I presepi di Chironio. – Si accendono di luci del bosco incantato. – Sentiamoci uniti per compiere un’opera buona. – Buon compleanno zio Paperone. 76 anni. – Rudolph, la renna dal naso rosso.- Discernimento. – La leggenda dell’albero di Natale… LE PAGINE DI GIORGIO CORTESE

I presepi di Chironio Il presepio è una tradizione che ha origini medievali, in cui si

riproduce la nascita di Gesù in una capanna, o grotta, o stalla. Utilizzando materiali a scelta, si pongono le statuine di Giuseppe e Maria e, tra loro, una piccola mangiatoia nella quale, sulla paglia, nella notte tra il 24 e il 25 dicembre verrà deposta la statuina raffigurante Gesù Bambino. È una rappresentazione simbolica che , di anno in anno, ricorda la nascita di Gesù a Betlemme, in Palestina. Nel nostro paese è un’usanza consolidata, profondamente radicata nella nostra cultura. Accanto ai tre principali personaggi ve ne sono altri altrettanto importanti e carichi di significato, ma ognuno di noi può arricchire la sua rappresentazione fino a trasformarla in un vero e proprio plastico con piccoli corsi d’acqua, personaggi di vario genere, animali, riproduzioni di mestieri. I bambini della scuola primaria di Locana, insieme alle loro maestre, sono già alcuni anni che realizzano ed espongono un presepe a Chironio: quest’anno lo esporranno di nuovo!
L’idea del collaboratore scolastico “Gero” Lentini è stata quella di proseguire questo progetto, già della scuola primaria, proponendo, per la prima volta, anche alle insegnanti della scuola secondaria “Piero Martinetti” di Locana, ed i loro studenti, di realizzare anche loro un presepe a Chironio, una borgata di Locana che sotto il S.Natale si anima di presepi. Evento a Chironio ormai giunto all’VIII edizione, ingresso libero dal 9 dicembre ’23, inaugurazione, fino al 7 gennaio ’24. Qui nei vicoli del paese si animano di originali e insoliti presepi realizzati con materiali naturali, semplici ma di grande effetto. 

Favria, 5.12.2023   Giorgio Cortese

Buona giornata. Se quest’anno nessuno ha intenzione di mandarmi dei regali per Natale, non vi preoccupate. Ditemi solo dove abitate e io verrò a prenderli da solo. Felice martedì

Si accendono di luci del bosco incantato.

Nella Borgata Tetti, frazione di Prascorsano nel verde Canavese ad una quarantina di chilometri da Torino si accendono le luci l’otto dicembre, giorno della Madonna Immacolata Concezione a pochi chilometri da Torino alle ore 17,00 si accenderanno le luci del Bosco Incantato. Nei bellissimi boschi canavesani troveremo la casa di Babbo Natale, la Pro loco Prascorsano, e il bar Stella Alpina di Prascorsano con la cioccolata calda e il vin brulè.

Nel bosco incantato entreremo in un lungo sentiero dove tra vecchi mestieri di fabbri, gnomi, nani ed elfi, con personaggi delle fiabe come Biancaneve fanno capolino dal bosco, vicino alle loro case simili alle magioni degli hobbit di tolkeriana memoria,  porteranno grandi e piccini nel treno dei ricordi, provando sensazioni di stupore che donano una genuina felicità.

Lo stupore di vedere alberi di Natale illuminati che ci portano a vivere l’atmosfera del S. Natale.

Un bellissimo percorso alle falde del sacro Monte di Belmonte immerso nella natura che affascinerà sicuramente i bambini, ma non solo.

Il progetto dell’Associazione nasce dai ricordi d’infanzia degli abitanti del posto, quando accompagnati in questo sentiero dagli adulti del luogo, sentivano narrare storie di elfi, gnomi e fate.

Dai ricordi d’infanzia nasce quindi il “Bosco Incantato” che accenderà le luci l’otto dicembre fino all’Epifania.

Il Bosco Incantato non solo a Natale ma durante l’anno è un’immersione nel verde, divertente e coinvolgente all’interno del bosco che ci farà vivere una fiaba nella natura.

Favria, 6.12.2023   Giorgio Cortese

Buona giornata. Ritengo che è Natale ogni volta che amiamo, ogni volta che doniamo. Felice mercoledì

Sentiamoci uniti per compiere un’opera buona

A Favria, sabato 16 e domenica 17, in fondo alla chiesa parrocchiale, verranno allestiti alcuni banchetti che esporranno delle idee regalo per il Natale.

Il ricavato verrà devoluto interamente per le necessità della Parrocchia.

Si chiede gentilmente di contribuire alla buona riuscita dell’evento, facendo offerte sugli oggetti che verranno esposti.

Il Santo Natale si avvicina: sentiamoci uniti per compiere un’opera buona.

Grazie.

Favria, 7.12.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. La mia idea sul Natale, antica o moderna che sia, è molto semplice: amare gli altri. Pensateci un attimo, perché dobbiamo aspettare il Natale per iniziare?

Buon compleanno  zio Paperone. 76 anni

Quando nacque, già anziano, nel dicembre 1947, doveva essere poco più di una comparsa. Una parodia con becco e piume dell’Ebenezer Scrooge di Charles Dickens. E invece, sulle pagine della rivista Four Color» debuttò quella che sarebbe poi diventata una star del fumetto Disney, e non solo: Paperon de’ Paperoni, altresì detto zio Paperone. Ancora non indossava la tuba, la palandrana e le ghette che sarebbero poi diventate la sua divisa d’ordinanza e non aveva neanche incontrato le sue future nemesi, dalla Banda Bassotti alla strega Amelia passando per il rivale in affari Rockerduck. Non aveva nemmeno una storia alle spalle: era solo l’anziano e curvo zio di Paperino. Da allora sono passati ben 76 anni, ma lo zione, come lo chiamano, affettuosamente, i nipoti,  non è invecchiato di un giorno. In compenso, è cambiato parecchio. Ed è diventato un mito. Prendiamo, ad esempio, il suo Deposito ricolmo di monete: è, forse, l’edificio a fumetti più famoso di sempre, tanto che nel 2020 è uscito un volume, serio che ne analizza l’architettura, Mr. Bin. Architetture per il deposito di Scrooge McDuck, Maglio editore, 2020. Citarlo è indispensabile, perché l’attaccamento di Paperone al suo denaro, quantificato in spaventilioni, fantastiliardi e altre pseudo-unità di misura iperboliche è proverbiale. Ma oltre ai soldi c’è di più. Lo zione è coraggioso, leale, capace di grandi gesti di generosità, per lo più in segreto.  Ed è, senza dubbio, il più intraprendente tra i paperi, motore di alcune delle loro storie più riuscite. È lui a decidere di creare una telenovela coinvolgendo tutto il parentado, Il papero del mistero di Silvia Ziche, lui a dare vita a una band per scalare le classifiche, Paperinik e il festival di Sanromolo di Bruno Sarda e Giorgio Cavazzano, sempre lui a girare un film con cui concorrere alla mostra del cinema di Venezia, Zio Paperone alla conquista del Leone d’oro del già citato Cavazzano. E poi ci sono le avventure. Paperone ha esplorato gli abissi per recuperare il relitto del Titanic, anzi, Paperic, fatto spostare il tempio di Abu Simbel, ben sette anni prima che accadesse nella realtà,  viaggiato più volte nello spazio e nel tempo. È stato nel Klondike, in Australia, in tutte le giungle e su tutte le vette. Ma cosa lo spinge? In apparenza, parte sempre alla ricerca di un tesoro, ma in realtà, come un bambino, vuole scoprire cose nuove con cui riempirsi il cuore.Paperone è un grande avventuriero. E, come tutti gli avventurieri, è prima di tutto un sognatore. Un po’ fanciullesco, di sicuro inarrestabile, nonostante l’età. Tanto che, in occasione del suo settantacinquesimo compleanno, lo vedremo alle prese con nuove rocambolesche avventure, scritte e disegnate proprio da Celoni. C’è una poesia grandissima nel personaggio di Paperone. Mette la maschera dell’avaro, ma se ci si ferma a quella si vede solo il cosplay, non l’uomo. Anzi, il papero. Del resto, è all’umanità di Paperone, e non alla sua maschera, che si sono affezionate già tre generazioni di lettori. Merito dei tanti autori che, nel corso dei decenni, hanno saputo plasmarla. A cominciare, naturalmente, dal suo creatore: Carl Barks, l’uomo dei paperi, mente, oltre che matita, ormai leggendaria. Fu lui a intuire che Paperone potesse essere più di un bisbetico riccone. Con storie come La disfida dei dollari gli ha dato spessore psicologico, in Zio Paperone e la Stella del Polo ne ha esplorato i sentimenti, e in tanti, tantissimi fumetti ormai considerati classici lo ha tramutato in un giramondo. Gli autori che si sono cimentati con la figura del papero con la tuba sono tanti, troppi per elencarli tutti in queste righe, e ciascuno di loro ne ha dato una sua interpretazione, pur restando all’interno del solco disneyano. Un minimo comun denominatore, però, c’è. E non è l’avarizia, e l’indistruttibile forza d’animo di Paperone un personaggio non inferiore a quella dei famosi personaggi di Molière, Goldoni, Balzac o Dickens. E probabilmente lo pensano anche gli oltre 200 mila aficionados che affollano i profili social della community Ventenni che piangono leggendo la saga di Paperon de’ Paperoni, nata nel 2013 e da allora in continua ascesa. Per lasciare un segno così profondo nell’immaginario collettivo non basta un deposito pieno di monete: ci vuole carattere. E quello, a Paperone, non manca. Ma cos’ha da insegnare ai ragazzini e alle ragazzine di oggi un plutocrate vecchio di 76 anni? A credere nei propri sogni, valeva 75 anni fa e vale ancora oggi, nel 2023

Favria, 8.12.2023   Giorgio Cortese

Buona giornata. Il Natale è un giorno di raccoglimento e tradizione, una giornata speciale da trascorrere nella calorosa cerchia della famiglia e degli amici. Felice

Rudolph, la renna dal naso rosso

Lassù nel nord, dove le notti sono più scure e più lunghe e la neve è molto più bianca che alla nostra latitudine, là abitano le renne. Ogni anno Babbo Natale si reca in quel luogo per cercare gli animali più forti e più veloci per trasportare nell’aria la sua enorme slitta. Da quelle parti viveva una famiglia con cinque piccoli. Il più giovane rispondeva al nome di Rudolph ed era un piccolo particolarmente vivace e curioso, infilava il suo naso dappertutto. Ed era un naso veramente particolare. Sempre, quando il suo piccolo cuore di renna batteva un po’ più forte per l’agitazione, diventando così rosso come il sole incandescente poco prima del tramonto. Ugualmente, se era allegro o arrabbiato, il naso di Rudolph si illuminava in tutto il suo splendore. I suoi genitori ed i suoi fratelli si divertivano con il suo naso rosso, ma già all’asilo delle renne era diventato lo zimbello di quei birbanti a quattro zampe. “Questo è Rudolph con il naso rosso” cosi lo chiamavano e ballavano tutto intorno a lui, mentre lo indicavano con i loro piccoli zoccoli. Nella scuola elementare le piccole renne lo prendevano in giro come potevano. Rudolph cercava con tutti i mezzi di nascondere il suo naso, a volte lo dipingeva con del colore nero, allora andava a giocare a nascondino con gli altri ed era contento che per stavolta non lo avevano scoperto. Ma nello stesso momento in cui si rallegrava del suo successo il suo naso cominciava ad illuminarsi cosi tanto che il colore si sfaldava! Un’altra volta si infilò nel naso un cappuccio nero di gomma, ma riusciva a respirare solo con la bocca e non appena iniziava a parlare sembrava che avesse una molletta attaccata al naso! I suoi compagni si tenevano la pancia dal ridere, ma Rudolph correva a casa e piangeva amaramente. “Non giocherò mai più con questi stupidi” – diceva piangendo e le parole dei suoi genitori e dei suoi fratelli riuscivano a consolarlo solo un poco.
I giorni diventano più corti e come ogni anno si annunciava la visita di Babbo Natale. In tutte le famiglia di renne i ragazzi giovani e forti si facevano belli. Le loro pellicce venivano a lungo strigliate e spazzolate fino a che non rilucevano del colore del rame, le corna venivano pulite con la neve finché non risplendevano alla fioca luce degli inverni del nord. E poi finalmente era arrivato il momento. In un piazzale gigantesco dozzine di renne, impazienti e nervose, raspavano con i loro zoccoli ed emettevano richiami belli ed allo stesso tempo terrificanti per impressionare i concorrenti. Tra di loro c’era anche Rudolph, la cui forza ed il cui vigore era superiore a quello degli altri partecipanti. Puntualmente, al momento stabilito, Babbo Natale atterrò dal vicino paese di Natale, dove era la sua casa, con la sua slitta trainata solo da Donner, il suo fedele caporenna. Una neve leggera era iniziata a cadere e l’ondeggiante mantello rosso era coperto da punti bianchi. Babbo Natale si mise subito al lavoro ed esaminò ogni animale. Sempre borbottava poche parole nella sua lunga barba bianca. A Rudolph sembrò un’eternità. Quando la fila arrivò a lui, il suo naso diventò incandescente per l’agitazione, quasi luminoso come il sole. Babbo Natale arrivò verso di lui, sorrise amichevole e scosse la testa. “Sei grande e robusto. E sei un bellissimo giovanotto – disse – ma purtroppo non posso sceglierti. I bambini si spaventerebbero a vederti”. La tristezza ed il dolore di Rudolph non avevano limiti. Più veloce che poteva corse attraverso il bosco e scalpitò ruggendo nella neve alta. I rumori e la luce rossa visibile da lontano attirarono una piccola Elfa. Prudentemente gli si avvicinò, gli posò una mano sulla spalla e chiese: ”Cosa ti è successo?”. “Guarda come brilla il mio naso. Nessuno ha bisogno di una renna con il naso rosso” rispose Rudolph. “Conosco bene questa sensazione” – disse la piccola Elfa -“ io vorrei lavorare nel paese di Natale con tutti gli altri Elfi. Ma sempre, quando sono agitata, le mie orecchie iniziano a tremare. E le orecchie tremolanti non piacciono a Babbo Natale”. Rudolph sollevò lo sguardo, con gli zoccoli si asciugò le lacrime dagli occhi e vide una bellissima Elfa, le cui orecchie si muovevano qua e là al ritmo di un battito di ali. “Il mio nome è Herbie” – disse timidamente. E mentre si guardavano negli occhi, l’uno con un naso rosso scintillante, l’altra con le orecchie tremolanti che si muovevano a ritmo, scoppiarono a ridere all’improvviso e risero fintanto che non fece male loro la pancia. In quei giorni fecero amicizia, chiacchierarono fino a notte tornando a casa solo all’alba. Con passi da gigante si avvicinava il tempo del Natale. In quei giorni Herbie e Rudolph si incontravano molte volte nel bosco. Tutti erano cosi occupati con i preparativi per le feste natalizie, che nessuno faceva caso che il tempo, giorno dopo giorno, andava peggiorando. Due giorni prima di Natale la Fata del Tempo consegnò a Babbo Natale il bollettino meteorologico. Questi, con il viso preoccupato alzò lo sguardo al cielo e sospirò rassegnato: “Quando domani attaccherò le renne, seduto sulla cassetta non riuscirò a vederle. Come potrò trovare la strada per arrivare alle case dei bambini?”. Quella notte non riuscì a dormire. Continuava a lambiccarsi il cervello per trovare una via d’uscita. Infine indosso il mantello, gli stivali ed il cappello, attaccò Donner alla slitta e si incamminò verso la Terra. “Forse troverò là una soluzione” pensò. Mentre iniziava a volare, nevicava con fitti fiocchi. Così fitti che Babbo Natale riusciva appena a vedere. C’era solo una luce rossa che illuminava così chiaramente come se davanti a lui ci fosse un’enorme quantità di gelato alla fragola. Babbo Natale amava il gelato alla fragola. “Salve” – disse – “che naso bellissimo ed eccezionale che hai! Se proprio quello di cui ho bisogno. Che cosa ne pensi di correre davanti alla mia slitta e di mostrarmi così la strada per raggiungere i bambini?”. Appena Rudolph ascoltò le parole di Babbo Natale, per l’emozione gli cadde per terra l’albero di Natale che stava trasportando. Poi lentamente riprese il controllo di sé stesso. “Naturalmente, lo farò volentieri. Mi fa un enorme piacere.” Ma all’improvviso diventò molto triste. “Ma come faccio a trovare poi la strada per tornare indietro al paese di Natale, se nevica cosi fitto?”: Nello stesso momento in cui pronunciava quelle parole gli venne un’idea. “Torno subito” – disse – mentre già correva ad un veloce galoppo verso la strada del bosco, lasciando indietro uno stupito Babbo Natale. Pochi minuti dopo, tornavano indietro una renna con il naso rosso ed una piccola Elfa con le orecchie tremolanti. “Lei può condurci indietro, Babbo Natale” – disse Rudolph, pieno di orgoglio, indicando Herbie – “lei conosce la strada”. “Questa è una magnifica idea!” – tuonò Babbo Natale – “Ma adesso devo tornare indietro. A più tardi.” E così successe che, per Natale, Babbo Natale fosse accompagnato da una renna con il naso rosso e da un’elfa con le orecchie tremolanti. Rudolph il giorno successivo, per le sua bellissima azione, venne festeggiato da tutte le renne entusiaste. Il giorno successivo ballarono e cantarono nella piazza principale dicendo:” Rudolph dal naso rosso sei entrato nella storia!”. E deve essere stato così, che qualcuno ha visto Babbo Natale ed i suoi aiutanti, altrimenti nessuno avrebbe raccontato questa storia.

Favria, 9.12.2023  Giorgio Cortese

Buona giornata. L’eccellenza di un dono consiste nella sua appropriatezza piuttosto che nel suo valore. Felice

Discernimento.

La parola discernimento significa la capacità di valutare e distinguere.  La parola deriva dal latino discernere, composto da dis- separare e cernere scegliere. Scegliere separando. Una parola oggi spesso dimenticata, una volta per riconoscere il nord dal sud da bambino mi avevano insegnato a leggere il muschio sui tronchi degli alberi. Purtroppo da troppo tempo ormai c’è stato insegnato a riconoscere solo i nostri desideri. Ma in mezzo a bufere di false notizie, senza un orizzonte morale di doveri e diritti cosa sono i nostri umani desideri se non una bussola ormai priva di magnete? Forse è giunta l’ora di tornare al discernimento per il valore di noi umani è nella nostra inimitabile complessità, sapere riflettere, sapere distinguere non solo il nord dal sud, ma anche il bene dal male, poi naturalmente ognuno di noi farà la sua scelta per decidere dove andare

Favria, 10.12.2023  Giorgio Cortese

A Natale son tutti più buoni. È il prima e il dopo che mi preoccupa.

La leggenda dell’albero di Natale

C’era una volta un boscaiolo, che era sposato con una giovane donna che amava molto. Siccome la amava molto ci teneva che lei avesse cose buone da mangiare e una casa sempre calda e quindi passava molto tempo nei boschi a tagliare la legna, un po’ per rivenderla e un po’ per scaldare la sua casa, che aveva un bel camino di pietra. La sera di Natale stava tornando a casa tardi come al solito e vide, alzando lo sguardo, un bellissimo abete alto e maestoso. Stava prendendo le misure per vedere se poteva tagliarlo quando si accorse che tra i suoi rami, nella notte che era buia che più buia non si può, riusciva a scorgere le stelle e che la luce di queste sembrava brillare proprio dai rami. Affascinato da questo spettacolo decise in quel momento due cose: la prima era che avrebbe lasciato il vecchio abete lì dove stava e la seconda che doveva far vedere alla moglie questo bellissimo spettacolo: tagliò allora un abete più piccolo, lo portò davanti alla casa e lì accese delle piccole candele che mise sui rami (senza dar fuoco all’albero accidentalmente). La moglie del boscaiolo, dalla finestra, vide l’albero così illuminato e se ne innamorò al punto da lasciar bruciare l’arrosto. Da quel momento in poi la bella moglie del boscaiolo volle sempre avere un abete illuminato per Natale e i vicini, trovandolo bellissimo a guardarsi, imitarono presto il boscaiolo. Quest’uso poi si estese e l’albero di Natale divenne uno dei simboli del Natale.

Favria, 11.12.2023

buona giornata. L’unica vera persona cieca durante il periodo natalizio è colui che non ha il Natale nel cuore. Felice

Carissimi, le Vostre gocce di sangue possono creare un oceano di felicità, donate il sangue potete salvare una vita. Esiste dentro di noi la gioia di aiutare. Basta ascoltarla. Lo scopo della vita di noi essere umani è quello di accendere una luce di speranza nei nostri simili anche donando il sangue. Ti aspettiamo a FAVRIA SABATO 30 DICEMBRE  2023, cortile interno del Comune dalle ore 8 alle ore 11,20. Abbiamo bisogno anche di Te.  Attenzione, per evitare assembramenti è necessario sempre prenotare la vostra donazione. Portare sempre dietro documento identità. a Grazie per la vostra collaborazione. Cell.  3331714827- grazie se fate passa parole e divulgate il messaggio

FIDASAUGURI

Carissimi volenterosi donatori, sabato 16 dicembre, dalle ore 15,00 alle ore 19,00 consegna panettoni, calendari a chi ha donato nel corso del 2023, medaglie oro e onorificenze Re Rebaudengo presso sede FIDAS cortile interno Comune Favria. Grazie del bene che avete donato, auguri di un Santo Natale a tutti ed un Felice Capodanno evviva i donatori di Sangue. Auguriamo a tutti un  Natale blu come la serenità, verde come la speranza, bianco come la bontà e rosso come l’amore. Un arcobaleno di colori per un Natale di Pace. Buon Natale a tutti donatori e alle loro famiglie