Portugal o purtigal! – Dritti o curve – Cerchiamo l’estate tutto l’anno….. – Verde speranza. – Girone il Cortese – Donare sangue fa bene alla salute… alla Tua che doni!…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Portugal o purtigal!

Da bambino ricordo che mia nonna quando acquistava le arance chiedeva dei portugal o detto

anche purtigal! In piemontese, ma in molti altre lingue dell’Italico Stivale, le arance dolci hanno come nome il Portogallo, come portajall, purtcagli, purtuall. Ma perché? Inizio nel dire che il toponimo Purtugal deriva dal latino Portus Cale, porto di Gaya, Oporto. Inizio nel dirvi che faremo un lungo viaggio a dorso dell’elefante partendo dal lontano Catai, antico nome della Cina settentrionale, diffuso durante il Medioevo. La sua origine risale, attraverso la forma turca Khitai, al nome del popolo proto-mongolo dei Khitan, in trascrizione cinese Ch’itan, che regnò su una breve fascia della Cina del Nord dal 907-1125 d.C. Iniziamo il viaggio dai lussureggianti giardini dell’estremo Oriente seguento la storia dell’albero detto Citrus sinenis, l’arancio. I primi ad introdurre questo frutto furono gli arabi, maniaci dei giardini, quando conquistarono la Sicilia affascinati dall’effetto decorativo di questi alberi. Ma la varietà introdotta era amara, la parola arancia in spagnolo naranja deriva dall’arabo naranj che significa arancia amara, a sua volta dal persiano narang che significava in sanscrito la frutta preferita degli elefanti. Ma allora quando è arrivato l’arancio dolce che mangiamo noi adesso? Questo avvenne grazie ai Portoghesi  che introdussero il frutto e l’albero in Europa, forse nel XVI secolo, grazie ai rapporti commerciali privilegiati che la nazione portoghese intratteneva con l’Asia per via del trattato di Tordesillas, stipulato nel 1494 tra castigliani e lusitani, secondo cui al Portogallo spettava il commercio con tutto l’emisfero a est del meridiano detto La Raya. In arabo l’arancia amara è naranj,  ma l’arancia dolce è burtuqal.  In arabo Portogallo si dice Burtuġal. E questo nome  si è diffuso anche in greco, il rumeno e l’albanese hanno tutte parole affini per indicare questo dolce agrume! Una curiosità l’arancio e il colore arancione hanno un legame con la dinastia regnante nei Paesi Bassi, Orange, dove l’arancione è diventato il colore nazionale? Tutto nasce quando questa stirpe futuri re Olandesi vennero infeudati nel 1163 da Federico Barbarossa in una contrada al confine tra Provenza e Linguadoca. La città d’Orange si chiama così perché il nome latino era Aurasium e, nel tempo, fu modificato nella parlata locale fino a diventare Arenjo in provenzale e Orange in francese. Dal colore arancione, meglio giallo oro abbiamo anche il collegamento con la parola mandarino che era il termine che una volta si usava per designare i funzionari civili e militari dell’Impero cinese. Dal colore delle loro tuniche giallo-oro ecco l’abbinamento con questa pianta e frutto. La parola mandarino è stata introdotta dai portoghesi mandarim, a sua volta alterazione del malese mantri, a sua volta dal sanscrito mantrin, consigliere. Alle fine di questo viaggio, dalle sete mi bevo una portugalada, aranciata.
Favria,  28.07.2021 Giorgio Cortese

Buona giornata. Siamo foglie appese all’albero della vita, se arriva il vento ci fa volare chissà dove. Felice mercoledì.

Dritti o curve

Ognuno di noi, anche se non vuole a volte ammetterlo occupa un ruolo nel mondo. Sarebbe interessante capire dove ci collochiamo e poi dove veramente siamo nella scala sociale della priamide sociale del potere. Per fare questo ragionamento ognuno di noi può usare la logica verticale o orizzontale o magari entrambe. Perché orizzontale e verticale non sono solo delle linee usate in geometria ma anche concetti politici e dinamiche sociali dove si trova il servo ed il signore, chi è dominato e chi domina, chi governa e chi è governato, e qui arriviamo al concetto di eguaglianza e libertà. Oggi pensiamo tutti di vivere in un sistema equalitario, ma poi nei fatti è rigidamente verticale all’accesso del potere. Il concetto di orizzontale induce a pensare all’uguaglianza e verticale a dei privilegi. Ma se ci penso bene la vita non è dritta ma una curva e in natura dalla terra ai fiori, semi tutto è una curva eppure quando affermiamo l’onestà di una persona parliamo di rettitudine morale. Mah!

Favria,  29.07.2021   Giorgio Cortese

Buona giornata. Trovare l’armonia della vita è il difficile compito di ricercare il giusto equilibrio tra quello che si fa e quello che si dice. Felice giovedì.

Cerchiamo l’estate tutto l’anno…..

Ecco la calda estate, dopo il gelido inverno e la speranza primaverile dei vaccini, ecco la rovente stagione che arde di calore con le sue carnose labbra di ciliegie, le sue guance seriche di pesca, i biondi sopraccigli di grano, e un un rosso peperone per naso,  come un novello Arcimboldo, eccola qua,  dopo la terza ondata pandemica, il confinamento, il peso straziante delle perdite di persone care, le angustie per il domani e la volontà di rimettersi in gioco, la paura, il desiderio, la rabbia, l’impotenza, l’estate porta con sé, insieme alle speranze della campagna vaccinale e alla certezza di riscatto, una voglia di rigenerazione, di aria, di libertà.  In questa stagione l’estate con la sua canicola le giornate trascorrono sulle  note dell’Estate vivaldiana, in bilico tra nostalgia struggente e ossessiva e tenace frinire di vita. Personalmente  non  ho una stagione preferita, apprezzo invece l’alternarsi dei mesi, quelli bui e raccolti dell’inverno, i colori caldi dei periodi autunnali e quelli brillanti della primavera. E poi c’è lei, adesso l’estate: sole, luce e afa. L’estate non vuol dire ozio, ma una stagione per riflettere, tirare le somme e progettare per il futuro. L’estate è una stagione accogliente, che nonostante il caldo asfissiante a tratti e il sole cocente, rimane quella che tinge gli animi dei colori più vividi. Nella vita quotidiana ogni volta per la prima volta, e ogni momento l’unico momento. Questa estate abbiamo voglia di sorridere, di esserci e di stare tra le persone in sicurezza. Che bella l’estate  anche se dura il percorso di una goccia quando si stacca dal rubinetto e cade nel lavandino. Domando a chi mi legge se non Vi è mai capitato di  ammirare il cielo in una notte d’estate e scoprire con Vostro grande stupore che l’universo  Vi sorride? Sì, succede perché l’estate  è un sogno racchiuso in un istante.

Favria, 30.07.2021  Giorgio Cortese

Buona giornata. Certi giorni è inutile programmarci la vita, tanto sarà sempre lei a scegliere per noi. Felice venerdì.

Dona il sangue e sii un eroe nella vita di qualcuno. Il sangue è destinato a circolare. Condividilo! Ti aspettiamo a Favria, VENERDI’ 6 AGOSTO  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno di Te. Dona il sangue, dona la vita! Attenzione, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portate sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

Verde speranza.

Un sabato mattina incontro quattro amici concittadini che si recavo ad acquistare il giornale e tutti avevano la maglietta di colore verde con diverse tonalità. Ed ecco allora questa mia riflessione sul colore verde, che è uno dei colori dello spettro percepiti da noi esseri umani,  e il suo nome deriva da “viridis” che significa vivace. Colore dominante della natura, il verde è uno dei colori simbolo del Natale, proprio perché ricorda l’Abete. Su di noi ha molti effetti positivi, rilassa, mette buonumore e ci spinge ad andare avanti. E quando lo indossiamo mandiamo un messaggio di armonia. Questo colore è assunto come simbolo della vita, della fortuna, delle speranze, simbolo di rinnovamento, di mutamento, in natura è il colore principale in svariate sfumature durante la primavera. Simboleggia in un certo senso anche la solidità, sempre prendendo spunto dalla natura osserviamo che verde è lo stelo che regge il fiore. Il colore verde è un insieme di sensazioni di idee e di pensieri che ci trasciniamo dagli albori della società umana. Certo non era popolare tra gli antichi Greci che ci hanno lasciato  testimonianza di un lessico cromatico molto limitato dove il verde non compare, ma solo il bianco, leucos il nero, mélos,  e il rosso in una gamma piuttosto ampia. Nemmeno un sommo poeta come Omero accennò al verde, per i greci non era che una sfumatura pallida, debole e poco significativa, che finiva con lo smarrirsi in altre tinte. Bisognerà aspettare l’epoca ellenistica perchè il verde trovi posto nella lingua di Pericle, e su influenza del latino viene definito prasinós, color del porro. Al contrario già 4.000 anni fa gli antichi Egizi lo avevano in massima considerazione  con una declinazione positiva, per loro era il colore della vegetazione e soprattutto del papiro,  simbolo di rigenerazione e associato al dio Ptah ,il Grande Creatore colui che aveva portato l’ordine nel caos primordiale di un mondo acquatico. E anche il dio Osiride era chiamato “Il Grande Verde”, il dio che rinasce dopo la morte e di buon auspicio erano gli oggetti e le pietre di verde tinte. Il verde era rappresentato anche il dio assiro-babilonese Tammuz, che trascorsi agli inferi i mesi oscuri, risaliva a primavera per ricongiungersi alla dea Ishtar. I latini, al contrario dei greci, non avevano problemi a definire con il termine “viridis”, da cui deriva “verde” in tutte le lingue romanze, forse perchè popolo rurale più abituato a osservare l’ambiente circostante. Come i Germani, i latini sapevano tingere e dipingere il verde, ma a lungo lo considerarono un colore barbaro, tant’è che così vestivano a teatro il personaggio Germano,  insolito e comico. Le difficoltà tecniche a fissare il colore, tuttavia, lo limitavano all’abbigliamento femminile, più fornito e variato, anche quando, nei primi secoli dell’era cristiana, divenne tinta alla moda, da indossare nella vita quotidiana e nelle occasioni più effimere dove un tocco di eccentricità non era fuori luogo. Nella Roma del Basso impero i neonati si avvolgevano nel verde per augurare loro buona sorte, nel Medioevo sceglievano questo colore le ragazze in cerca di marito, e poi, una volta accasate, lo indossavano nell’attesa del lieto evento. Lo splendido Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck (1434-1435), uno dei più famosi di tutta la storia della pittura, conservato alla National Gallery di Londra, mostra una donna incinta vestita di un sontuoso abito smeraldo, attributo del suo stato.  In ambito cristiano, nella pittura medioevale, veniva spesso dipinta in verde la croce di Cristo, in quanto immagine di resurrezione e rigenerazione del genere umano Il Cristianesimo degli inizi non è stato invece molto interessato a questo colore, infatti i Padri della Chiesa ne parlano solo come colore della vegetazione anzi veniva in quel periodo storico un colore malefico perché colore del diavolo, delle streghe, dei draghi dei serpenti, che venivano raffigurati appunto in verde. La svolta ci fu quando Innocenzo III, il Papa più importante del Medioevo ,ancora cardinale, scrisse un trattato sull’uso dei paramenti sacri e decise che il verde era da considerarsi un colore medio da utilizzare quando non si useranno gli altri tre: bianco,nero e rosso.Ancor oggi il verde è il colore dei paramenti per le celebrazioni del tempo ordinario. Nel Nord Europa troviamo il verde barbarico, le tuniche dei pirati che assalgono chiese e monasteri, e anche i Vichinghi prediligono il verde. Il verde simboleggia l’Islam in quanto rappresenta il Paradiso,  che in lingua persiana significa giardino ed è per questo il verde è il colore della bandiera dell’Organizzazione della Conferenza Islamica e come colore primario o secondario delle bandiere dei paesi islamici. Pensate che l’ottenimento del colore per mescolanza di giallo e blu risale solo al XVII sec.;prima di allora amalgamare i pigmenti era ritenuto atto diabolico. I tintori erano costretti a fare più passaggi dei tessuti nei vari colori per ottenere il colore voluto, senza mai miscelare le tinte ma sovrapponendole. A partire dall’Ottocento ha una collocazione accanto al rosso di cui è complementare. Nell’impressionismo si usa il verde per dipingere gli spazi aperti, ai pittori successivi tuttavia non piace. Del verde Mondrian scrive che è un colore inutile ed è considerato un colore  pericoloso, tossico e corrosivo. Fino agli anni 50 del XX sec. è quasi assente negli oggetti come nelle decorazioni e nell’arredamento; si salva solo il color Kaki, unione di marrone giallo grigio e verde, solo in tempi recenti questo colore è rivalutato. Oggi le gradazioni del  colore verde sono,  giallo Chartreuse, Lime, verdegiallo,  Tè verde, Chartreuse, verde chiaro, verde arlecchino, verde primavera, verde, verde ufficio, polpa di lime, verde pera, celadon, verde muschio, verde palude, verde lime, asparago, giada, verde persiano, verde erba, verde trifoglio, verde olivastro, verde islam, verde mimetico, verde oliva, verde marino, verde smeraldo,  verde foresta,  verde pino, verde Veronese, verde felce, verde cinabro, grigio asparago, verde cacciatore, verde inglese, verde legnano. Il verde è entrato nei modi di dire, si dice infatti verde come un aglio per indicare una persona esangue o malaticcia o di chi  è livido per il freddo. Verde di bile per indicare la faccia piena di rabbia impotente, d’invidia, di livore e così via, tanto da impallidire in volto assumendo quasi il colore verde della bile. In passato si riteneva che la bile aumentasse di quantità sotto l’effetto della rabbia.  Essere al verde, non  avere denaro, essere senza un soldo. Questo modo di dire nasce dalla tradizione che una volta il verde era tradizionalmente il colore del tessuto che rivestiva internamente i forzieri, le cassette e la fodera della borsa appesa alla cintura in cui si teneva il denaro monetato. Quando si arrivava a vedere il colore delle fodere, significava che il denaro scarseggiava. Un’altra possibile origine si riallaccia al fatto che un tempo era uso tingere in verde l’estremità inferiore delle candele, per cui, quando il lucignolo arrivava a bruciare a quell’altezza, la candela era quasi alla fine. Una terza possibilità riconduce invece a certi tipi di verdure di cui si mangia abitualmente solo la parte bianca, come ad esempio il sedano, i porri, gli asparagi. Avere il pollice verde, questa espressione  ha un significato abbastanza evidente: la si usa per riferirsi a chi ha una grande abilità nel coltivare e prendersi cura di piante e fiori o un orto. Ma perché proprio il verde? Beh, il colore verde, sul pollice in questo caso, è dovuto al contatto della mano con le piante quando non si utilizzano i guanti. Con concludo con il modo di dire nel  verde degli anni, per indicare l’età giovanile, l’adolescenza come i germogli delle piante a primavera. Grazie di avermi letto e grazie ai simpatici amici che si sono prestati alla foto dandomi spunto per questa riflessione che con le loro storie hanno le camice verdi simili al  verde di certe piante che spuntano appena sopra la terra, ma provate a tirare e vedrete che hanno radici profonde come loro

Favria, 31.07.2021 Giorgio Cortese

Buona giornata. La legna verde fa sempre fumo, l’erba del vicino è sempre la più verde ed io mi nutro di speranza che è sempre verde. Felice sabato.

AGOSTO

Girone il Cortese

Composto nel 1548 il poema segue le avventure di Girone, eroe bretone, e si differenzia dagli scritti del suo tempo in quanto narra di un unico personaggio, re-cavaliere. Parte del ciclo carolingio, pur rifacendosi all’antico romanzo francese omonimo di Rustichello da Pisa, di cui sarebbe un adattamento in versi, si propone come un poema epico cavalleresco che avrebbe dovuto rivaleggiare con quello dell’Ariosto.  Alamanni scrisse Girone il Cortese per volere di Francesco I, ma lo dedicò ad Enrico II di Francia,presso il quale era a servizio, in esilio per motivi politici. il poema sarebbe influenzato sia dal clima rinascimentale francese che da quello italiano, mostrando gli effetti di una transizione dai valori cavallereschi e individualistici come l’amor cortese, ai valori più prosaici e moderni della guerra in nome del bene collettivo. Edito nel 1548, il Girone il Cortese racconta in ventiquattro libri alcune vicende dell’omonimo protagonista, riprendendo e ammodernando il romanzo bretone Guiron le Courtois. Poema cavalleresco, tuttavia già inclinato verso il nascente genere eroico, Girone il Cortese si presenta anzitutto come un romanzo di formazione: attraverso la scoperta delle proprie radici familiari e della profondità dell’amicizia, il protagonista mette a fuoco se stesso e i propri doveri in un processo di raffinamento verso la perfetta cortesia. La vicenda, si può in realtà dividere in cinque blocchi. Nell’ordine vengono narrate le vicende di Girone e Danaino, l’erranza di Girone e Meliadusse, la vittoria del protagonista all’avventura di Passo Periglioso, la sua cattura da parte di Nabone e la liberazione da parte di una squadra di cavalieri erranti di nuova generazione, Palamede, Segurano, Lancillotto e Tristano. Secondo le più recenti letture del testo, il quartetto di cavalieri rappresenta la modernità statale e bellica cinquecentesca, che soppianta l’erranza singolare e il modo medievale di intendere la politica. Si prefigura così il passaggio all’Avarchide, opera matura di Alamanni e pienamente eroica, modellata sulla falsariga di Omero.

Favria,  1.08.2021  Giorgio Cortese

Buona giornata. Non c’è un mese in tutto l’anno in cui la natura si adorni di più bella veste come nel mese di agosto. Felice domenica.

Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 6 AGOSTO  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Donate il sangue, donate la vita! Attenzione,  per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

Donare sangue fa bene alla salute… alla Tua che doni! 

Donare il sangue è un gesto concreto che fa bene a te e fa bene agli altri… cosa aspetti? Tutti possono donare, l’importante avere un’età compresa tra i 18 e i 60 anni, pesare più  di 50 kg ed essere in buona salute. A causa dell’emergenza pandemica da COVID-19 è obbligatoria la prenotazione e si rammenta che è indispensabile indossare la mascherina durante tutte le fasi della donazione.  Il medico visiterà ovviamente una persona alla volta, indossando idonei DPI a tutela della propria e dell’altrui salute. Anche il volontari del Direttivo Fidas Favria addetti all’accoglienza, manterranno adeguate misure di sicurezza, un metro di distanza l’uno dall’altro, nessun contatto fisico, anche a loro verrà misurata la temperatura corporea prima di iniziare le attività di donazione. Verranno adottate misure di triage preliminare nella fase di accoglienza dei donatori: comprendenti la misurazione estemporanea della temperatura corporea. L’attivazione del triage è finalizzata ad evitare la possibile diffusione del virus nei locali.  Ricordiamo che i donatori o aspiranti donatori devo presentarsi sempre con carta di identità e tessera sanitaria.  Abbiamo bisogno di Te che se donatore o che non hai mai donato e vorresti venire a donare. Grazie per info cell 3331714827

Favria, 2.08.2021  Giorgio Cortese

Buona giornata. La vita non è fatta né di passato, né di futuro. La vita è fatta di tanti interminabili momenti presenti. Felice lunedì.

Ti aspettiamo a Favria VENERDI’ 6 AGOSTO  2021 cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te. Donate il sangue, donate la vita! Attenzione,  per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio