Res gestae favriesi, 1733 chiamata dei soldati. – L’ esordio dell’Inno di Mameli. – Da danza a inno a canto di Natale . – La strage!- Fidasavviso-L’agrifoglio e l’edera di Giorgio Cortese

Nei silenzio la nostalgia confonde il pensiero risvegliando il mostro della solitudine.

Res gestae favriesi, 1733 chiamata dei soldati.
Con l’Ordinato del 8 dicembre, la Comunità chiama alle armi di tre Particolari per il Reggimento Provinciale d’Asti:
Giovanni Tarizzo, Bartolomeo figlio di Giovanni Bartolomeo Oberto, Antonio Cattaneo
Favria, 9.12.2014 Giorgio Cortese.

La mitezza è la forza della vita, non paga mai il male con il male, ma vince con il bene.

L’ esordio dell’Inno di Mameli.
Il 10 dicembre 1847 sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto, sito a Oregina (un quartiere di Genova), fu per la prima volta suonato, davanti a tanti Genovesi e altri patrioti italiani, il Canto degli Italiani, conosciuto anche col nome di Fratelli d’Italia e con quello di Inno di Mameli, dal nome del poeta genovese, Goffredo Mameli, che scrisse i suoi versi. L’inno fu poi musicato dal campositore Michele Novaro, anche lui genovese.
Favria, 10.12.2014 Giorgio Cortese

L’avarizia di certe persone in età avanzata è insensata, na cosa c’è di più assurdo che accumulare provviste per il viaggio quando sono ormai prossimi alla meta?

Da danza a inno a canto di Natale
La carola era un antico ballo di gruppo, diffuso in età medievale e legato a occasioni sacre, in cui i ballerini si tenevano per mano e giravano in cerchio, di solito con accompagnamento musicale. Questo ballo era nato in ambienti di corte e rurali ed in origine era costituita da due gruppi di danzatori che di solito si tenevano le mani formando un cerchio, con un capogruppo che conduceva la danza e il canto e gli altri che ripetono il ritornello. La carola deriva dall’antico mutuato dal francese antico carole, forse dal latino choraula, danza al suono del flauto”, da choraules, “flautista”, che forse derivano dalle parole del greco antico , khoros, coro, e auleo, suonare il flauto. Successivamente on Inghilterra divenne un termine per indicare una lodo o un’ inno, carol , canto natalizio
Favria, 11.12.2014 Giorgio Cortese
Nella vita di ogni giorno l’immaginazione è una qualità che è stata concessa a noi esseri umani per aiutare la nostra natura umana e il senso dell’umorismo per consolarci di quello che non saremo mai

La strage!
Il 12 dicembre 1969, alle ore 16.37, una bomba esplose nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana, a Milano, provocando 17 morti e 88 feriti.Una seconda bomba fu rinvenuta inesplosa nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza della Scala.Una terza bomba esplose alle 16.55 nei pressi della Banca Nazionale del Lavoro di via san Basilio, a Roma, causando 13 feriti. Altre due bombe esplosero a Roma tra le 17.20 e le 17.30, una davanti all’Altare della Patria e l’altra all’ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, ferendo quattro persone.Nel giro di meno di un’ora, quindi, si verificarono cinque attentati terroristici nelle due maggiori città italiane, Roma e Milano. Nel corso degli anni successivi alla strage si sono susseguiti indagini e i processi, con imputazioni a carico di vari esponenti anarchici e di destra; tuttavia alla fine tutti gli accusati sono sempre stati assolti in sede giudiziaria. Ma allora chi ha fatto la strage?
Favria 12 dicembre 2014 Giorgio Cortese

Nella vita non smetto mai di imparare e devo fare in modo di i accrescere sempre ciò che apprendo perché raramente la saggezza è frutto solo della vecchiaia

Fidasavviso
Caro donatore/donatrice il Direttivo Fidas di Favria
Ti aspetta Sabato 20 dicembre 2014 dalle ore 15,00 alle ore 19,00 presso la nostra sede per il tradizionale scambio di Auguri Natalizi con il consueto panettone, per un bel momento di condivisione. Ti sarà inoltre consegnato il calendario prelievi 2015. Precisiamo che hanno diritto al panettone tutti i donatori che hanno effettuato almeno una donazione nell’anno 2014 e le medaglie Oro e le onorificenze Re Rebaudengo, padrini e madrine della bandiera
La vita non aspetta. Dona il sangue
Con cordialità,
Il Presidente del Gruppo, Giorgio Cortese

L’agrifoglio e l’edera
Il brano “L’agrifoglio e l’edera , the holly and the ivy” appartiene alla tradizione dei canti natalizi inglesi e fu pubblicato ufficialmente nel 1871. Il testo, già apparso dal 1710, si articolava sulle note di una melodia popolare francese del XI secolo, mentre la versione attuale si basa sull’arrangiamento del 1911 proposto da C. Sharp. Quello che mi sono domandato è il perché hanno messo nel canto queste due piante sempreverdi, apparentemente non collegate tra loro. Leggendo un libro ho trovato la spoegazione che voglio adesso condoviodere con Voi. Neo popolo pre cristiani, i celti, l’edera veniva usata durante l’inverno per le decorazioni, l’edera, Ivy,”, aveva stretti legami con Dionisio, Bacco, e holly, l’agrifoglio, invece, era sacro a Saturno. Le popolazioni celtiche, come gli antichi romani, attribuivano all’agrifoglio poteri magici, e ne appendevano dei ramoscelli alle porte, come amuleti contro gli spiriti maligni. Una vecchia credenza attribuiva ai folletti delle case e del Natale una particolare predilezione a fare brutti scherzi durante le festività. Per difendersi da tali scherzi si appendevano ramoscelli di Agrifoglio sulle porte, sui camini e alle travi delle case. La pianta, sul piano simbolico, rappresentava perciò la difesa, la precauzione, la previdenza e la resistenza. Ancora oggi, alla vigilia di Natale, viene regalato e appeso alle porte, insieme al vischio, come augurio di bene, per propiziarsi la sorte e attirare la fortuna. Qui da noi siamo abituati a vedere l’agrifoglio come arbusto, ma lasciato crescere lentamente, si sviluppa in un albero forte e rigoglioso dal colore sempreverde. Si ritrova nei boschi in associazione con la quercia e il suo legno è di altissima qualità, duro, pesante e resistente, può vivere fino a 300 anni. Per questo l’agrifoglio, insieme all’edera e al vischio, era considerato un potente simbolo di vita, per le sue foglie annuali e i suoi frutti invernali ed è il soggetto di alcuni canti di Natale.
Favria, 13.12.2014 Giorgio Cortese