Il piemontese, lingua diffusa e sempre viva in Canavese di Ornella De Paoli

Non occorrono inchieste ed indagini statistiche per stabilire quanto il piemontese sia ancora lingua diffusa e viva nel territorio canavesano.
tratto da La Sentinella del Canavese di Ornella De Paoli
A dimostrarlo bastano manifestazioni come quella organizzata dalla Pro loco di Agliè. in collaborazione con il Comune, domenica scorsa, nell’ambito della Giornata del dialetto e delle lingue locali indetta a livello nazionale dall’Unpli, l’associazione delle pro loco italiane.
Il pubblico radunatosi in questa occasione nel salone Alladium è stato numeroso, interessato e partecipe e, benché le teste grigie fossero molte, comprendeva parecchie generazioni,tra cui anche qualche giovanissimo. Un pubblico che si è rivelato in grado di apprezzare ogni sfumatura linguistica dei testi di prosa piemontese letti da Elsa Oberto e da Fulvia Guglielmetti, nonché tutte le divertenti gag, le battute sornione e molto “piemontesi” dei molteplici personaggi interpretati da Giancarlo Moia nel suo esuberante spettacolo di cabaret intitolato “E… e… gnente”.
La manifestazione è stata introdotta da Rosanna Tappero con una rapida, ma esauriente, panoramica sullo stato del piemontese, dialetto secondo certuni, lingua secondo altri (ma i linguisti concordano nel definire lingue i cosidetti dialetti). Partendo dal periodo antecedente all’Unità d’Italia, quando, a Torino, il re e l’aristocrazia non parlavano italiano, bensì torinese e francese, la professoressa Tappero è arrivata ai nostri giorni per constatare come il piemontese, anche nelle sue numerose varianti, si stia impoverendo ed ha citato alcune parole dimenticate, quali ad esempio “pundrà” (poiana). «Dobbiamo andare orgogliosi delle nostre lingue locali ed impegnarci a tramandarle ai nostri figli e nipoti – ha concluso Tappero, suggerendo, inoltre, di dedicare alla canzone ed al teatro in piemontese le prossime edizioni alladiesi della Giornata
nazionale del dialetto e delle lingue locali. Suggerimento subito colto da Simona Appino, presidente della Pro loco, che già lo scorso anno aveva aderito all’iniziativa dell’Unpli finalizzata alla salvaguardia del ricco patrimonio linguistico delle regioni italiane. (o.d.p.)