parlamento per legiferare. L’Italia che è una repubblica parlamentare, rientra appunto in uno status politico di Democrazia Rappresentativa. La Democrazia Rappresentativa gode di strumenti particolari per interrogare i propri cittadini su determinati questioni di governo e sulla sua costituzione. Il primo strumento sono ovviamente le elezioni che sanciscono, per volere popolare, la costruzione del parlamento e quindi definire le correnti, i partiti e gli uomini che ci governeranno. Un altro strumento importate è il Referendum, quando cioè il governo chiede al popolo di esprimersi su una o più questioni esprimendo consenso o dissenso, questa è la vera sovranità popolare. Altri strumenti sono le petizioni popolari, ovvero documenti sottoscritti da parte dei cittadini per variare, correggere un provvedimento od una legge indirizzato,nel nostro caso, agli enti governativi.Fatta questa premessa la globalizzazione ha drenato il potere dallo Stato nazione. . Siamo entrati in Europa ed abbiamo adottato una moneta, senza fare una unione politica. Eleggiamo dei rappresentatio Europei che olttre ad essere ben pagati per conto mio non servono anulla e poi dall’Europa ci chiedono riforme e non si capisce bene di che natura, ma nessuno si interroga su cosa, oggi, il popolo desideri. Oggi tagliano la spesa, tagliano le pensioni, tagliano l’occupazione lasciando una pressione fiscale sconsiderata su famiglie ed aziende. Qualche tempo fa perdemmo la sovranità monetaria e la sovranità parlamentare, oggi anche la sovranità popolare è andata a farsi benedire perché gruppi particolari di interesse non rappresentativi e lobby giocano spesso un ruolo decisivo nella formazione delle leggi e nell’attività amministrativa. Una linea di tendenza di alcuni Stati, che può estendersi ai tribunali internazionali, è rappresentata dall’esercizio eccessivamente ambizioso del potere giudiziario per rendere invalide le leggi approvate democraticamente, così come dall’uso di un’interpretazione iper-individualista dei diritti, per minare i gruppi sociali. Complessivamente, è sempre più difficile per la maggior parte degli uomini e delle donne negli odierni regimi democratici avere voce nel definire le condizioni nelle quali vivere, lavorare e allevare i figli. Inoltre la democrazia come la conosciamo oggi, gli esperimenti democratici sono altresì minacciati dal declino morale delle virtù civiche. Il carattere e le capacità non emergono di punto in bianco, essi sono acquisiti solo attraverso una pratica abituale, tramite l’esempio degli anziani verso i giovani e queste sono sempre di più indebolite con la minore cure del’ educazione dei giovani già da parte delle famiglie la prima cellula della società che dovrebbe trasmettere i valori alla successiva generazione, quali onestà e rispetto e non coprortamenti da furbetti. In fine come un corrisivo virus cresce la mancanza di fiducia in chi ci governa che porta viti a iidee nichiliste che sono ilò terreno ideale per la nascita di regimi totalitari che vivono sulla paura dei cittadini e sull’angoscia per il fututoro. La ricetta per dare tono alla democrazia è semplic e difficile nello stesso tempo, è il lavoro. Il lavoro ha in Italia un duplice valore, sul lavoro si poggia la nostra Costituzione e senza lavoro non può esserci democrazia, come ben avevano compreso i nostri padri costituenti usciti dal lungo tunnel della dittatura. Oggi pare che il lavoro fisso sia sempre di più una chimera e c’è l’abuso della flessibilità che diventa precarietà, attraverso contratti a tempo determinato senza che ce ne sia una ragione, tutele crescenti non in base all’anzianità professionale, ma solo come indennizzo economico. Senza contare l’abuso di uno strumento come quello dei voucher, che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto far emergere il sommerso, mentre “i risultati sono il suo utilizzo forsennato e la conseguente amplificazione della precarietà e della mancanza di regole. Molti cittadini vivono il lavoro, così, senza certezze, e ricattabili. Ormai il cittadino in molti posti di lavoro ha perso rappresentatività senza alcun potere contrattuale e la ricattabilità è un’ingiustizia estrema con i sindacati ormani impotenti ma molto spesso preccupati nel mantere le tessere per autofinanziarsi nelle sue strutture interne. E poi come ciliegina c’è il progetto di fornire un’assegno, soldi, seppur minimo ma senza lavorare. Ritengo che pagare qualcuno che non lavora sia un’abonimio sociale. Ma si potrebbe pagare per mantenere pulite le strade senza usare diserbanti nocivi a noi umani e agli animali domestici, pagare persone che con la loro presenza presidiano zone che sono in balia di vandali, altri cittadini che per noia e per pochi esempi morali in famiglia sfasciano tutto per gioco. Se non si rimette in moto il lavoro, lavoro che vuole dire costruire manufatti concreti e non solo astratta tecnologia la democrazia, quella che adesso conosciamo morirà sostituita da venti populisti che soffiano sulla paura per gli immigrati, sulla sicurezza ma che non daranno mai il lavoro che è alla base della nostra democrazia
Favria, 10.11.2016 Giorgio Cortese

Le persone dall’animo buono che incontro nel mio quotidiano cammino hanno un modo tutto loro di entrarmi nel cuore e metterci radici.

Venerdì 11 novembre…grazie del dono!
Venerdì dalle ore 8 alle ore 11,20 donazione del sangue a Favria, cortile interno del Comune prelievo collettivo. Grazie del dono se vieni, grazie se porti nuovi donatori che faranno solo gli esmi e pertanto non avranno la giornata pagata ma solo max 2 ore di permesso. Per i donatori è previsto il permesso per la giornata retribuità. Donare il sangue un impegno sociale, un dovere morale un aiuto al nostro prossimo e anche un controllo saniyario al donotore e al candidato. Che aspetti vieni a donare! Ti aspettiamo. Grazie di cuore

Ritengo che ogni giono compiere in maniera disinteressata delle buoni azioni sia la miglior lezione, seppur irriverente, per quelli che non hanno la forza di farla

Come una piccola candela nel buio…
Nell’atteggiamento che, contraddistingue molte persone e che sento spesso riecheggiare come cupo rumore di fondo, è la presenza di una critica distruttiva, negativa, fine a se stessa. Un pessimismo imperante, spesso mascherato da realismo, che impedisce dell’emergere di un nuovo orizzonte, di un nuovo spirito capace di cogliere, anche nelle situazioni, apparentemente meno fortunate, la scintilla indispensabile per trasformare il male, le violenze, i dolori, le tragedie in qualcosa di diametralmente opposto. Solo così, la critica da mero atto contestatore ed inutile momento di gratuita aggressività o violenza, si trasforma in una pausa di riflessione, una messa tra parentesi della realtà per analizzarla e scovarne gli aspetti negativi sui quali intervenire ed i positivi da rafforzare. Solo così la critica da semplice denuncia, da verba volant, si trasforma, dunque, in azione, in una realtà in grado di risolvere davvero il problema, la difficoltà precedentemente identificate e denunciate. E’ troppo facile maledire l’oscurità senza cercarvi un rimedio, chi si comporta, come chi non accetta nessuna critica, dimostrano la totale incapacità di accettare e capire le situazione che si presentano e la rigidità mentale nel mettersi sempre in gioco, in prima persona, per risolvere il negativo in positivo. Maledicendo le oscure tenebre, non riportiamo in cielo il sole, anzi, finiamo acciecati di rabbia, di sconforto, di paura o, peggio ancora, di indifferenza, impedendoci anche di vedere e godere della fioca, magica luce delle stelle. Personalmente ritengo che la ricetta contro l’oscurità è una semplice, umile, modesta, candela, con la sua tremolante fiamma di fragili emozioni e calde sensazioni, con il suo inconfondibile aroma e scintillante crepitio, con la sua insospettata potenza vitale capace di trasformarsi in fuoco per scaldare i corpi e gli animi. Una piccola candele capace di muovere macchine, per esplorare gli animi, testimoniando la speranza in una felicità, in una serenità, in un benessere, che solo uniti possiamo raggiungere. Se sono circondato dalla notte è nel buio che devo guardare per cercare una traccia di luce. La luce la si può vedere dappertutto se si vuole e nella vita quotidiana i momenti bui ci possono essere però invece di maledire la nostra esistenza pensando di essere sfortunati bisogna farsi sempre forza e combattere il buio che ci sta attorno, pensando sempre positivo, credere in noi stessi e lottare con la forza dell’animo per risollevarci dai momenti spiacevoli che la vita ci propone. Insomma essere positivi e sorridenti sempre in modo da abbagliare gli altri con la luce della nostra piccola candela. Nella vita di ogni giorno si può vedere il buio più tetro fissando il sole, ma purtroppo non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
Favria, 12.11.2016 Giorgio Cortese

La quotidiana semplicità è la risorsa necessità per distinguere sempre, l’essenziale dal superfluo