Ribordone. «I soldi del canone Rai in bolletta servano a potenziare il segnale» di Ornella De Paoli

Nelle valli i soliti problemi di ricezione. Il caso di Ribordone dove per protesta il 91,3% non lo pagò La richiesta Uncem sostenuta dall’Unione montana Gran Paradiso che porta la questione in Consiglio
tratto da La  Sentinella de Canavese di Ornella De Paoli
RIBORDONE. «Il gettito maggiore ottenuto con l’inserimento dell’imposta per il possesso della tv nella bolletta elettrica deve essere destinato al potenziamento del segnale tv nelle Terre Alte».
Lo chiede l’Uncem a nome dei 600mila piemontesi che vivono nelle valli e che non vedono la Rai e hanno difficoltà a ricevere le tv private. Richiesta sostenuta anche dall’Unione montana Gran Paradiso, che ne discuterà durante la prossima seduta del Consiglio, prevista l’1 marzo.
Nel territorio dell’Unione montana con sede a Locana, formata da quattro degli undici Comuni della vecchia Comunità montana Valli Orco e Soana è Ribordone il Comune che presenta maggiori problemi dal punto di vista della ricezione tv. Tant’è vero che la popolazione, per protesta, negli scorsi anni si rifiutava di pagare un servizio inesistente (nel 2015, il 91,3% degli abitanti aveva evaso il canone Rai) e ora che il canone è nella bolletta della luce le lamentele sono alle stelle.
Anche in alcune zone degli altri Comuni delle due valli, vi sono difficoltà di ricezione, così, sui tetti di vari paesi, si moltiplicano le antenne paraboliche. Va detto, comunque, che se in Valle Orco e in Valle Soana il problema è meno grave di quanto lo sia in altre zone è dovuto alla rete di ripetitori televisivi installati dalla ex Comunità montana a fine anni Settanta e tuttora in funzione proprio grazie alla ex Comunità montana data per defunta. Già, perché il vecchio ente, di cui è stata decretata la scomparsa da anni e la cui definitiva liquidazione entro il 2016 pareva inderogabile, in un certo senso è ancora in vita ed è tuttora il proprietario dei ripetitori, poiché non è ancora avvenuta la divisione dei suoi beni tra l’Unione Gran Paradiso e l’Unione Valli Orco e Soana.
Dopo tre anni di commissariamento, che doveva portare alla liquidazione di beni e debiti, infatti, vi è stata un ulteriore proroga.
«Lo scorso 7 febbraio abbiamo incontrato il nuovo commissario, il quale ha il compito di liquidare l’ente entro il 30 giugno – comunica, infatti, Silvio Varetto, presidente dell’Unione Gran Paradiso -. In realtà, la ripartizione è condizionata dal lodo Asa, dato che una parte del patrimonio del vecchio ente potrebbe essere destinato al risarcimento, pertanto, dobbiamo attendere l’evolversi della questione.
Così, rimaniamo sospesi in un limbo, da cui stiamo cercando di uscire per quanto possibile. In effetti, abbiamo già raggiunto l’accordo con l’altra Unione montana sia sulla ripartizione dei fondi Ato, che sulla gestione dei Bim. Inoltre, nell’incontro svoltosi il 27 gennaio scorso, abbiamo messo le basi per arrivare a gestire insieme il servizio di Protezione civile».
Nel frattempo, dunque, i ripetitori televisivi (così come il metanodotto ed altri beni) rimangono in capo alla Comunità montana e, per fortuna, continuano a funzionare.
Ornella De Paoli