Jean-Francois Champollion – Programma corsi musicali 2023 – La prima donna aviatrice. – Dichiarazione dei redditi nel campo Marzio. – Grembiuli antichissimi! – I censori. – La Legione Truppe Leggere – Un imperdonabile refuso – Unitre Rivarolo-Favria-Feletto riparte anno 2023-2024. LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Jean-Francois Champollion Una tappa fondamentale per permettere la decifrazione dei

geroglifici dell’antico Egitto, forma di scrittura che aveva cessato di essere compresa nel V secolo perché sostituita dall’alfabeto copto, era stata la scoperta della Stele di Rosetta (1799) nel corso della spedizione napoleonica in Egitto. La lastra riportava inciso un decreto del sovrano egizio Tolomeo V Epifane, scritto in tre lingue differenti: geroglifico, demotico e greco. Grazie alla sua conoscenza della lingua copta, l’archeologo francese Jean Francois Champollion trovo la corrispondenza tra il testo redatto in demotico, simile al copto, e quello greco, e successivamente da quello arrivo a decifrare i geroglifici. Lo studioso presento la tavola di corrispondenza tra i segni delle tre diverse scritture il 27 settembre 1822 all’Academie des inscriptions et Belles- Lettres di Parigi, smentendo le vecchie ipotesi che ritenevano i geroglifici una forma di scrittura soltanto figurativa. Champollion dimostro che gli antichi segni rappresentavano anche caratteri fonetici, senza i quali sarebbero stati inadeguati ad esprimere la complessità di linguaggio raggiunta nell’antico Egitto. L’archeologo espose il sistema della scrittura egizia, composta da segni fonetici che indicano una o più consonanti e segni ideografici indicanti direttamente la figura rappresentata. La geniale intuizione di Champollion rappresento uno dei momenti piu significativi per la comprensione della storia antica, svelando i segreti di una lingua illustrata rimasta incomprensibile per millenni.Favria, 26.09.2023   Giorgio Cortese

Buona giornata. La consapevolezza della nostra fragilità ci rende forti. Felice martedì.

Programma corsi musicali   2023

Secondo Confucio la musica produce un tipo di piacere di cui la natura umana non può fare a meno. Apprendere l’uso nel suonare uno strumento musicale  ha dei benefici per tutta la vita anche per coloro che non suonano più. Apprendere a suonare uno strumento musicale migliora l’esperienza come ascoltatore e rende il coinvolgimento musicale ancora possibile in futuro.

Suonare promuove la felicità della vostra vita e di chi Vi circonda, può essere molto divertente ed emozionante e può anche essere molto onorevole e gratificante suonare volontariamente per gli altri e vedere la felicità sui volti di chi vi guarda e ascolta suonare. E allora cosa aspettate venite a suonare con la Società Filarmonica Favriesi che Vi aspetta sabato 30 settembre alle ore 10,00 presso i locali della Biblioteca Comunale corso Giacomo Matteotti 8 a Favria.

Nozioni di teoria musicale: il pentagramma, le note e la loro durata, simbologia musicale. La scala musicale e accenni di armonia. Lettura musicale, il solfeggio. Nozioni di ritmica: cellule ritmiche, il tempo. Pratica strumentale

Per info tel ad Alberto cell 342 003 8633, Claudia 347161 3516

Mail  info@bandamusicalefavriese.com

Nella vita quotidiana ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere, la musica lo esprime.

La prima donna aviatrice.

Nei primissimi anni dopo il successo dei fratelli Wright (1903), la francese Thérèse Peltier fu la prima donna a pilotare un velivolo. La  rivista L’illustrazione italiana riferì il 27 settembre 1908 che Peltier sulla Piazza d’Armi di Torino aveva volato per 200 metri, all’altezza di 2 o 3 metri da terra, il massimo che si potesse fare a quell’epoca.  dettaglio curioso: i Wright si misero a costruire aerei dopo aver fatto pratica di meccanica montando biciclette, e una pioniera belga del volo, Hélène Dutrieu fece un percorso parallelo, ma da atleta e da pilota. Hélène era una campionessa di ciclismo quando le proposero di cimentarsi con gli aerei e stabilì vari record, fra cui il primo volo non-stop da Ostenda a Bruges (1910). Nel 1911 sconfisse 14 piloti maschi vincendo la Coppa del Re a Firenze. E nel 1912 fu la prima donna a pilotare un idrovolante. In Italia la prima a prendere il brevetto da pilota (nel 1913) fu Rosina Ferrario (1888-1957)

Favria,  27.09.2023 Giorgio Cortese

Buona giornata.  Le parole giuste al posto giusto, fanno la vera definizione dello stile. Felice mercoledì.

Dichiarazione dei redditi nel campo Marzio.

All’inizio della  repubblica il censimento aveva luogo nel campo Marzio. Convocati da un araldo, i cittadini si recavano a una riunione, o contio. Il censore che la presiedeva teneva un discorso, e poi i romani si presentavano nell’ordine previsto per ogni tribù. Ciascuno pronunciava una formula di giuramentoe dichiarava il nome proprio e dei componenti della propria famiglia. Infine elencava i suoi averi: terre, schiavi, animali, ma anche denaro, armi, gioielli, vestiti e perfino somme prestate. La stima del valore di questi beni veniva quindi riportata su un registro, le Tabulae Censuarie, che alla fine era depositato nell’Erario o tesoro pubblico.

Favria, 28.09.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita ironizzare sui mascalzoni significa onorare gli onesti. Felice giovedì.

Grembiuli antichissimi!

La prima uniforme non nasce in una caserma, bensì tra i banchi di scuola! Nel 1222 l’arcivescovo di Canterbury, Stephen Langton, introduce per i chierici inglesi la “cappa clausa”, un lungo mantello che viene consegnato a tutti gli accademici religiosi che si riuniscono nelle università per studiare e insegnare. L’antica tradizione dell’uniforme scolastica arriva fino a noi, basti pensare ai grembiuli che i bambini indossano a scuola, oppure alle quattro uniformi indossate dagli allievi della Scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts, inventata dalla scrittrice J.K. Rowling per creare il mondo di Harry Potter simili alle  divise dei college inglesi di oggi!

Favria, 29.09.2023 Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita certe volte i veri maestri sono quelli che apprendono e non chi presume di insegnare. Felice venerdì.

I censori.

Nell’antica Roma quella della censura era la magistratura più esclusiva e prestigiosa, ed era investita di una straordinaria autorità morale. A differenza degli altri magistrati repubblicani, eletti annualmente, i censori erano designati ogni cinque anni. Erano due e dovevano adempiere all’incarico nell’intervallo di circa un anno e mezzo; nel tempo restante, fino a nuova elezione, non vi sarebbero quindi stati censori. In genere si candidavano a questa carica di rilievo i cittadini che avevano esercitato la massima autorità politica di Roma, ovvero quella di console. Poiché nell’arco di cinque anni si avvicendavano in quest’ultima mansione ben dieci persone, la nomina a censore poteva costituire per molti un punto di arrivo allettante e di tutto rispetto, l’apice di una carriera politica di successo. Lo storico Tito Livio fa risalire l’origine della censura al 443 a.C. e afferma: “Ebbe allora principio la censura, istituto che ebbe piccolo esordio, ma che acquistò di poi sì grande incremento. Ché il regolamento dei costumi e della disciplina romana fu nelle mani del nuovo magistrato, e il senato e le centurie dei cavalieri ebbero il discernimento del loro onore o disonore in suo potere; e l’ispezione dei luoghi pubblici e privati, le rendite del popolo romano, furono al suo cenno e arbitrio”. Da ciò si possono evincere le molteplici incombenze che dovevano assolvere i censori nel I secolo a.C., sebbene agli albori il loro operato si riducesse a un’unica funzione, dalla natura piuttosto pragmatica: la compilazione della lista dei cittadini. A Roma il censimento, o census, non era il mero calcolo del numero dei cittadini, ma consisteva anche nella registrazione dei loro averi. Tramite l’aiuto di vari funzionari, e sicuramente di ulteriori magistrati locali in tutti gli altri centri abitati al di fuori di Roma, dove però vivevano pure cittadini romani di diritto, i censori riuscivano a raccogliere la dichiarazione dei beni e quindi a catalogare la posizione economica di ciascuna persona. Tale sistema era fondamentale per stabilire quali cittadini dovessero armarsi a proprie spese e prestare il servizio militare obbligatorio. In base a quanto possedevano, i cittadini venivano assegnati a una delle cinque classi di censo in cui si suddivideva la società romana, a sua volta divisa in sottogruppi per età, con i rispettivi obblighi tributari e militari. Nella prima classe si annoverava chi aveva un patrimonio superiore a 100mila assi; nell’ultima i cittadini con patrimoni inferiori a 11mila assi. Il censimento aveva anche una notevole importanza politica, perché i candidati alle cariche pubbliche di Roma dovevano essere in grado di provvedere con i propri mezzi alle spese necessarie alle campagne elettorali e alla propria carriera. Essere censiti era inoltre un requisito che permetteva ai più facoltosi d’ingrossare le file dei trecento senatori a vita, cifra che raddoppiò nell’ultimo periodo della repubblica. Per questo l’elaborazione della lista dei senatori, lectiosenatus, era una delle responsabilità più importanti dei censori. Per rimanere all’interno di una classe di censo non bastava dimostrare di possedere determinate ricchezze, ma bisognava anche dare prova di un’irreprensibile condotta morale. Il buon nome di Roma Mentre procedevano con l’ispezione, la revisione e l’aggiornamento del censimento precedente, infatti, i censori coglievano l’occasione per segnalare i comportamenti indecorosi e sconvenienti di cui si erano macchiati i cittadini, imponendo le relative sanzioni. Queste variavano a seconda della classe sociale: i senatori perdevano il proprio status, i cavalieri erano costretti a vendere il cavallo pubblico che li contraddistingueva socialmente e i plebei erano espulsi dalla tribù e dalla centuria d’appartenenza, e di conseguenza perdevano anche la possibilità di votare nei comizi. I sanzionati, d’altro canto, non venivano esonerati dai tributi fiscali sui beni mobili, che in alcuni casi potevano risultare perfino aumentati. Inoltre le sanzioni erano di pubblico dominio, e in tal modo sui castigati si abbatteva il disonore. Il controllo sui costumi, o regimen morum, riguardava ogni infrazione morale. Secondo Dionigi di Alicarnasso, “i romani invece spalancando ogni casa ed estendendo l’autorità dei censori fino alla camera da letto ne fecero i sorveglianti e i custodi di tutto ciò che avveniva nelle loro stesse case. Con ciò pensavano che né il padrone dovesse essere crudele nel punire i servi, né il padre aspro o molle fuori di misura nel governo dei figli, né l’uomo ingiusto nella comunione con la moglie, né i figli indocili ai vecchi padri, né i fratelli legittimi disuguali nelle pretese, né i banchetti o il bere continuati per tutta la notte, né i giovani derelitti o sedotti, né tralasciati gli usi aviti delle cose dei templi e dei sepolcri; né che qualunque altra cosa fosse praticata contro il decoro e l’utile di Roma” delle sfere d’azione dei censori era la morale sessuale, in cui i romani giunsero a eccessi di esacerbato puritanesimo. Per esempio, nel 183 a.C., Catone il Censore fece espellere dal senato Manilio perché, a quanto pareva, aveva baciato la moglie davanti alla figlia in pieno giorno. Catone, che affermava di abbracciare la moglie solo in caso di temporale e scherzava sul fatto di essere felice quando tuonava, si rese protagonista dei più noti atti di censura della storia della repubblica, esercitati con rigore e abnegazione. Anche il lusso era considerato una forma di corruzione che i censori contrastavano e punivano, visto che l’aristocrazia romana doveva dare esempio d’austerità e di dedizione totale alla res publica. Nel 275 a.C., per esempio, il senatore Cornelio Rufino, due volte console e dittatore, fu cacciato dal senato perché aveva comprato stoviglie d’argento che pesavano dieci libbre romane, più di tre chili. Il suo caso era però ben lontano dalle ostentazioni di lusso che si sarebbero affermate più avanti. Quasi un secolo dopo Catone avrebbe aumentato di dieci volte il valore dichiarato di accessori, abiti femminili, carri di lusso e schiavi d’alto livello così da poterli tassare. Nel 97 a.C. venne espulso dal senato un tribuno della plebe che aveva proposto la revoca di una legge tesa a limitare gli sperperi nei banchetti. L’esercizio della censura diede vita a innumerevoli aneddoti, riportati dagli storici antichi. Per esempio Valerio Massimo ricorda molteplici vittime del rigore dei censori: alcuni anziani che non si erano mai sposati; un marito che aveva ripudiato la moglie senza aver prima consumato il matrimonio e senza aver consultato gli amici; un ex-console, Lucio Flaminino, fratello di Tito, vincitore su Filippo V di Macedonia, bandito dal senato perché aveva comminato una condanna a morte per divertire l’amante. Veniva punito anche chi non adempieva agli obblighi militari: cavalieri ribelli nell’esercito, disertori, codardi che non si erano arruolati durante la guerra con Annibale. Era meglio rimanere formali e cortesi quando si stava a contatto con i censori: un uomo fu sanzionato perché aveva sbadigliato a bocca aperta durante la propria dichiarazione, e un altro perché aveva fatto una battuta, mancando di rispetto alla solennità dell’alto magistrato di Roma.

Favria,  30.09.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Ecco arriva ottobre il mese perfetto per fare progetti, c’è quella temperatura che matura ogni cosa: le vigne, i colori e i pensieri. Felice  sabato.

La  Legione Truppe Leggere

Il mese di Ottobreè il decimo dei 12 mesi dell’anno secondo il calendario gregoriano ed è costituito da 31 giorni. Nel calendario di Romolo, era chiamato october, nome che derivava da octo, ossia “otto” in quanto era appunto l’ottavo mese dell’anno. Il 1 ottobre 1774 si deve la prima testimonianza di un corpo speciale per il servizio di vigilanza finanziaria ai confini: la  Legione Truppe Leggere. Questo restò in funzione fino all’Unità d’Italia, quando tutti i Corpi di finanza si unirono in un solo istituto, chiamato “Corpo delle Guardie Doganali”, che poi nel 1881 prese il nome diCorpo della Regia Guardia di Finanza. A questo venne attribuita la funzione di impedire e “denunciare il contrabbando e qualsiasi contravvenzione e trasgressione alle leggi e ai regolamenti di finanza”, nonché di concorrere alla difesa della sicurezza pubblica. Nei primi del ‘900 questo corpo diventò autonomo con la costituzione di un suo Comando Generale e allo stesso tempo venne concesso l’uso del simbolo delle stellette a 5 punte, fino ad allora di appartenenza delle sole Forze Armate. Nel 1922 poi Vittorio Emanuele III come forma di celebrazione per il servizio svolto negli anni del Risorgimento decise di concedere al Corpo l’uso della Bandiera di Guerra. Negli anni del fascismo la Regia Guardia di Finanza venne potenziata tramite la creazione della Polizia Tributaria Investigativa, alla quale presero parte i militari in abito civile impegnati in servizi di investigazione specializzati nella repressione del contrabbando e di qualsiasi altro tentativo di frode. A proposito di fascismo, è importante sottolineare che nei due conflitti mondiali gli appartenenti alla Guardia di Finanza furono impiegati in battaglia e inquadrati nei Reparti; alla fine il conto è di 4.209 caduti, molti dei quali per mano dei nazifascisti che li perseguitarono per gli aiuti prestati ai profughi ebrei. L’aiuto prestato nei confronti della popolazione civile e delle istituzioni sul confine orientale gli valsero 2° ricompense al Valor Militare, più 2.200 decorazioni concesse individualmente alla “memoria”. Nel dopoguerra, vista anche l’importanza del Corpo, questo venne modernizzato tramite la creazione di nuovi organi interni. Nato come componente di polizia doganale, oggi la Guardia di Finanza si occupa della repressione del contrabbando e del traffico di sostanze stupefacenti, della lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio del denaro, ma anche del mantenimento dell’ordine pubblico.

Favria, 1.10.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. Ottobre che è un vetro appannato, l’odore della nebbia, i viali che diventano red carpets, una pagina d’appunti. Felice domenica

Un imperdonabile refuso

Robert Barker era un editore inglese appartenente a un’illustre dinastia di stampatori di corte: nel 1599 ereditò dal padre i brevetti esclusivi per stampare gli atti ufficiali emanati dal re e dal parlamento, nonché i libri liturgici da usare nelle chiese. Inoltre, nel 1611, diede alle stampe la prima edizione della Bibbia di re Giacomo, meglio nota come KJV, King James Version, ancora oggi la traduzione più autorevole delle Sacre Scritture nel mondo anglosassone. Barker aveva dunque un curriculum di tutto rispetto. Eppure cadde in disgrazia per colpa di una parolina di tre lettere. Nel 1631, insieme a Martin Lucas, Barker curò una riedizione della KJV per ordine di Carlo I, ma una svista clamorosa trasformò il sesto comandamento: “Non commettere adulterio”, in uno scandaloso invito a peccare, perché in fase di stampa l’avverbio inglese notsparì e il verso in questione divenne “Tu commetterai adulterio”. Come fu possibile? Gli studiosi affermano che in quei secoli, l’omissione della negazione not,  senza volerlo,  avveniva di frequente. Si erano peraltro già avuti alcuni casi in passato, e altri ne sarebbero occorsi in futuro, ma nessuno grave come questo. La Bibbia inglese del 1631 fu ribattezzata The Wicked Bible, Bibbia malvagia, e se ne ordinò la distruzione immediata. Quanto ai tipografi, persero la licenza reale di stampa e dovettero pagare una multa di 300 sterline, pari a un anno di stipendio.

Favria, 2.10.2023 Giorgio Cortese

Buona giornata. Nella vita non ci sono errori, ma solo opportunità per conoscere le cose e miglioraci. Felice lunedì.

Unitre Rivarolo-Favria-Feletto riparte anno 2023-2024

Dopo la pausa estiva l’Unitre Rivarolo-Favria- Feletto  riparte con le nuove attività. L’associazione  è aperta a tutti coloro che sono interessati a conoscere nuove discipline o approfondirle.  Gli argomenti trattati comprendono: attualità, materie letterarie e storiche, scientifiche, artistiche e sono ulteriormente arricchite da  laboratori e gite. Le iscrizioni Unitre per l’anno accademico 2023/2024 si effettueranno presso la saletta delle Minoranze a Rivarolo in Via Ivrea nei seguenti giorni:

martedì 3 ottobre e giovedì 5 ottobre dalle ore 16 alle 18

sabato 7 ottobre dalle ore 10 alle 12

Il Direttivo comunica che i corsi e le conferenze si terranno presso il Salone ex Valle Susa di Via Montenero, di mercoledì con Inaugurazione il giorno 11 ottobre alle ore 15.  Sono inoltre programmati due laboratori di lingua inglese, un laboratorio di teatro, un laboratorio di pasticceria e un corso di yoga.