Donne nella lirica – Ascoltare nella notte. – Dicembre è il mese più magico dell’anno. – S.Bibiana -La penna sul cappello.- Il valore dell’amicizia… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Donne nella lirica. Docente P. Ghigo mercoledì  30 novembre ore

15,30 -17,00
Conferenze UNITRE’ di Cuorgnè presso ex chiesa della SS.Trinità –Via Milite Ignoto
Le “Donne nella lirica” questo è il tema della conferenza che verrà illustrato dalla giornalista docente Paola Ghigo. Le opere liriche pur scritte da uomini, in tempi in cui la parità di genere e l’emancipazione femminile non erano temi all’ordine del giorno, nonostante questo, grande parte del repertorio dell’opera lirica ci presenta delle vicende al centro delle quali c’è sempre un personaggio femminile, per lo più forte, passionale e determinato. Rispetto alla società in cui sono state scritte le opere le  donne nell’opera lirica sono sempre volitive e animate dal grande desiderio di autodeterminazione. Contravvengono alle richieste sociali dell’epoca, non adeguandosi mai completamente alla volontà degli uomini, padri, mariti o sovrani. Purtroppo per le donne dell’opera esiste generalmente un’unica via al trionfo, la morte, che giunge come una punizione inesorabile per aver voluto uscire dagli schemi. Esse soccombono, libere, sotto la crudeltà degli uomini, della società e del fato.

Cuorgnè,  29.11.2022  Giorgio Cortese 

Buona giornata. Nella vita c’è qualcosa di più importante della logica, l’immaginazione.  Felice martedì.

Ascoltare nella notte.

Quando piove nelle sere di novembre ascolto in casa cosa dice l’acqua mentre batte con le gocce, simili a dita minute, contro i vetri.

Aspetto a dormire, ascolto il ritmo della pioggia che canta la sua canzone.

Ascolto e non sono triste alla pioggia di novembre e nell’udire il fruscio secco e lieve delle foglie che nel parco vicino si staccano accartocciate dalla gelida pioggia, per cadere nella terra bagnata. Ascolto con speranza nel tepore dellamia casa che la buia notte passerà e il grano in primavera tornerà a germogliare.

Dopo queste notti lunghe e fredde in primavera, del ricordo di questa notte di pioggia novembre, fredda, e scura, e cupa rimarrà solo il tepore passato al riparo.

Ben vengano questi giorni di novembre di pioggia scuri e cupi dove ad ogni raffica le foglie morte cadono, che ci ricordano che la vita è anche aspra fredda e scura e cupa, perché dietro le nuvole al mattino, dopo la notte, il sole splende sempre!

Favria, 30.11.2022 Giorgio Cortese

Buona giornata. Gli amici conoscono la melodia del nostro cuore e le cantano quando noi ne dimentichiamo le parole. Felice mercoledì.

Dicembre è il mese più magico dell’anno.

Dicembre mese di bruma, davanti al sole mi scalda ma all’ombra mi consuma, mese costante dove la variante è freddo costante. Dicembre mese che piglia e non rende, dove il clima gelato non va disprezzato.  Dicembre dalla neve imbacuccato il grano assicurato. All’inizio ho scritto che Dicembre è il mese più magico dell’anno. Questo mese ha in sé tutto ciò che serve per essere felici: le luci, l’odore dei biscotti, i regali, gli abeti, il profumo di spezie e il freddo. Sì, il freddo, a me piace tanto. Evviva dicembre è arrivato. Sembra ieri che si stava in vacanza e invece… Invece è ora di pacchetti e ghirlande. Il S.Natale è alle porte! Accanto al clima natalizio, Dicembre nella storia e nella tradizione porta con sé tantissime altre ricorrenze. Nei secoli scorsi, in particolare nell’ambiente contadino, in questo periodo dell’anno le famiglie una volta terminati gran parte dei lavori agricoli, aveva l’opportunità di stare insieme attorno al caldo del camino, della stufa, del falò più uniti che mai. Erano le occasioni per riscaldarsi nell’animo, raccontandosi le tradizioni dell’Avvento e del Santo Natale. Le serate, trascorrevano accanto al focolare in un clima di pacifica convivialità. Erano momenti magici avvolti da forti suggestioni, nei quali si percepiva l’attesa per uno dei periodi più belli e significativi dell’anno. Come allora, oggi si cerca di mantenere questo clima allestendo in una zona della casa il presepe. I bambini di ogni età ne rimangono estasiati. Creare il presepe è un esperienza divertente e profonda nello stesso tempo. Se presi per mano, nel sentir raccontare la notte dell’avvento si incamminano a vivere la storia del cristianesimo, attraverso una spiritualità non scolastica ma diretta da genitore a figlio, da nonno a nipote.  Dicembre è il dodicesimo ed ultimo mese dell’anno secondo il calendario gregoriano e consta di 31 giorni. Dal latino decem, “dieci”, perché era il decimo mese del calendario romano, che iniziava con il mese di Marzo. Il giorno 22, con il Solstizio d’Inverno, comincia la stagione invernale. Con il solstizio d’inverno si dà il bentornato alla luce, in questo mese infatti le giornate iniziano ad allungarsi, a discapito delle nottate che diventano sempre più corte. A segnare il passo secondo la tradizione popolare è il 13 Dicembre, giorno di Santa Lucia. Lucia deriva dal latino “lux” che significa “luce”, questi viene festeggiata come portatrice della luce che annuncia la fine delle tenebre invernali. In verità però la realtà astronomica, diversamente dai detti popolari riporta tutt’altra spiegazione. Sicuramente verso la fine di Dicembre il sole si appresta a risalire e nel farlo aiuta la terra che nel freddo della stagione riposa in silenzio. Dopo che i trattori hanno arato il campo in inverno la terra inizia il suo lungo periodo di gestazione per poi germogliare nelle sue infinite forme.

Favria, 1.12.2022 Giorgio Cortese

Le cose più belle della vita non si trovano sotto l’albero, ma nelle persone che ti stanno vicino nei momenti speciali. Felice giovedì. Buon Natale!

S.Bibiana.

Bibiana variante di Viviana che può significare “vivere, vita”. Proviene dall’etrusco Vipi, successivamente latinizzato in Vibius. L’onomastico viene festeggiato il 2 dicembre in ricordo di santa Viviana o Bibiana, martire a Roma, venne uccisa a frustate e gettata in pasto ai cani nel corso dell’ultima persecuzione di Giuliano l’Apostata. Il proverbio piemontese “Santa Bibian-a quaranta di e na sman-a” si riferisce al tempo, nella quale si pensa che il tempo che fa a Santa Bibiana, 2 dicembre, lo farà per 40 giorni e una settimana. Certo che quaranta giorni e una settimana di fila……

Favria, 2.12.2022  Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita quotidiana c’è qualcosa di più importante della logica: è l’immaginazione. Felice venerdì.

La penna sul cappello.

La penna sul cappello di feltro è l’emblema degli Alpini fin dal 1872, anno di fondazione del corpo per iniziativa del capitano Giuseppe Perrucchetti.

Lunga circa 25-30 cm, è inserita sul lato sinistro del cappello, leggermente inclinata all’indietro. È di corvo (nera) per la truppa, d’aquila (marrone) per i sottufficiali e per gli ufficiali inferiori, d’oca (bianca) per gli ufficiali superiori e i generali. Il dischetto di lana, o nappina, sul quale viene infilata la penna distingue i battaglioni di ogni reggimento: il primo battaglione ha la nappina bianca, il secondo rossa, il terzo verde e il quarto azzurra.

L’idea della penna non venne dal nulla. Il copricapo doveva ricordare il Risorgimento dal quale era nato il Regno d’Italia, i cui confini settentrionali sarebbero stati presidiati dal nuovo corpo militare. Deriva infatti dal cosiddetto “cappello all’Ernani”, chiamato così dal copricapo tondo e con la penna indossato dal protagonista dell’omonima opera lirica di Giuseppe Verdi (1844), che narra di un montanaro ribelle che si oppone alla tirannia spagnola. Già nel 1848 fu indossato come simbolo di patriottismo da molti volontari insorti contro il dominio austro-ungarico, prima di passare agli Alpini.

Favria,  3.12.2022 Alpino Giorgio Cortese

Buona giornata. Personalmente non conosco altro segno di superiorità  negli esseri umani se non la bontà. Felice  sabato.

Il valore dell’amicizia

Un anziano signore mi ha raccontato questa storia, che gli era stata raccontata da suo nonno. Un ragazzo aveva perso i suoi genitori, non aveva nessuno ed era stato mandato in un orfanotrofio, che gli sembrava una prigione. Il bambino doveva lavorare 14 ore al giorno, in giardino, in cucina, nelle stalle, nei campi. E così tutti i giorni. C’era un solo giorno di festa: il giorno di Natale. L’unico giorno in cui ogni ragazzo riceveva un regalo: un’arancia. Niente dolci e niente giocattoli. Per di più l’arancia veniva data solo a chi non aveva fatto nulla di male durante l’anno ed era sempre stato obbediente. Questa arancia a Natale rappresentava il desiderio dell’anno intero. Il primo Natale per lui nel orfanotrofio era stato tristissimo. Mentre gli altri ragazzi passavano accanto al direttore dell’orfanotrofio e tutti ricevevano la loro arancia, lui doveva stare in un angolo del dormitorio. Questa era la sua punizione per aver voluto scappare dall’orfanotrofio, un giorno d’estate appena arrivato all’orfanotrofio.  Poi quel giorno, finita la distribuzione dei regali, gli altri ragazzi andarono a giocare in cortile. Lui doveva stare in dormitorio tutto il giorno, piangeva e si vergognava. Si era messo una coperta fin sulla testa e stava rannicchiato là sotto. Dopo un po’ udì dei passi nella stanza. Una mano tirò via la coperta. Incuriosito il ragazzo guardò. Un ragazzino di nome Domenico stava in piedi davanti al suo letto, aveva un’arancia nella mano destra e la tendeva a lui sorridendo. Il ragazzo non capiva. Le arance erano contate, da dove poteva essere arrivata un’arancia in più? Il ragazzo guardò perplesso Domenico e  il frutto e improvvisamente si rese conto che l’arancia era già stata sbucciata e, guardando più da vicino, tutto gli  divenne chiaro. Ma cosa era successo, i dieci ragazzi si erano riuniti in cortile e avevano deciso che il nuovo arrivato dovevo avere la sua arancia per Natale. Ognuno di essi aveva tolto uno spicchio dalla sua arancia e i dieci spicchi erano stati accuratamente messi insieme per creare una nuova, rotonda e delicata arancia. Per quel ragazzo, l’arancia è stato il più bel regalo di Natale della sua vita, gli ha insegnato quanto può essere confortante la vera amicizia.

Favria, 4.12.2022    Giorgio Cortese

Buona giornata. Una sola parola ci libera di tutto il peso e il dolore della vita, quella parola è amore. Felice domenica