We shall overcome, l’union fait la force! – Torna l’ora legale, da domenica 27 marzo … – Il vecchio portone – Easter Bunny, il coniglietto pasquale – Pasqua!- Pasquetta e Pasqua nel mondo – L’altro. – Il colore del mio animo – Occhio!…LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

We shall overcome, l’union fait la force!
Apprendo dai media dei barbari e brutali attentati a Bruxelles, il cuore della nostra amata Europa, tra un misto di dolore, rabbia e stupore nel pensare che esistano in questo nostro mondo delle persone che si nascondano dietro la religione per compiere le più abietti e vili azioni umane. Bruxelles, il cuore dell’Europa, è sotto attacco, nel mirino l’aeroporto e la metropolitana: decine i morti, oltre 200 i feriti, ascolto i commenti che declinano tra orrore, stupore, indignazione, e molta retorica che due parole opposte nei ricorrenti messaggi: “cuore” e “guerra”. Penso che tutti gli stati Europei, l’Europa faranno bene la loro parte per darci maggiore sicurezza e da parte mia innalzo una preghiera al cielo con la speranza che riusciremo a superarlo questo brutto momento, riusciremo a superarlo, un giorno ne saremo fuori. Nel profondo del cuore, io lo credo che un giorno tutto sarà superato. I credo che questa umana follia prima o poi finirà e noi andremo avanti senza distinzioni di razza e di credo religioso tenendoci mano nella mano. Finirà questa pazzia umana di un branco di vili farabutti e vivremo ancora in pace. Questi farabutti vogliono intimidirci, portarci al loro bestiale livello, ma noi Europei non abbiamo paura e in giorno tutto sarà superato. Si ne sono fermamente convinto nel profondo del mio cuore che un giorno tutto sarà superato. Non possono fermare le nostre idee di libertà, uguaglianza e di tolleranza e questo brutto momento riusciremo a superarlo e ne saremo fuori: We shall overcome, siamo tutti europei, di siamo abitanti di una città colpita. Noi siamo resilienti e di fronte ai terribili traumi avremo sempre la forza di ricostruirci, restando sensibili alle cose positive che la vita offre, senza perdere l’umanità perché la nave Europa può oscillare ma non affonderà mai e ricordo che il motto del Belgio ci aiuta ad affrontare il presente: anticamente “concordia parvae res crescunt,! Letteralmente, nell’armonia anche le piccole cose crescono per passare a quello attuale “L’union fait la force-eedracht maakt macht”.
Favria, Giorgio Cortese

La crudeltà, come tutti i vizi, non richiede altro motivo che se stessa: ha bisogno soltanto di un’occasione. Dicono con ragione che tra tutti gli animali l’essere umano è il più crudele. È l’unico a infliggere dolore per il piacere di farlo.ma parlare di crudeltà “bestiale” dell’essere umano è terribilmente ingiusto e offensivo per le bestie: un animale non potrebbe mai essere crudele quanto un essere umano, crudele in maniera così artistica e creativa.

Torna l’ora legale, da domenica 27 marzo lancette avanti di un’ora
Ci siamo quasi, da domenica 27 marzo torna l’ora legale. Nella notte che precede la Santa Pasqua le lancette andranno spostate un’ora in avanti e così il sole tornerà a sorgere intorno all’ora di sera regalandoci giornate più lunghe. Tuttavia non saranno felici coloro abituati a svegliarsi presto, magari per motivi lavorativi. Per loro si attende una notte più breve con un’ora in meno di sonno, meno male che il 28 è festa, il lunedì dell’Angelo, Pasquetta.

Il vecchio portone
Un vecchio proverbio latino così recita: “Si dice che la porta sia la parte più lunga del viaggio, Porta itineris dicitur longissima esse.” Ecco il primo pensiero quando nelle mie passeggiate domenicali passo davanti ad una bella casa di un comune limitrofo. Penso a chissà quante persone si sono fermate a dialogare davanti al vecchio portone. Dietro a quel vecchio portone c’erano vite già vissute in futuri passati da un pezzo e ignoti dialoghi. Dietro a quel vecchio portone i genitori raccontavano antiche leggende, chissà quanti sguardi smarriti, sguardi amorosi e risate ha assistito. Dietro quel vecchio portone nascosta in un angolo buio c’era l’anima delle persona che li abitavano e che e che correvano incontro a sogni che adesso nella maturità forse hanno dimenticato. Penso alla bellezza del portone che chiuso forse indispone ma nella assolate giornate estive spalancava le sue fauci e faceva entrare il sole. Ma da alcuni anni al posto del magnifico portone in legno hanno piazzato una porta da cantiere, gretta e rozza ferraglia che hanno spento i sogni dei miei pensieri e mi hanno ricordato che l’ottusità di certe persone è sempre una irresistibile tentazione e il lasciare un così brutto e becero cancello al posto del vecchio e nobile portone ne è l’amara conferma.
Favria, 25.03.2016 Giorgio Cortese

Nulla sveglia un ricordo quanto un odore e allora, si potrebbe applicare questo concetto a certi luoghi, riprendendo pari pari, la definizione di santa Teresa relativa all’inferno: “Il luogo che puzza e dove non c’è amore”, e con questo ho detto tutto.

Easter Bunny , il coniglietto pasquale
Uno dei simboli più affermati della Pasqua è senza ombra di dubbio il coniglietto pasquale, anche conosciuto come coniglietto di primavera o coniglio di pasqua. Generalmente la figura del coniglietto di Pasqua è accompagnata sempre da uova colorate, ma come nasce questa tradizione? Il simbolo del coniglio di Pasqua ha origine nei miti dell’Europa occidentale; infatti la parola inglese per Pasqua, Easter, deriva da un’antica divinità nordica, Eostre, la Venere dei popoli del nord. Le antiche tradizioni collegano questa dea a miti legati alla primavera, al cui centro vi è l’idea di un sacrificio a cui succede una rinascita. Per il culto dei celti, quindi, questa dea era legata all’avvento della primavera e alla fertilità dei campi, tanto che chiamavano l’equinozio di primavera: “Eostur-Monath” e successivamente “Ostara”. Alla dea Eostre era devota la lepre (spesso la dea era raffigurata con testa di lepre), perché anche questo animale è simbolo di fertilità e di vita, per via della sua spiccata propensione alla prolificazione. La lepre che accompagnava Eostre, deponeva l’uovo della nuova vita per proclamare la rinascita del nuovo anno e ora è diventata la nota icona del coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità e di vita. Ogni anno per festeggiare il ritorno della dea era tradizione scambiarsi le uova sacre sotto l‘albero, ritenuto magico, del villaggio. Per la religione cattolica la domenica di Pasqua si celebra la resurrezione di Gesù Cristo dopo tre giorni dalla sua crocefissione, ma come collegare a questo avvenimento sacro la figura del coniglietto pasquale? Secondo la tradizione il ruolo cruciale nell’associazione lepre – Pasqua nella religione cattolica lo ebbe Sant’Ambrogio. Sembrerebbe, infatti, che fu proprio il santo di Milano a indicare la lepre come simbolo di resurrezione, in quanto il manto di quest’animale ha la caratteristica di mutare colore con il cambiare delle stagioni. Questo suo variare a secondo del ritmo della natura fu collegato al concetto di rinascita e quindi a quello della Resurrezione. Agli inizi del 1400 furono i tedeschi i primi a recuperare l’antico simbolo del coniglio e più tardi, nel 1800, furono sempre loro a dar via all’usanza di preparare dolci e biscotti a forma di coniglietto e a diffonderla nel nord Europa. Gli immigrati tedeschi e olandesi portarono poi la tradizione del coniglio pasquale oltreoceano, soprattutto negli Stati Uniti, dove tutt’ora in occasione della Pasqua l’Easter Bunny porta uova colorate ai bambini che sono stati bravi. Questo coniglietto, tuttavia, è un po’ dispettoso esuole nascondere le uova tra le piante e i cespugli dei giardini ed è compito dei bambini ritrovarle. In Italia la tradizione di nascondere le uova nei giardini è diffusa soprattutto in Alto Adige, dove i bambini aspettano tutto l’anno il momento della ricerca delle uova di Pasqua. In Inghilterra, si fanno rotolare uova sode per la strada o su di un prato finché il guscio non sia completamente rotto.
Favria, 26.03.2016 Giorgio Cortese

Personalmente la fiducia si può al libro che ho lasciato a metà, poi quando lo riprendo a leggere mi accorgo che le pagine migliori sono subito dopo il segnalibro che avevo lasciato.

Pasqua!
Gesù è risorto, le campane suonano a festa, c’è molta allegria nei cuori. Ma questo mio pensiero va agli ammalati, a quelli che lottano ogni giorno per la vita, i loro cuori possano riempirsi di fede e speranza. Ai poveri, agli affamati, che nel loro cammino possano trovare bontà, carità e perdono verso questa vita che sembra loro nemica. Che questa Resurrezione porti pace ai popoli di tutto il mondo e al posto delle armi che stringano tra le mani dei fiori. Questo è il mio augurio: pace e misericordia per tutti! Lasciate entrare la pace e l’amore nei vostri cuori, Gesù è morto per noi, la sua fede e il suo amore era ed è ancora infinito! Seguiamo questo amore e teniamolo dentro il cuore assieme alla fede e la speranza e mettiamolo in pratica, così che ci possa essere pace nel mondo! Spero che questa Santa Pasqua porti serenità e pace a tutti, che il sacrificio di Gesù non sia stato vano. La Sua resurrezione oggi è un rinnovamento, una nuova rinascita, un cambiamento in meglio, un miglioramento al mondo intero. Perché la Pasqua possa sbocciare, fiorire nel migliore dei modi deve poter contare sull’amore dei nostri cuori. Pasqua non è un giorno, ma è il giorno in cui se vogliamo possiamo rinascere a nuova vita. Buona Pasqua tutti!
Favria, 27.03.2016 Giorgio Cortese

Scarto le uova e le sorprese più belle non le trovo dentro, ma fuori. Sono le persone, e non ne scarto nemmeno una. Buona PasquaA TUTTI.

Pasquetta e Pasqua nel mondo
Pasquetta è il nome con cui in Italia si indica la giornata festiva del lunedì dopo la domenica di Pasqua, il lunedì di Pasqua è una festività in molti luoghi del mondo, ma con denominazioni e tradizioni differenti. In Italia è chiamato “Lunedì dell’Angelo”, in conseguenza dell’episodio dei Vangeli in cui un angelo, due, per Luca, annuncia la resurrezione di Gesù a Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Salomé, che sono andate al sepolcro di Gesù e lo hanno trovato vuoto. L’annuncio dell’angelo e la visita al sepolcro avvennero per i Vangeli nel giorno dopo Pasqua, che era però la Pasqua ebraica, di sabato. Successivamente, con l’adozione della domenica come giorno di Pasqua cristiana fissata dal Concilio di Nicea nel 325, quello che ha stabilito il Credo,oggi la citta turca Iznik. Con questo Concilio l’apparizione dell’Angelo venne a sua volta collocata di lunedì. E non è una cosiddetta “festa di precetto” per la liturgia cattolica. Come festa civile in Italia è stata introdotta nel Dopoguerra, ad allungare di un giorno il riposo festivo pasquale: e il nome di “Pasquetta” ha la stessa ragione. È, come la Pasqua una “festa mobile”: non cade ogni anno nello stesso giorno del calendario, ma un lunedì diverso, definito dalla data dell’equinozio primaverile e dalle fasi lunari. In Austria la giornata più particolare della Pasqua è il Giovedì Santo, chiamato Gründonnerstag, ovvero “Giovedì Verde”, perché è tradizione mangiare verdure verdi. Il giorno di Pasqua i bimbi vanno a caccia di “neste”, cioè di nidi con le uova colorate, a cui segue una vera e propria “battaglia” all’ultimo uovo… In Germania, invece, il protagonista è il coniglietto di Pasqua, che dispettosamente nasconde le uova che poi i bambini dovranno scovare. A tavola, però, è di rigore l’agnello, e pensate che mentre da noi si mangia la colomba, in terra tedesca anche il dolce si prepara a forma di agnellino. In Polonia, Ungheria e Cecoslovacchia, per il lunedì di Pasquetta i giovani sono soliti spruzzare le ragazze con dell’acqua di sorgente, in quelle che, evidentemente, non è che la riproposizione di un pre cristiano rito della fertilità. In Bulgaria, invece le uova tornano protagoniste. Vengono colorate, la prima di rosso che è di buon augurio, e poi scambiate a mezzanotte del Sabato Santo, quando si annuncia la Resurrezione di Gesù, il dolce tipico è chiamato kozunak, sempre a base di uova. In Romania la Pasqua è una festa molto sentita e i credenti digiunano nei quaranta giorni precedenti per purificare il corpo e lo spirito. La Settimana Santa è aperta dalla “Domenica dei fiori” quando vengono rievocate le passioni di Cristo, poi il Giovedì Santo vengono letti i 12 vangeli, uno per ogni ora del giorno. Il sabato sera si celebra la suggestiva Messa della mezzanotte. Durante la settimana le case vengono dipinte, i giardini sistemati e iniziano anche i preparativi per il pranzo pasquale durante il quale tutti gli invitati indossano vestiti nuovi. I bambini ricevono uova dipinte, dei veri e propri capolavori, che il capofamiglia rompe sbattendole contro quelle del vicino di tavolo esclamando: Hristos a inviat, Cristo e risorto, mentre l’altro risponde Adevarat a inviat, è veramente risorto. In Russia la Pasqua ortodossa cade una settimana dopo la nostra, e la celebrazione più importante viene officiata a Sagorsk, dove risiede il Pope, che è la massima autorità religiosa. Alla mezzanotte del Sabato Santo si proclama la Resurrezione, e tutti i fedeli, con un cero acceso, si recano al cimitero dai propri cari defunti. E curiosamente, anche il picnic di Pasquetta si svolge in mezzo alle tombe, dove viene consumato un pasto tra i vivi, ma in comunione spirituale con i morti, di cui si attende la resurrezione, proprio come ricorda il Vangelo. In Danimarca la Pasqua tinge tutto di giallo, dalle uova alle decorazioni delle case e delle tavole per il tipico pranzo. In Svezia e in Finlandia, la tradizione gastronomica del pranzo pasquale prevede la preparazione del “pasha” a base di formaggio, e del “mammi”, un budino fatto con la segale. In alcune parti della Finlandia occidentale, la gente erge enormi falò proprio il giorno di Pasqua nel rispetto della tradizione nordica per cui le fiamme scacciano le streghe che vanno in giro per i cieli nei giorni precedenti la Pasqua proprio su scope volanti e i bambini in questo paese scandinavo giocano per le strade con scope, caffettiere e mazzi di ramoscelli di salice. Da 130 anni, la Casa Bianca ospita l’Easter Egg Roll ovvero l’evento in cui si lanciano uove sode colorate con un grosso cucchiaio. L’evento vanta molti altri divertimenti, come lo show di gruppi musicali, una caccia al Tesoro fatta con le uova, occasioni di sport e fai da te. Concludo con la Gran Bretagna, dove il Giovedì Santo è tradizionalmente dedicato alle opere caritatevoli per i poveri delle città, specialmente di Londra. Per quanto riguarda le ricette pasquali, un dolce tipico, del Venerdì Santo, è l’”hot cross bun”, fatto con cannella e uvetta sultanina, ma decorato da una croce in glassa di zucchero. Anche in Inghilterra esiste l’usanza della “battaglia delle uova”, mentre a Preston ogni anno si organizza un simpatico gioco che consiste nel far rotolare le uova lungo un pendio erboso. Logicamente anche in questo caso sono soprattutto i bambini a divertirsi di più… Buona Pasquetta a tutti.
Favria 28.03.2016 Giorgio Cortese

E dal mio comodo divanetto vi auguro una Pasquetta piena d’affetto.

L’altro.
Mi è stato raccontato questo episodio che voglio condividere. Una persona anziana che conosco si è recata all’ufficio postale del suo paese per pagare delle bollette che gli erano pervenute in ritardo. Entra nell’ufficio postale, gremito di persone che aspettano il loro turno. Prende il suo numero e vede che il tabellone indica venti numeri prima, pensa giustamente che deve aspettare per un po’ e cerca un posto da sedere. Ecco che tutte le sedie sono occupate tranne due in fondo, nell’angolo dove subito dopo nell’ultima aspetta un ragazzo extracomunitario di colore. Chiede permesso e, si siede li vicino da dove con la coda dell’occhio gli sguardi stupiti della sua scelta degli italiani benpensanti, quella dell’andarsi a sedere proprio li vicino l’altro, ad uno straniero che era stato emarginato. Lei saluta gentilmente questo ragazzo, che potrebbe essere suo nipote ed ecco che chiamano il numero del ragazzo per effettuare l’operazione allo sportello, questi con un radioso sorriso le lascia un secondo biglietto con un altro numero, il successivo che aveva preso per sbaglio. La signora viene chiamata con il numero successivo e passa davanti a tutti i sepolcri imbiancati che facevano la coda, lasciando prima sulla sedia il suo numero ad un altro utente che sarebbe entrato. Questo episodio mi fa riflettere che tutti gli esseri umani sono fratelli, non è mai da solo chi è persona, si diventa persona in un rapporto di reciprocità e di relazione. È essere l’un l’altro l’elemento costitutivo del processo che rende l’essere umano una persona. Non siamo pienamente persone, se non usciamo da noi stessi per incontrare l’altro, anche solo con un sorriso o una frase gentile. Se nella vita mi chiudo in me stesso, mi isolo dagli altri nel sospetto, nella diffidenza e paura, rischio seriamente di essere contagiato dal virus della solitudine forzata, della chiusura a riccio, che alla fine non mi rende più essere umano ma prigioniero di me stesso, un infelice autorecluso, un segregato senza amore. Certo, ci sono rischi ogni volta che apro la porta dell’animo o tendo la mano ad un altro per stringerla, ma guai a decidere di optare per l’isolamento e l’autismo morale. Nella vita decidere se fidarsi o no di una persona è come decidere se arrampicarsi o no su un albero, poiché si potrebbe godere di una vista straordinaria dal ramo più alto, oppure ci si potrebbe semplicemente riempire di resina, e questo è il motivo per cui molta gente decide di passare il suo tempo sola e inerte in casa, dove è più difficile pungersi con una scheggia ma dove lentamente muore la nostra umanità.
Favria, 29.03.2016 Giorgio Cortese

La fiducia si guadagna goccia a goccia, ma si perde a litri, ma è l’unica cura che conosco per vincere la paura.

Il colore del mio animo
Il colore è un mezzo per esercitare sul mio animo un’influenza diretta. Il colore è come il tasto, l’occhio è il martelletto che colpisce la mia essenza interiore come uno strumento dalle mille corde. Con questa immagine cerco di fondere insieme visione e suono, pittura e musica, ma il suo scopo ultimo è quello di intrecciare arte ed emozioni per entrare nel vivo del mio animo. Ho usato come simbolo il pianoforte, uno strumento meccanico che mi genera, però, armonia spirituale. Tutti gli elementi sono necessari e si uniscono per dare un risultato che li supera. Così è per la pittura dove il colore da un impasto naturale o chimico viene steso su di una tela con una tecnica pittorica da seguire, e alla fine viene generata l’opera dell’artista che esce dalla sua mente ma colpisce il mio animo di fruitore visivo dell’opera d’arte che contemplo con i miei occhi, non solo per vedere, ma anzi per contemplare. Certe domeniche durante le mi quotidiane passeggiate contemplo certi scorci Favria che sembrano mettersi in posa per essere dipinti per poi essere contemplati. Ritengo che in questa vita caotica e sempre di corsa, prendermi una volta alla settimana alcune ore per riflettere osservando cosa mi circonda mi viene da pensare che i grandi artisti riescono a farci scoprire nel visibile l’invisibile, perché mirano non solo agli occhi ma scagliano la freccia dell’arte nel centro dell’animo
Favria 30.03.2016 Giorgio Cortese

Ogni giorno pormi degli obiettivi, alzando sempre l’asticella ritengo che sia la più forte forza umana di auto motivazione.

Occhio!
Tra i cinque sensi di cui dispongo, ritengo la vista quello su cui faccio più affidamento. E d’istinto mi viene da pensare che vediamo tutti in maniera uguale, non solo i miei simili esseri umani ma anche gli animali. Ma se leggo attentamente quello che scrivono gli scienziati, nel regno animale ognuno vede in maniera diversa. Ci sono animali come le stelle marine, che hanno occhi primitivi disposti all’estremità di ogni braccio. Diversi animali, inoltre, hanno occhi sensibili alla luce ultravioletta, come le farfalle, che grazie a questa caratteristica riconoscono i maschi dalle femmine. Altri animali sono invece sensibili agli infrarossi, per esempio i serpenti, che vedono le prede a sangue caldo grazie a recettori termici posti sotto gli occhi e che il cervello associa alla visione oculare. I rapaci, hanno una vista formidabile, essi hanno un punto centrale dell’occhio che funziona come un teleobiettivo e ingrandisce particolari di ciò che vede. La funzione d’ingrandimento è assicurata da una particolare area della retina, chiamata fovea, dove le cellule della visione sono molto concentrate. Se nell’uomo vi sono circa 200 mila coni per millimetro quadrato, nella fovea dell’aquila ve ne sono 1 milione e questo fa sì che l’immagine percepita dall’occhio del rapace abbia una parte centrale ingrandita di 2,5 volte e ad altissima definizione. La talpa:invece ci vede poco, oltre al fatto che i suoi minuscoli occhietti sono completamente nascosti dai peli, si avvale unicamente del suo eccezionale fiuto per cacciare sottoterra lombrichi, larve di coleottero, lumache e altri piccoli invertebrati del sottosuolo. Fino al secolo scorso si credeva che fosse completamente cieca, ma ora sappiamo che riesce a malapena a distinguere la luce dal buio, compensando con un udito finissimo e con la sua adattabilità a diversi ambienti e situazioni, che le consentono di sfuggire intelligentemente ai cacciatori. I cani, non è vero che vedono in bianco e nero, ma essi percepiscono bene il blu e il giallo e il resto sono sfumature di questi due. La loro vista migliora con una luce bassa e soffusa e questo è dovuto al fatto che nei loro occhi sono presenti più bastoncelli e meno coni. Avendo l’occhio laterale, i cani hanno indubbiamente un campo visivo più ampio del nostro, a scapito della visione binoculare appartenente alla razza umana. Purtroppo riescono a cogliere poco i dettagli, ma riescono a vedere oggetti in movimento anche a grandi distanze. I felini, i gatti, hanno un campo visivo pari a 210°, da far invidia a noi umani, che arriviamo solo a 180°! Hanno gli occhi luminosi per via della guanina, che cattura la luce e la amplifica, consentendo al gatto di distinguere oggetti presenti intorno a lui. Grazie a questo tappeto lucido, vede anche di notte, quando c’è poca luce. Gli occhi dei pesci, posizionati ai lati del capo, funzionano in modo indipendente e ciò che vede ognuno di essi è registrato da lato opposto del cervello, per cui riescono a guardare contemporaneamente in diverse direzioni. Unicamente davanti al capo esiste un piccolo settore che consente al pesce una valutazione della prospettiva, in cui i due occhi vedono insieme. Le mosche vedono grazie ad occhi composti, formati da migliaia di occhi elementari, ommatidi, ciascuno dei quali è in una posizione fissa. Tutto quel che entra nel campo visivo di un insetto è costituito da tantissime immagini piccole, posizionate una accanto all’altra, come pezzi di un puzzle, si parla di visione per apposizione, ed è per questo che insetti come le mosche percepiscono movimenti quasi impercettibili e diventa una missione quasi impossibile acchiapparli! Le mosche riescono a vedere ultravioletto, che per noi è invisibile! L‘ape possiede 3 pigmenti, giallo, blu, rosso, ed i petali dei fiori, illuminati con luce ultravioletta, possono rivelare spettacolari disegni invisibili per noi, che attraggono le api verso il nettare. Infine nell’immaginario comune gli squali sono quasi ciechi. In realtà invece sono tra gli animali marini che vedono meglio. Gli squali hanno una sensibilità alla luce 10 volte superiore alla nostra. La loro visione è più sviluppata da lontano che da vicino. Riescono a vedere una preda da ben 100 metri di distanza. Questi predatori del mare, inoltre, percepiscono i colori. Pensate che ho trovato nel libro che ho letto che c’è un crostaceo che ha 12 recettori con i nostri tre. La complessità di un organo come l’occhio era, ed è ancora in parte una degli argomenti di contestava e contesta la teoria di Darwin sull’evoluzione. Ed invece, paradossalmente, gli occhi sono diventato una delle prove a sostengono la teoria dell’evoluzione. Gli occhi sono il punto in cui la coerenza della fisica si scontra contro la caoticità della biologia. Ma anche noi umani, pur avendo uno stesso sistema visivo vediamo in maniera diversa, per via dei fattori che vanno dalla densità dei coni e bastoncelli nella retina fino all’integrazione sensoriale del cervello. Insomma ognuno di noi vede con sfumature diverse anche i colori di quello che ci circonda. Questo mi fa nascere un interrogativo, ma che cosa intendiamo quando diciamo che la fotografia fedele alla realtà?
Favria 31.03.2016 Giorgio Cortese