Santa Engrazia. – L’albero arcobaleno. – Aquila simbolo imperiale. – Gli attacotti. – Gruzzolo. – Liber pontificalis. – William Paterson, ed il sogno della prima colonia scozzese nel Darien…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

Santa Engrazia. Venerata soprattutto in Spagna e sui Pirenei, Santa

Engrazia subì il martirio a Saragozza, nel 303, insieme a diciotto suoi compagni. Su di lei le notizie storiche sono piuttosto scarne. Secondo la tradizione più accreditata era originaria di Braga, in Portogallo, ed era nata in una nobile famiglia locale. In giovane età, suo padre la promise in sposa a un patrizio della zona di Rossiglione, in Gallia. Per prepararsi alle nozze, che si sarebbero celebrate nella patria dello sposo, Engrazia fu scortata da un seguito composto da diciotto uomini, tra cui lo zio Lupercio e una serva di nome Giulia. Durante il viaggio, il gruppo attraversò Saragozza, proprio mentre erano in corso persecuzioni contro i cristiani, volute dagli imperatori Diocleziano e Massimiano. Engrazia e i suoi compagni, che avevano aderito al Cristianesimo, cercarono di dissuadere il governatore Daciano dall’obbedire agli ordini imperiali ma per tutta risposta furono flagellati, gettati in prigione e condannati a morte. Mentre Giulia, Lupercio e gli altri vennero decapitati, Engrazia resistette alle atroci torture inflitte da Daciano. Secondo una tradizione agiografica, alla giovane fu addirittura conficcato un chiodo in fronte e con questo strumento di tortura viene a volte raffigurata nell’iconografia, come nel caso del raffinatissimo dipinto realizzato tra il 1474 e il 1478 dal pittore spagnolo Bartolomé Bermejo. Il Martirologio Romano riporta che Engrazia resistette a tutti i tormenti ma alla fine morì per le sofferenze e le ferite il 16 aprile del 303. E in quel giorno si celebra la sua ricorrenza.
Favria,  16.04.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Non serve avere mille amici, ma trovare i pochi giusti di cui abbiamo bisogno. Felice  martedì.

“Le nuove famiglie” Docente: Daniela Giannone: mercoledì  17 aprile 2024 ore 15,30 -17,00

Conferenze UNITRE’ di Cuorgnè presso ex chiesa della SS. Trinità –Via Milite Ignoto

La categoria  delle  “ nuove famiglie  comprende variegate configurazioni note come famiglie nucleari, estese, multiple, intatte, separate, ricomposte e ricostituite, famiglie di fatto, monogenitoriali, omologhe o miste dal punto di viste etnico, eterosessuali, omosessuali, etc. È oramai ineludibile la considerazione che la famiglia non può più essere identificata con  un concetto monolitico da definire al singolare, quanto un costrutto complesso, che implica il richiamo a declinazioni plurali, proprio in relazione alla registrazione delle diverse forme che attualmente hanno assunto i sistemi di organizzazione dei rapporti primari. Con il variare delle geometrie familiari contemporanee il “fare famiglia” diventa sempre più complesso e per qualcuno perturbante, perché la famiglia non coincide più con l’immagine di un uomo e di una donna sposati, monogami eterosessuali e fertili. Il diritto vivente e l’ interpretazione delle norme,  hanno dovuto  confrontarsi con le nuove ricerche scientifiche e biologiche e prendere atto della esistenza di nuove realtà familiari che richiedevano una regolamentazione e un riconoscimento giuridico

L’albero arcobaleno.

Ho letto in un libro che l’albero arcobaleno esiste e cresce spontaneamente in alcune aree delle Filippine, dell’Indonesia e della Papua Nuova Guinea, ed è un eucalipto della specie Eucalyptus deglupta, comunemente conosciuto come eucalipto arcobaleno. Corteccia. La sua caratteristica principale, infatti, è che mentre l’albero cresce la corteccia si sfalda, lasciando così esposti gli strati interni del legno i quali, a contatto con l’aria, assumono delle colorazioni molto accese. La corteccia più interna è di una sfumatura verde brillante, e con il passare del tempo si scurisce, assumendo toni di blu, rosso, viola, arancione e marrone. L’Eucalyptus deglupta può raggiungere i 75 metri di altezza, con un tronco dal diametro fino a due metri: quindi, considerando che la sua corteccia si sfalda in vari punti e in periodi diversi dell’anno, l’imponente albero colorato diventa un elemento spettacolare nel paesaggio boschivo. L’eucalipto arcobaleno viene anche coltivato per ricavarne la polpa di legno, necessaria alla produzione della carta; per una crescita regolare ha bisogno di habitat particolarmente umidi e pienamente esposti alla luce solare, a temperature non troppo basse.

Favria, 17.04.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Felice  mercoledì

Aquila simbolo imperiale.

Nella  mitologia greca l’aquila era considerata un uccello divino simbolo di Zeus, padre di tutti gli dei e protettore dello Stato, e in quanto tale sua messaggera. Veniva raffigurata con un fascio di folgori stretto negli artigli. Emblema del potere, successivamente divenne il simbolo dell’Impero romano e insegna dell’esercito. Fu adottata da Costantino I nel IV secolo in versione bicefala, una faccia era l’Impero d’Oriente e l’altra quello d’Occidente, e successivamente da Carlo Magno, 800 d.C., e da Federico I di Svevia, come simbolo del Sacro romano impero, dagli imperatori austro-ungarici a da Napoleone fino, in tempi più recenti, al Terzo Reich. L’aquila, che originariamente rappresentava un tramite con gli dèi, divenne il simbolo dell’approvazione divina all’autorità regnante.

Favria, 18.04.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. L’amore e la gioia hanno un profondo potere di guarigione sulla mente. Felice giovedì

Gli attacotti.

Nel 398 d.C. in Britannia,  il generale Stilicone si trovò a fronteggiare uno dei popoli più feroci dell’antichità, quello degli attacotti. Originari dell’Irlanda, si erano stabiliti in Scozia nella seconda metà del III secolo. Un contemporaneo di Stilicone, san Girolamo, evidenziava i costumi selvaggi di questo popolo, come per esempio il fatto che si nutrissero dei nemici uccisi in battaglia e il possesso comune delle donne da parte dei guerrieri. Dopo averli sconfitti, Stilicone arruolò molti di loro nelle sue file, formando così nuove unità per l’esercito romano. Una di queste unità di “antropofagi”, gli Honoriani Atecotti Seniores, andò a prestare servizio in Hispania, dove seminò il terrore tra il 408 e il 409, nel corso della guerra civile tra Costantino III e i sostenitori dell’imperatore Onorio.

Favria, 19.04.2024 Giorgio Cortese

Buona giornata. La prima uguaglianza è l’equità. Felice  venerdì.

Gruzzolo.

La parola designa una somma di denaro o un quantitativo di ricchezze di non enorme entità, messi insieme lentamente e con una certa fatica. La sua origine esatta è controversa, ma secondo la teoria più verosimile il vocabolo sembrerebbe derivare dall’antico germanico “gruzzi” e sarebbe stato introdotto in Italia nell’alto Medioevo attraverso i Longobardi, che lo utilizzavano per definire un mucchietto di cose o di beni

di poco conto.

Favria, 20.04.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Iniziamo ogni giorno con un pensiero positivo e un cuore grato. Felice sabato.

Liber pontificalis.

Il Liber pontificalis, il “Libro dei papi”, è una raccolta di biografie dei pontefici, presentate in serie cronologica a partire da san Pietro e compilate in varie epoche. Le prime notizie biografiche sui vescovi di Roma furono ricavate dalle lapidi sepolcrali, dalle citazioni contenute negli atti dei martiri o da fonti come libri e lettere. Le prime edizioni furono pubblicate nel XIX secolo dal francese Louis Duchesne e dal tedesco Theodor Mommsen. Vita, morte e pontificato. Vi si trovano informazioni come la famiglia di origine, il luogo di nascita, la durata del pontificato, i principali pronunciamenti, il luogo di sepoltura e il periodo trascorso dalla morte alla consacrazione di un nuovo papa. La compilazione delle biografie si arrestò verso la fine del IX secolo con Stefano V,  a causa delle turbolenze politiche che attraversavano la Chiesa di Roma. In quell’arco di tempo le biografie si ridussero a scarne schede con poche informazioni. Solo con papa Leone IX, alla metà dell’XI secolo, la pratica compilatoria riprese vigore.

Favria, 21.04.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Quando guardo i volti delle persone che lottano per la propria vita, e non vedo estranei. Felice domenica

William Paterson, ed il sogno della prima colonia scozzese nel Darien.

Nel XVII nel Darien vicino all’attuale canale di Panama, che allora  non esisteva ancora. Qui nel  Darién andò in frantumi un  progetto ambizioso, qui si frantumò tragicamente i sogni della Scozia, la cui storia cambiò per sempre anche a causa di quel che avvenne in questo angolo remoto del mondo. Come prima detto il Canale di Panama non esisteva ancora, sarà aperto solo nel 1914, quindi le navi, per andare dal Pacifico all’Atlantico, e viceversa, erano costrette a circumnavigare il Sud America, attraversando lo Stretto di Magellano per risalire poi lungo la costa continentale. Per risolvere il problema in Scozia qualcuno pensò: perché non realizzare un collegamento via terra tra i due oceani nel punto più stretto del Centroamerica e, grazie a un pedaggio, prima recuperare le spese di costruzione e poi iniziare a trarre profitti? La Scozia e l’Inghilterra all’epoca erano due Stati indipendenti, ma per ragioni dinastiche avevano lo stesso re. I loro destini si erano spesso intrecciati, eppure,  nonostante ripetuti tentativi di unificazione, la Scozia aveva mantenuto l’indipendenza. Per non subire l’influenza della potentissima Inghilterra, che poteva vantare finanze molto solide grazie alle numerose colonie, la Scozia aveva però bisogno di rafforzare la propria posizione economica. L’Inghilterra era pronta a divorarla e serviva urgentemente un piano. Fu William Paterson, 1658-1719,  ad avanzare la grandiosa proposta: fondare nel Darién la prima colonia scozzese, realizzare un passaggio tra i due oceani e farsi pagare per l’utilizzo di questa “scorciatoia”. La reazione fu entusiasta e Paterson fondò la Company of Scotland Trading, che in breve tempo e nonostante il boicottaggio immediato degli inglesi, vendette azioni sufficienti per far partire rapidamente l’iniziativa. Cinque navi salparono per colonizzare il Darién. Una volta giunti a destinazione, gli scozzesi stabilirono diversi insediamenti battezzandoli con nomi legati alla madrepatria, per esempio Fort St. Andrew, S.Andrea è il patrono della Scozia e Nuova Edimburg. I coloni non avevano però considerato il clima tropicale e l’inospitalità della foresta, lussureggiante e piena di fascino, ma assai difficile da rendere abitabile. Gli indigeni, non avevano alcun interesse a mischiarsi con gli intrusi europei, né ad aiutarli ad adattarsi, anni dopo persino gli indigeni Kuna abbandonarono il Darién, troppo inospitale, e molti si trasferirono nelle isole San Blas.  Le piogge torrenziali e le malattie tropicali iniziarono a mietere vittime fra i coloni pochi mesi dopo il loro arrivo. Gli scozzesi furono decimati e anche la moglie e il figlio di Paterson morirono. Come se non bastasse, giunse la notizia che gli spagnoli avevano intenzione di invadere il Darién, viste le condizioni in cui si trovavano gli scozzesi, ci sarebbero riusciti senza incontrare resistenza. Paterson, ormai scoraggiato, decise di rinunciare e tornare in Scozia. Mentre l’ultima nave di Paterson lasciava il Nuovo Mondo, dalla Scozia una nuova spedizione di coloni, ignari del fallimento dei primi, partiva per il Darién. Grande fu la sorpresa quando arrivarono a Fort St.Andrew e lo trovarono abbandonato, con la natura che lo stava inghiottendo nel verde. Toccò a questo secondo gruppo affrontare gli spagnoli: infiacchiti dal clima tropicale, non poterono che soccombere. Il Darién finì in mano all’Impero spagnolo e quel che rimaneva del secondo gruppo di avventurieri tornò in Scozia. Il fallimento dell’impresa coloniale non comportò soltanto il disonore di chi aveva sostenuto attivamente il progetto, ma anche, in un contesto già precario, il tracollo economico e finanziario del Paese. Migliaia di scozzesi avevano perso i propri risparmi investendo nella compagnia di Paterson e la bancarotta finanziaria nazionale era sempre più vicina. A “salvare” la situazione arrivò il parlamento inglese, che propose per l’ennesima volta l’unione con la Scozia, o forse meglio dire la sua annessione, e questa volta gli scozzesi, che ormai erano con l’acqua alla gola, si lasciarono convincere dall’offerta di 398.000 sterline, passate alla Storia come “the price of Scotland”,  con l’Atto di Unione del 1707 gli Inglesi accettarono di accollarsi il debito del governo scozzese verso i sottoscrittori dello Schema, e probabilmente questa fu una delle motivazioni principali per cui il governo della Scozia non si oppose agli Atti di Unione con la stessa forza impiegata contro i precedenti tentativi di fondere i due paesi, nonostante l’opinione pubblica in Scozia fosse ancora largamente contraria.

Favria, 22.04.2024  Giorgio Cortese

Buona giornata. Se dipendesse da me renderei contagiosa la salute invece che la malattia. Felice lunedì.

Il sangue è una vita, Condividilo! Il sangue viene rigenerato dopo pochi mesi, ma la vita no, per favore dona il tuo sangue. Vi invitiamo a donare il sangue per una ragione che si chiama vita.  vita. Lo scopo della vita di noi essere umani è quello di accendere una luce di speranza nei nostri simili anche donando il sangue. Ti aspettiamo a FAVRIA VENERDI’ 3 MAGGIO  2024, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te.  Attenzione, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio.